Sui giardini pubblici delle Ghiaie è già stato detto e scritto molto. Lo stato manutentivo del parco è disastroso, chiunque ne può essere testimone frequentandolo o solo passando di là. Il verde sta morendo, le essenze vengono tagliate od estirpate senza aver la conoscenza necessaria per mantenerle, l’assieme dei giardini come erano stati creati in anni lontani è ormai simile ad un polveroso campo di terra molto poco ombroso con una sgangherata recinzione.
Ciò constatato, si resta prima meravigliati, poi sconcertati ed infine scandalizzati se a questi risultati si accoppia l’entità dell’appalto emesso dal Comune per la loro “manutenzione” (rep. 2395)
A fronte dello stato comatoso in cui versa il verde pubblico delle Ghiaie si viene a sapere dai giornali on-line che il Comune spende 134.035 € all’anno con un contratto triennale 2011- 2014. In assoluto non può affermarsi se è tanto o poco, dobbiamo però confrontare la spesa fatta con i risultati ottenuti, tenedo ben presente che l'appalto è costituito quasi totalmente di mano d'opera.
L’importo, diviso per i 12 mesi dell’anno e per i 22 giorni lavorativi al mese, portano ad un onere lordo di 500 € che ogni giorno viene speso per la manutenzione del parco, assegnata alla Coop. Terra Uomini Ambiente di Castelnuovo Garfagnana (LU). Dovremmo quindi vedere almeno 3 addetti in ogni giorno dell’anno - che piova, grandini o tiri vento, sia di mattina che di pomeriggio per le 8 ore lavorative - che tirano a lucido il verde, trapiantano, annaffiano, coltivano, potano, puliscono, risanano, concimano, annaffiano.
Se l’intervento fosse settimanale, poiché la matematica non è un’opinione, dovremmo vedere in quel giorno specifico di ogni settimana per tutto l'anno un esercito di almeno 15 persone che intervengono nei giardini; chi l’ha mai visti? Con questa “forza lavoro” dovremmo avere un parco talmente curato da fare invidia a quelli di Boboli, od a piazza dei Miracoli, invece abbiamo terra polverosa e piante malandate in quantità sempre minore poichè senza "rimpiazzi".
Da cittadino traggo due conclusioni, dando in primis per scontata la correttezza formale dell’appalto. L’Amministrazione non ha capacità di “controllo” dei lavori appaltati, intendendosi come tale la verifica della rispondenza dell’onere economico dell’appalto al reale impegno della ditta appaltante ed ai risultati ottenuti, oppure non c’è capacità di stesura di un appalto “vincolante” nei confronti dell’appaltatore. In entrambi i casi c’è carenza gestionale pubblica.
E’ solo un esempio locale della cattiva gestione del denaro pubblico, cioè dei contribuenti-cittadini.. Dovremo noi cittadini essere molto più esigenti ed attenti con le Amministrazioni future per massimizzare quanto ottenibile dalla spesa pubblica, come farebbe qualsiasi buon padre di famiglia. Molto spesso non sono i soldi che mancano bensì la capacità di spenderli bene.
In alternativa ai cittadini resta solo la citazionedi una celebre gag di Totò in un suo noto film “.... e io pago”!.
Alberto Nannoni