Mi sono letto con attenzione tutti e tre gli articoli che compongono questa ampia disamina e devo dire che trovo le argomentazioni, invero comunque esposte con chiarezza e in una lingua che ormai è sempre più raro vedere scritta per non dire parlata, piuttosto azzeccate e condivisibili.
Sono però molto meno ottimista di Galassi per quanto riguarda i rimedi proposti, da lui stesso definiti spesso improbabili se non infattibili.
Meno ottimista non significa che non li trovi anche auspicabili (e.g.: il comune unico), significa che - a mio modo di vedere - la situazione che ha ben descritto Galassi, con i giusti accenti di tregenda, la leggo addirittura peggiore di quanto già non faccia lui.
Ed in particolar modo su un'unica, ma totalizzante caratteristica della politica elbana, ma non solo, anzi direi della politica tout court: la classe dirigente fa schifo, sia quella incasellata nei partiti o peggio ancora nei movimenti (a mio modo di vedere il movimento per eccellenza, quello Cinque Stelle per intendersi, ha devastato il Paese con la P maiuscola e dubito che basteranno decenni per porre anche solo parziale rimedio alla devastazione materiale e intellettuale provocata dalla peggiore formazione politica mai vista in questo Paese in collaborazione, beninteso, con tutte le altre fatte salve pochissime e minuscole eccezioni), sia quella cosiddetta civile o civica che dir si voglia.
E a Portoferraio lo si nota più che da altre parti perché è vero che il "capoluogo" non è in mano ai cacicchi per via delle sue dimensioni, ma i partiti e i movimenti, tutti, nessuna fatta eccezione, non riescono ad esprimere neanche un minuscolo, uno sparuto drappello di personalità non dico eccellenti, ma almeno decenti, neanche ricorrendo alle vecchie guardie, o a quel che ne è rimasto, le quali si sono adattate all'andazzo generale (...).
E se si guarda la cosiddetta società civile si tenta a scorgere qualcosa di civile in un manipolo di quattro o cinque personaggi che per tutto hanno interesse salvo che per il bene della collettività e la salvaguardia della città e dell'ambiente che la circonda, tutti presi come sono a fare i soldi con la pala con l'avallo della totalità della classe dirigente politica.
E ha ragione Galassi a dire che è colpa anche nostra perché sapendo benissimo come vanno le cose ci guardiamo bene dall'impegnarsi in qualsivoglia maniera, per disinteresse, disgusto o quieto vivere, tutte motivazioni deprecabili (che affliggono in parte anche me, soprattutto il disgusto, va detto).
Mala tempora currunt. Comunque grazie dell'acuta disamina che, ripeto, ho apprezzato e condivido.
FD