L’estate si avvicina e la questione balneari pare essere in alto mare. La Bolkestein appare come un fantasma all’orizzonte. Proviamo a comporre il puzzle e a dibattere senza preconcetti o ideologie la questione balneari.
Le concessioni balneari sono degli anni Sessanta del secolo scorso nell’Italia del boom economico e per dare la possibilità alla famiglia italiana di andare al mare con la cinquecento e di usufruire di lettini e ombrelloni a costi contenuti. Le concessioni erano tenute a corrispondere un canone annuale modesto dato che l’idea dei politici era di avere una funzione sociale. La questione: oggi è ancora così? Forse no.
Probabilmente nel XXI secolo tutto è cambiato, a fronte di introiti consistenti gli stabilimenti balneari continuano a corrispondere un canone, usando un eufemismo, modesto. Molte famiglie italiane non possono permettersi di portare al mare la propria famiglia a causa di costi non indifferenti per poter passare una giornata di relax con i figli ed i costi di lettini e ombrelloni sono in aumento.
Forse sarebbe il caso di pensare ad una nuova legge che mette ordine sulle nostre spiagge. Con aste utilizzando la moderna tecnologia per la gara delle licenze per gestire stabilimenti balneari e forse un maggiore controllo verso il sovraffollamento di lettini e ombrelloni di fronte al mare. Poi, garantire a tutti il libero accesso alle spiagge e introdurre sanzioni più severe per chi infrange la legge.
Per migliorare l’esperienza degli elbani e turisti, forse il 70% dello spazio dovrebbe essere lasciato libero, la quota salirebbe al 85% nelle aree protette, mentre in quelle ecologicamente protette ci dovrebbe essere un divieto totale di piazzare lettini. Tra la battigia e i primi prendisole forse sarebbe opportuno garantire almeno 4 metri di distanza.
Per ottenere la licenza per l’uso della spiaggia sarà obbligatorio partecipare a un’asta elettronica e, dopo averla ottenuta, il concessionario avrà l’obbligo di pulire la spiaggia, garantire l’accesso alle persone con disabilità e avere un bagnino. I controlli saranno frequenti magari con la moderna tecnologia dei droni che volano magari sopra la spiaggia. Le imprese che infrangono la legge saranno chiuse.
Si dovrebbero prevedere multe severe per contrastare il fenomeno poco civile dell’accaparramento delle spiagge da parte di alberghi e villaggi, almeno la metà dei lidi dovrebbe restare aperto al pubblico e dunque, i litorali riservati alle strutture alberghiere, ai villaggi turistici e agli stabilimenti balneari con gli ombrelloni dovrebbero avere un limite preciso.
Solo come esempio, l’estate scorsa, in Grecia, gli abitanti hanno creato un movimento di protesta per il diritto di libero accesso alle spiagge verso gli stabilimenti balneari. Tutto ha avuto inizio sull’isola di Paros per poi dilagare in tutta la Grecia. Nell’estate scorsa due lettini e un ombrellone costavano 70 euro al giorno, che potevano diventare 120 per i posti più ambiti. Il New York Time aveva definito l’arenile della Grecia una falange di ombrelloni, contro la quale gli abitanti hanno lottato muniti di asciugamani.
Tuttavia, nel Belpaese, forse anche per evitare ciò, sarebbe opportuno avere una moderna normativa per garantire gli stabilimenti balneari e le attività commerciali che dovrebbero attenersi alle regole. Per chi ama la spiaggia libera ci dovrebbe essere più posto.
Enzo Sossi