Gentile sig. Simone De Rosas, poiché Lei si è manifestato ansioso di conoscere le opinioni altrui e tanto per restare in ambito squisitamente Nordico, si potrebbe fare come alle Fær Øer con in “Tunnel dell’Eysturoy” (Eysturoyatunnilin): il primo tunnel sottomarino addirittura con le diramazioni tra alcune delle varie isole di quel remoto arcipelago che di “insularità” se ne intende parecchio, essendo formato da 18 (diciotto) isole situate in mezzo non al Canale di Piombino, ma in pieno Oceano Atlantico a mezza strada fra la Norvegia e l’Islanda. La mia fattibile proposta è la seguente: tanto che ci siamo, perché limitare i benefici del costruendo tunnel alla sola Elba?
Perché non togliere dall’“insularità” anche Pianosa, la Capraia, il Giglio e Giannutri? Con tutto un sistema di diramazioni in fondo al mare (anzi: sotto il fondo del mare) , anche le isole cosiddette “minori” dell’Arcipelago Toscano potrebbero godere finalmente di infrastrutture all’avanguardia, di un adeguato sviluppo turistico, di un collegamento sicuro e -ovviamente- “sostenibile” e di “investimenti”, di benefiche speculazioni edilizie e di altri grandi vantaggi. Con un paio di miliardi in più si potrebbe anche studiare una diramazione per la lontana Gorgona, ovviamente da collegarsi a Livorno con altro ed apposito tunnel dopo aver attentamente valutato l’ “impatto ambientale” ed eventuali tentativi di evasione dei detenuti -tutti aspetti da valutare con “estrema accuratezza”, caratteristica tipicamente italiana-. Al tunnel potrebbe essere abbinata una “via di fuga” animale, in modo da evacuare agevolmente i cinghiali e rispedirveli tutti in Val di Cornia e a Piombino (prov. di Grosseto, che come sindaco ha già vagheggiato)Indispensabile
Con il tunnel diramato (in lingua norvegese: <em>Elbatunnelen</em>, in faroese: <em>Elbatunnilin</em>) non soltanto i ragazzi e le ragazze dell’Elba, ma anche quelli di Cerboli, di Palmaiola e dell’Isola dei Topi potranno avere in futuro migliori condizioni di vita e di lavoro. Pensiamo anche alle nuove generazioni che dovranno vivere in una Montecristo finalmente -ancorché ecosostenibilmente- restituita al consesso umano e civile, e non ridotta a rifugio di caproni! E’ ora sì, e boia dé, di promuovere un serissimo studio con dei dati, e qui mi propongo umilmente (sebbene esageratamente remunerato ai limiti dell’esosità, ma anch’io ambirei ad essere un investimento) per dare un mano nella e nell’analisi di ogni documento relativo ai tunnel nordici, essendo buon conoscitore della lingua norvegese, dell’islandese e anche un po’ del faroese.
In questo 2025 un tunnel sottomarino tecnologicamente avanzato non si nega a nessuno; naturalmente, a condizione che l’edificando tunnel sia del tutto gratuito e non sottoposto ad alcun micidiale pedaggio. Che il tunnel sia libero e proletario, sia per i residenti che per i pendolari, sia per i turisti che per i fornitori. Magari, che so io, gli immensi costi di gestione potrebbero essere coperti rinunciando all’acquisto di qualche missile o di altri armamenti vari; che cosa ne pensa, sig. De Rosas? Meno riarmo e più tunnel! E menomale che, nei Suoi “call”, non Le è venuto in mente un ponte (ma per quello c’è già il sig. Ministro delle Infrastrutture). Come sarebbe più bello, poi, arrivare arcaicamente via mare, assaporando però l’antico fascino del Piombino Channel 1.0 a bordo e di modernissime navi misto-pubbliche (o misto-private) e dotate di tutti i comfort e romantica orchestrina, tra le quali almeno una potrebbe essere intitolata a Luca Ceccobao?…
In ultimo, però, Le chiederei di chiarirmi un dubbio relativo alla sigla della Sua formazione politica: “PD” significa percaso “Partito Devastatore”? In tale malaugurato caso -peraltro già ampiamente sperimentato in Val di Susa e altrove - ritengo che per i Suoi “call” ci vorrebbe, seriamente, un callifugo. Cordialissimi saluti e buon tunnel, spero diramato!
PS1: ma come mai i “rendering” delle “grandi opere” sono tutti così bellini, con gli alberelli, le siepine, i prati verdeggianti, il cielo sereno, tutto pulito e con l’Elba sullo sfondo che attende serenamente frotte di automobili ecosostenibili (tranne che in luglio e agosto)….?
PS2: Ora che mi viene in mente, per la denominazione del tunnel, al posto dell’anglicizzante “Elba Tunnel” si potrebbe sfruttare una ben più nostrana tradizione e chiamarlo “Tunnelba”, come le sardine Napoleonelba e le bibite Spumelba. Sarebbe, a mio parere, più sostenibile!
Riccardo Venturi