Semplicemente stupefacente il comunicato con cui Moby tenta furbescamente di giustificare la drastica riduzione delle sue corse invernali.
Stupefacente, per non dire, falso il ragionamento che viene fatto.
Se davvero i conti fossero corretti mi viene anzitutto spontaneo chiedere ma come hanno fatto a sopportare per lungo tempo una “navigazione” così poco redditizia.
E’ dagli anni ’60 che prima la Nav.ar.ma e poi la Moby hanno provveduto a collegare l’Elba con il continente durante il periodo invernale, quando il traffico è scarso. Come è possibile che abbiano potuto rimanere sul canale di Piombino anche d’inverno con costi di gran lunga superiori ai ricavi e con perdite milionarie ogni anno ? L’armatore Achille Onorato decise di portare all’Elba la Nav.ar.ma e di attraversare il canale tutto l’anno. Come hanno fatto gli eredi a non decidere, invece, di lasciare d’inverno i traghetti a banchina?
Forse per il semplice motivo che le perdite delle corse invernali, assicurate per 60 anni e quest’anno all’improvviso cancellate (tranne quelle da Piombino delle 5,30 e da Portoferraio dalle 9,15 che evidentemente non viaggiano vuote o semi vuote) sono sempre state compensate dai lauti ricavi durante la stagione turistica, quando si traghettano non solo i residenti e le loro auto, ma molti turisti con i loro bus, le roulotte e le auto. E a prezzi certo non calmierati, ma piuttosto pesanti. Un non residente, anche nella stagione invernale, ha sempre pagato sulla Moby ben più di 4 euro.
Caro Ufficio stampa della Moby, saremo anche un po’ ignoranti noi elbani “in materia di collegamenti marittimi”, ma non certo tanto “bischeri” da credere alle panzane che vi inventate.
Saluto con favore l’iniziativa unitaria dei Sindaci, ma servirà ben poco se non riusciranno ad avanzare proposte che possano contrastare il pesante giogo della iniziativa privata che grava sul servizio marittimo. 12 anni fa il Governo Berlusconi decise di privatizzare tutte le Compagnie regionali. La nostra Regione non volle fare l’armatore e scelse la totale privatizzazione con la cessione al privato della flotta Toremar e della gestione del servizio. Abbiamo così totalmente affidato il destino del cabotaggio marittimo ai Privati che per prima cosa pensano ai loro interessi. Ed è naturale. Ma da tempo dobbiamo purtroppo constatare che i collegamenti marittimi con il continente stanno attraversando un brutto periodo. Certi servizi pubblici come quello del trasporto marittimo locale di vitale importanza per le popolazioni isolane, non possono essere lasciati completamente in balia del privato, sperando che la concorrenza tra più Compagnie faccia maturare buoni frutti.
Concorrenza che spesso non c’è. Occorre dunque trovare almeno il modo di regolamentare diversamente l’organizzazione del servizio, in particolare l’assegnazione degli slot alle Compagnie che non risulteranno vincitrici nella gara che sarà indetta dalla Regione, con una auspicabile intesa tra Regione, Autorità portuale, Comuni e Associazioni economiche.
Giovanni Fratini