L'altro giorno, ascoltando la radio, ho sentito un “esperto” di clima, inquinamento e surriscaldamento climatico che diceva “ dobbiamo chiedere scusa alle giovani generazioni perchè abbiamo dato loro un paese inquinato”. E' questa una opinione che riflette, probabilmente, un modo di pensare che credo non corrisponda alla realtà, almeno dalle nostre parti. E proprio perché, più o meno, ha una qualche diffusione, mi sembra il caso di dire che, forse, non dobbiamo esagerare e non dobbiamo colpevolizzarci troppo. Dobbiamo invece, se non compiacerci, essere invece abbastanza contenti della nostra Italia, della nostra Europa e anche di qualche altro paese del mondo. Poi, conseguentemente, dobbiamo pensare all'ambiente.
La diffusione di una coscienza ambientalista, cosa ben sviluppata in Italia, è cosa assolutamente e certamente positiva ma bisogna dire che, se ci mettiamo a chiedere a tanti europei e a tanti altri abitanti dei paesi più evoluti se si sentono di rinunciare all'automobile, al riscaldamento delle case tramite termosifoni, ai viaggi aerei e a varie altre cose, la risposta, probabilmente, è sempre quella: no!
In effetti, l'automobile, il riscaldamento etc rendono la vita più facile, più agevole, più autentica- potremmo dire- e non c'è motivo che si rinunci a questo tipo di vita. Una direttiva UE, contro cui si sono scagliati gli agricoltori europei, prevedeva che una percentuale di terreni lavorati (il 4%, è stato detto) venisse non più lavorata “per tornare alla natura”! Cosa semplicemente assurda, decisamente strampalata-ritengo- perchè questo significa rinunciare a posti di lavoro per ideologie un po' lunari. Le proteste dei nostri contadini sembrano aver indotto la UE a tornare sui propri passi.
Ho letto, e mi sembra logico, che nei paesi poveri la coscienza ambientalista è -purtroppo- poco diffusa e quel poco sviluppo che c'è, non è regolato da principi di rispetto dell'ambiente. Chi vive con difficoltà, in mezzo a tanti bisogni, è portato probabilmente a pensare solo al proprio presente, disinteressandosi, inevitabilmente, delle future generazioni Sarebbe auspicabile, in ogni caso, che ci fosse più sviluppo affinchè il popolo potesse godere di un miglior tenore di vita. E' l'aumento del tenore di vita che porta a desiderare più rispetto per l'ambiente.
La raccolta differenziata, le fognature con trattamento acque reflue e via di questo passo esistono (purtroppo, in Italia, con eccezioni) principalmente nei paesi con più disponibilità economiche, che possono investire denaro a questi fini. Il rapporto dell'Agenzia Europea per l'Ambiente ci dice che l'inquinamento ha subito un netto ridimensionamento in Europa dal 1990, un dato peraltro, forse, già acquisito da tanti abitanti della nostra Italia. Riflettiamoci.
Guido Retali
Caro Guido
Di solito scrivi delle cose che mi paiono sagge, in tutto o in parte condivisibili, e proprio per questo mi corre l'obbligo di marcare un punto di differenza, un disaccordo totale sul tuo minimizzare in relazione al drammatico mutamento climatico in atto.
Negli stessi giorni in cui l'iceberg più grande della storia climatica conosciuta si stacca dalla Groenlandia (tanto per citare uno degli infiniti segnali della "febbre del pianeta") credo che allinearsi col sempre più sparuto gruppo dei "negazionisti" non sia affatto realistico.
C'è poi un aspetto, anzi un fatto acclarato, che proprio tu "campese D.O.C.", dovresti tenere in particolare considerazione: uno studio dell'ENEA (sulla cui autorità scientifica non penso tu abbia da obiettare) che ha fornito dati sulle criticità che si determineranno in conseguenza dell'innalzamento del livello marino, una previsione esiziale che ci riguarda direttamente.
Ebbene secondo questo noto studio (che nessuno mi pare ha ad oggi contestato) sarebbero tre in Italia le località destinate ad essere sommerse, prima delle altre, in un tempo geologicamente ravvicinatissimo (qualche decina di anni), ed una di queste è proprio la tua e nostra Marina di Campo. I destini di due realtà turistiche in ambiti e dimensioni diversi come Marina di Campo e le Maldive paiono identici: finire sott'acqua.
E' vero Guido né tu né io saremo spettatori della catastrofe, ma se governi e singoli cittadini del pianeta non cambieranno radicalmente politiche e stili di vita, essa ineluttabilmente avrà luogo, e forse ci sarà qualcuno che maledirà le nostre "comodità", il nostro allegro ma delinquenziale consumo delle risorse naturalistiche.
Sul mio Desk-Top, Guido, ho la foto dei miei 5 nipoti schierati in ordine di età: dai 22 ai 7 anni, spesso mi viene da guardarli e pensare a come saranno, loro e il mondo intorno a loro, quando non li potrò più vedere.
Spero tanto che riescano con le loro vite a invertire il processo di degrado, che siano più coscienziosi, o forse solo meno stupidi di quanto siamo stati noi
Sergio