Umberto Mazzantini (con altri) ha denunciato sulle pagine di Elbareport, un nuovo duro colpo inferto alle condizioni di vita della popolazione degli storici e più grandi Comuni dell’isola: Marciana e Rio.
Niente più giornali, persino quelli locali, per non raccontare il dramma delle saracinesche abbassate e del taglio dei viveri per l’assenza di mercato.
Allenarsi alla sopravvivenza, come fossimo in tempi di guerra, diventa un calvario quotidiano. Per arrotondare le misere pensioni e reagire alla cronica disoccupazione e alla fuga dei negozi cacciati dai supermercati, un po' di profitto si guadagnava dagli affitti estivi, assicurati dai turisti vacanzieri senza particolari obblighi burocratici.
A sorpresa è arrivata la mazzata nazionale della stretta normativa sugli affitti brevi, con una serie di vincoli legislativi codificati, SCIA per avviare l’attività ricettiva e CIN, codice identificativo nazionale per il registro di immobile, il codice va esposto sulla porta di casa.
Tutte le procedure, le richieste di avvio di attività e le notificazioni vanno trasmesse allo Stato padrone via telematica online, mentre la ricerca dei servizi indispensabili da intraprendere si ottiene solo tramite internet.
Oltre il possesso di un computer aggiornato alla attualità, sono essenziali dentro la casa vacanza b&b (bed and breakfast) le dotazioni di estintori per una copertura antincendi e dispositivi contro fughe di gas combustibile nonché moderne misure di sicurezza certificate dalle autorità.
Con una popolazione elbana sempre più anziana rischia di incombere un ulteriore disagio per sopravvivere, in una condizione di vita sempre più precaria.
Indispensabile a questo punto un intervento di solidarietà pubblica per scongiurare che gli affitti brevi diventino impraticabili o deviati dalla retta via, e condannati all’abusivismo per impotenza di difese o per mancanza di alternative corrette.
E' opportuno che le amministrazioni pubbliche si dotino di strumenti tecnici di supporto, commisurati ad un problema "sociale" che si profila e che non è di poco conto.
Romano Bartoloni