Le riflessioni sulla difficoltà a trovare una abitazione da affittare stabilmente, per uno o più anni, nella nostra isola, sono realistiche e meritano approfondimenti. Il mercato appare peraltro “drogato” dal gran numero di persone che vengono all'Elba per la stagione turistica, per cui l'interesse economico di tanti elbani che hanno la casa, è affittare ai turisti.
Questo tipo di problema si pone comunque in tanti posti turistici, magari lungo tutte le coste italiane dove c'è un mercato turistico organizzato. Affittare solo durante la stagione turistica è un buon guadagno, si potrebbe dire. E' vero, ma è tutto legittimo e tutto naturale. Chi affitta, utilizza beni di sua proprietà che deve, peraltro, curare durante l'anno ed il guadagno che riceve è un incremento- certamente gradito- di altri redditi, da lavoro, da pensione e anche da lavoro autonomo.
Che fare dunque, sul fronte “affittare a chi vuole vivere e lavorare all'Elba”? Non ci può certo pensare il privato, a queste cose. Case popolari che costruisce lo Stato? Forse servono, ma questo serve principalmente a chi è residente all' Elba ed ha qualche problema economico. E' però una strada da seguire. C'è una fetta ampia della popolazione che usufruisce delle case popolari, a prezzi contenuti. E' una cosa senz'altro positiva per molte persone che hanno redditi bassi, poter godere di un affitto spendendo poco.
Bisogna dire anche che il mercato appare, peraltro, viziato da un certo numero di casi di abusivismo, per cui capita che il legittimo assegnatario esca di casa e, quando torna, se la trova occupata da altri. Sarebbe normalissimo che i tutori dell' ordine potessero ripristare la legalità con la massima velocità, accertando chi è che ha diritto a abitare in un certo alloggio. Ma questa è teoria poiché la normativa pone limiti e divieti. Si sperava in una ventata di severità, cioè regolarità nei comportamenti, ma la realtà – ahimè- è diversa (è vero che chi occupa, può avere di aver disperato bisogno di un alloggio- non sempre è così- ma la soluzione va trovata nel rispetto della regolarità).
Proseguo. Riflettiamo intanto che affittare stabilmente un alloggio, rispetto all'affitto estivo, può dare meno pensieri, meno problemi, meno cose cui pensare.
E, quando si affitta un alloggio, siamo sicuri che, a richiesta, alla fine del rapporto, potrà essere riconsegnato senza problemi?
Altro problema. E' un dato di fatto che la quasi totalità delle persone paga regolarmente, perchè, pagando, uno si garantisce la continuazione del rapporto. Cioè, che continua ad utilizzare l'abitazione. Ma ci sono casi di non pagamento dell' affitto, casi di persone che hanno un reddito mensile certo e magari auto e tante altre cose, che non pagano.
La logica suggerisce cosa si dovrebbe fare: il giudice, se richiesto, dovrebbe “accertare“ il patrimonio di chi è in affitto e intimargli di pagare di corsa, altrimenti qualcosa verrà messo in vendita. E, se ha un reddito mensile, potrebbe far “trattenere “parte del guadagno e darlo al proprietario. Ci mancherebbe altro! Sarebbe troppo semplice, troppo logico. Invece , si fa una causa di sfratto per mancato pagamento e, dopo qualche anno, chissà, forse... La possibilità di non pagare tanti mesi, e anche vari anni, permane, tranquilla.
Riflettiamo ancora. Ci ricordiamo di quei giovani studenti universitari che, a Milano( ma non solo a Milano), protestavano - giustamente - per gli alti affitti, accampandosi nelle tende? E quante sono le persone che, in tutta l'Italia, riescono a trovare un alloggio da affittare, solo a prezzi altissimi, quasi esosi? Situazioni comprensibili, che danno da pensare e dovrebbero indurre lo Stato ad intervenire, in qualche modo.
Sull'affitto ai privati per tutto l'anno, lo Stato potrebbe mostrare di avere un po' di fantasia creativa. Ad esempio, potrebbe stabilire che, in caso di affitto di alloggio, la tassa sulla casa ,la deve pagare l'inquilino, e magari in modo ridotto, nel caso abiti stabilmente l'alloggio. Questo già darebbe una tranquillità al proprietario della casa. Si possono studiare altre forme di incentivi, forse non è difficile...
Guido Retali