Cecilia Sala è tornata a casa e siamo tutti contenti. Abbiamo così toccato con mano un'altra realtà, di dolore e di sofferenza. Non che non vediamo scene di dolore tutti i giorni, siamo abituati purtroppo. Ma, almeno personalmente, quanto sento che gli oppositori politici sono messi in galera perché “hanno espresso dissenso contro chi governa”, sono assai turbato.
Questo avviene in molti Stati del mondo anche perché ci sono vari Stati che, per loro interessi , si alleano con regime brutali ed oppressivi.
Mi hanno colpito le condizioni di vita del carcere di Evin a Teheran. Fino al 1972, aveva una capacità di 320 detenuti, poi nel 1977 il carcere si è espanso ed ora può ospitarne fino a 1500. Questo carcere è noto per denunce di violazione dei diritti della persona, che avvengono con pestaggi, molestie sessuali e restringimento in celle fredde e senza letto. Il tipo di detenzione ce lo ha descritto anche Cecilia Sala, che certamente si porterà sempre il ricordo di come ha passato il natale 2024. Forse sull' onda della liberazione della giornalista italiana, è stata liberata, poco dopo la Sala, la tedesca- iraniana Nahid Taghavi, che era in carcere da 1500 giorni mentre sono tuttora in carcere tre francesi (tra cui due insegnanti, dal maggio 2022).
Ma ci sono altre carceri nel mondo ognuno, a suo modo, brutale ed oppressivo. Scrivo qualcosa che ho letto, per memoria e perché si sappia meglio. Ad esempio, il carcere di Vladimir in Russia. Costruito nel 1793, ha ospitato nel tempo molti prigionieri politici. Oggi, la prigione è super affollata e infestata dalle malattie.
Altro carcere quello di Kamiti a Nairobi (Kenia). Prigione che ha acquisito notorietà a causa dello squallore in cui vivono i detenuti. Malnutrizione, colera e ulcera sono situazioni all' ordine del giorno. Altra prigione tristemente nota, ancora in Russia, a Mosca, quella di Butyrka, con enormi problemi di sovraffollamento. D'estate, si trasforma in un forno con il dilagare di malattie come AIDS e tubercolosi. Ma l'elenco è lungo.
Tornerò sull'argomento, altre volte, quando da noi, i problemi locali sono, grazie al cielo, ben altri, ad esempio la stagione estiva e come andrà.
Mi pongo una domanda. Cosa fa l'ONU per queste carceri vergognose? Certo, non può fare molto. Ma potrebbe, ad esempio, approvare, una o due volte l'anno, un elenco mondiale delle peggiori carceri, pubblicizzarlo e chiedere in merito allo Stato locale, invitandolo a trattamenti più umani. Potrebbe pubblicizzare quindi, le risposte avute. Forse è poco, ma tutto serve.
Guido Retali
Caro Guido
Non mi pare tu abbia citato tra le carceri più vergognose, proprio quelle del "giardino di casa" libico, veri e propri lager (finanziati coi nostri soldini) dove da anni si consuma ogni sorta di bestiale atrocità, e dove abbiamo appena rimandato, con volo di Stato e tutti gli onori, un ricercato internazionale poiché criminale della peggiore specie. Poi, scusa, mi pare che di problemi della detenzione ne abbiamo pure in casa nostra, con carceri più che sovraffollate, personale di custodia ridotto allo stremo, suicidi tra detenuti (e perfino agenti) che hanno toccato numeri spaventosi. Ma un povero cristo che crepa impiccato in una cella o annegato in mare, o assassinato da un aguzzino libico, lo capisco, non fa più neanche notizia, pure se è "cosa nostra".
s.