(riceviamo e pubblichiamo)
Si parla dei limiti che ogni eletto dal popolo nei Comuni elbani incontrerà per “fare il bene della gente”, ed il discorso tocca, quasi ovviamente, il Comune unico, di cui si discusse a lungo anni fa. Voglio fare qualche riflessione in merito.
Dopo tante discussioni, si tenne un referendum in proposito, che ha visto l'ipotesi bocciata in tutti i Comuni dell'Elba, salvo Portoferraio. In effetti, una sola testa pensante ed un Comune unico, dove la maggioranza eletta risponde solo al gruppo di minoranza di quell' Ente , avrebbe aspetti molti vantaggiosi. Ma questa ipotesi di organizzazione è stata bocciata e -secondo me- logicamente bocciata poiché, per la logica dei numeri, Comune unico avrebbe significato Comune con rappresentanti del popolo, solo ed esclusivamente portoferraiesi. E chi dice- per dirne una- che i portoferraiesi pensino alle piccole e grandi opere dei paesi più lontani da Portoferraio, come pensano alle opere del capoluogo elbano?
Eppure, un po' di Comune unico già esiste. Ci sono, in effetti, in ogni circoscrizione comunale, problemi specifici dell'Ente come il prelievo della nettezza urbana, un servizio di spazzamento adeguato, il servizio idrico, ma sono trattati tutti da ESA ed ASA che hanno una competenza comprensoriale e che hanno sede a Portoferraio. Rimangono però altri problemi specifici di ogni Comune, che forse è bene siano gestiti (nella realtà, ad oggi, non sempre al massimo) dalle realtà istituzionali attuali: strade e piazze con buche qua e là, una serie di opere pubbliche più rilevanti, da realizzare, etc. Nei tanti Comunelli elbani, si può andare , con un approccio più immediato, a chiedere documenti o, semplicemente, a chiedere e soprattutto a protestare per qualcosa.
Fanno riflettere realtà nazionali che non sembrano più avere senso. In Italia ci sono 132 Comuni con meno di 500 abitanti. Eppure, ogni Comune deve avere personale adeguato (almeno 1 + 1 per ogni ufficio e cioè ufficio ragioneria, tecnico, segreteria, anagrafe, commercio, etc). Che senso ha mantenere in vita Comuni con meno di 200/ 300 abitanti (salvo casi particolari, ad esempio uno straordinario afflusso turistico o la gestione di beni di grande valore artistico)? Un po' di anni fa, veniva ipotizzato di eliminare i Comuni con meno di 1.000 abitanti. Quella era- ritengo- una evidente esagerazione ma, almeno fino a 200/ 300 abitanti, i Comuni non dovrebbero esistere.
All'Elba, c'è qualche altra realtà un po' superata. Come piccole frazioni, tipo Bagnaia, parte del territorio in un Comune, parte in un altro. Bisognerebbe farle diventare territorio di un solo Ente.
A livello di Elba, ci sono tanti problemi a interessi comprensoriali, come è logico che sia. Vedi il trasporto marittimo, l'ospedale e i servizi sanitari in generale, il tribunale , per cui occorrerebbe un solo punto decisionale. Ma esiste la Conferenza dei Sindaci elbani che delegano questo o quel Comune a rappresentarli tutti. I Sindaci qualche mese fa scrissero (tutti insieme, appassionatamente, verrebbe da dire) alla Regione in materia di trasporto marittimo, avanzando richieste per gli elbani tutti, Questo si può fare, spesso e volentieri.
Ma nella realtà, si fanno poi riunioni con i Comuni e magari si fanno con la Regione e ,per un motivo o per l' altro, manca spesso qualche sindaco. Qualcuno di loro avrà detto e dirà, da domattina e nel futuro :” tanto, ci pensano altri” oppure “ci penserà il Sindaco di Portoferraio”. E qualcuno, che magari ha una opinione specifica, poi, per un motivo o per l'altro, magari non si presenta.
Complicatissima la strada per il Comune unico, che non può – credo io e credono in tanti -non essere bocciato dalla volontà popolare. Bisognerebbe seguire un'altra strada. Sono convinto che il Comune capoluogo, e quindi Portoferraio, dovrebbe essere quello che, deve interloquire “istituzionalmente“ con le autorità del continente, a nome di tutti, indipendentemente dalla maggioranza “politica” dei vari Comuni elbani. Portoferraio, nel cui territorio sono l'ospedale e la sede della USL, il porto, il tribunale dovrebbe avere istituzionalmente un assessorato “ai problemi comprensoriali” (e i Comuni elbani dovrebbero essere consultati con regolare periodicità).
Tutto può cambiare, vedremo.
Guido Retali