Leggendo alcuni commenti sulla veridicità e affidabilità dei reiterati Comunicati Alert delle istituzioni Regionali, Comunali e della Protezione civile, diramati in previsioni meteorologiche considerate tecnicamente e probabilisticamente a rischio, è sembrato riesumarsi la querelle tra favorevoli e contrari ai vaccini del periodo Covid.
Come i No Vax, adesso abbiamo i No Alert.
Questi No Alert hanno contestato la veridicità, appunto e conseguentemente la non affidabilità delle previsioni negli allertamenti, poiché, dicono che i fenomeni previsti, non si sono verificati con l'intensità e le gravità segnalate, anzi completamente opposti. Da qui la critica dell'eccessiva promulgazione di ordinanze Sindacali di chiusure delle scuole, che, a giudizio dei NoAlert, minacciano il diritto allo studio degli studenti elbani. Da qui è partita la campagna per sminuire il valore ed il significato dei Comunicati di allerta ed invitare le famiglie ad affidarsi di più della percezione individuale e immediata dell'andamento del tempo e di organizzarsi autonomamente all'occorrenza. Ora sappiamo, o per lo meno dovremmo sapere, che l'attuale sistema informativo meteorologico, preventivo e protettivo è stato istituito da qualche anno, dopo tremende tragedie naturali, luttuose e drammatiche che hanno segnato la storia di un Paese fragile e malgovernato.
Il sistema di Protezione civile istituto a seguito di tutto ciò, ha lo scopo di informare i cittadini, avvalendosi di una conoscenza fondata su analisi probabilistiche scientifiche, dei rischi e pericoli, secondo una gradazione di gravità e pericolosità a persone e cose, che quei determinati fenomeni possono produrre sul territorio interessato. È implicito che la previsione di rischio può essere individuata per macro aree, senza poter individuare gli eventi ed effetti per singole e specifiche località, ma quest'ultime, proprio perché inserite in queste aree, sono appunto considerate altamente e probabilisticamente a rischio.
Per questo i cittadini e le istituzioni locali sono preavvisate ed invitate ad adottare adeguate e idonee misure di sicurezza e protezione. Sta quindi ai Sindaci valutare in base alle conoscenze delle criticità del proprio territorio, adottare misure coerenti con il grado di allarme indicato dalle allerte per mettere in sicurezza le proprie comunità, con particolare attenzione per quelle più fragili e deboli e per quei luoghi di frequentazione pubblica la cui eventuale emergenza nei casi di eventi pericolosi si dimostrino di più complicata e difficile gestione.
Tutto ciò per dire ai NoAlert che il sistema di Protezione ed i suoi Avvisi di Allerta, devono essere rispettati poiché operano a salvaguardia della vita dei cittadini e rappresentano una grande conquista civile ed etica. Aggiungo che i No Alert, con la loro ideologia individualista, che vorrebbe che nelle situazioni di pericolo ed emergenza collettiva, ognuno sia lasciato solo a cavarsela per proprio conto e che chiede ai Sindaci, in quanto istituzioni rappresentanti dell'interesse pubblico, a non interferire, sia la morte della solidarietà, del reciproco aiuto e quindi dello spirito civico e umano. Forse pensano al "me ne frego" delle regole.
Finisco dicendo che il diritto allo studio degli studenti elbani è sempre più messo in discussione dalle politiche governative nazionali che non sostengono più finanziariamente la Scuola pubblica, penalizzano le condizioni didattiche e di lavoro degli insegnanti e del personale non docente, con carenze di insegnanti, di aule e strumentazioni didattiche, con un continuo aumento dei costi per la vita da studente. Cioè niente più interesse del e per il pubblico, ma ognuno per sé: chi ha, bene, chi non ha, si arrangi.
Giuseppe Coluccia