I comuni chiamati anche in toscana al voto in parecchi casi devono vedersela con la controversa esigenza di unificarsi con territori contigui non sempre bene accetta dagli interessati. Ma bisogna risparmiare, questo è il mantra. Anche le province d’altronde sono state liquidate non discutendone il ruolo ma i conti. E dopo? Dopo avremo l’area vasta che nessuno è in grado di spiegare cosa sia effettivamente e come possa essere gestita. Per i grandi capoluoghi dopo vecchie e prolungate inadempienze si sta rilanciando le città metropolitane in 20 casi che come è stato detto superano Germania, Austria e Francia messe insieme. La Stampa di Torino ha titolato ‘La grande abbuffata’. Questa è l’aria che tira d’altronde non dimentichiamo che per i piccoli comuni si arrivò persino a prevedere quante volte e a che ora avrebbero dovuto incontrarsi gli assessori. Si aggiunga che per le regioni c’è chi pensa che lo stato deve togliergli varie competenze, ad esempio, il turismo ma non solo. Su questo sfondo si parla di Senato delle autonomie (a gratis) e di nuovo titolo V che alla luce di questa confusione non lascia presagire niente di buono.
Ma neppure dopo i tanti disastri che hanno taroccato, assai più dei fotografi, il nostro paesaggio e territorio e mentre da più parti si riconosce che bisogna tornare presto a politiche di programmazione dei piani di bacino come di quelli dei parchi e delle aree protette che riguardano ambienti e territori delicatissimi e strategici ben poco si parla.
E non si dica che mancano i soldi. Mancano ma come mai in parecchi casi anche quelli disponibili non si è riusciti a impiegarli con progetti che riguardassero il prima e non il dopo?
Qui più che aree vaste rischiamo di avere aree perse.
Renzo Moschini