Mentre all’Elba vengono segnalate strane piste di motocross, come una in Val Carene a Portoferraio, mentre il Corpo forestale dello Stato praticamente ad ogni uscita trova motocrossisti abusivi sui sentieri e sulle piste forestali del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano, mentre si prepara il solito assalto di austriaci, svizzeri e tedeschi guidati da ascari italiani/elbani in Ktm lungo i sentieri fioriti e popolati di animali ed escursionisti della Pasqua elbana. Il 29 e 30 si correrà all’Isola d’Elba il Campionato Italiano Motorally ed è strano e preoccupante che, proprio in un’isola coperta per il 53% da un Parco Nazionale, si disputi la sola prova che dura due giorni di un campionato italiano che, secondo gli stessi organizzatori, è «Una pazza idea», visto che «Fino alla gara di un anno fa sembrava impensabile un motorally su di un’isola che è parco nazionale per grande parte della sua estensione».
A dire la verità nel 2013 gli organizzatori provarono, senza riuscirci, a far passare le moto da sentieri e piste forestali nel Parco chiuse al traffico, tentativo sventato non certo grazie ai compiacenti amministratori comunali, ma alle denunce di Legambiente, all’intervento del Corpo forestale dello Stato ed all’Ente Parco che prese atto dell’impossibilità di far percorrere quelle strade ad una gara motoristica.
Quest’anno, a quanto ci risulta, gli organizzatori, che hanno dedicato l’edizione duplice del 2014 a Napoleone, uno che andava a cavallo alla Madonna del Monte come a Mosca e Waterloo… avevano tentato di realizzare una prova speciale nel promontorio di Calamita, Zona B di riserva generale orientata, cosa che il Parco Nazionale non ha naturalmente consentito, ma resta però un passaggio di “trasferimento” in un’area che in realtà bisogna raggiungere appositamente e con un circuito, che percorre anche strade sterrate chiuse al traffico normale, un anello che riporta al punto di partenza (sic!)… il più strano trasferimento del mondo.
La verità è che questa rumorosa e spetazzante manifestazione per il secondo anno consecutivo percorrerà 200 Km di strade elbane e che molti di questi saranno dentro un Parco Nazionale, in mezzo ai suoi boschi e strade sterrate, nel bel mezzo della migrazione primaverile, in aree tutelate anche dalle Direttive europee Uccelli ed Habitat e da Rete Natura 2000.
E’ chiaro che si tratta di un vulnus che poi apre la strada agli abusi motocrossistici che vengono segnalati appena inizia la buona stagione, quando l’Elba si riempie di trekkers, ma che vanno avanti per tutto l’anno, troppo spesso impunemente.
Già nel 2013 il Presidente del Parco disse che non era possibile negare il passaggio di moto su strade aperte al traffico e che per farlo bisognava avere un Regolamento che il Parco non ha ancora, non avendo il ministro dell’Ambiente ancora nominato il Direttivo dell’Ente (ed è passato un anno e non l’ha ancora fatto). Invitiamo il Presidente Giampiero Sammuri a prendere l’impegno che questo sarà il primo compito del nuovo direttivo.
Intanto Legambiente continua a pensarla come il Capo del Corpo forestale dello Stato Cesare Patrone che nelle sue disposizioni al personale su “Manifestazioni motociclistiche e pratiche fuoristrada in aree protette” il 3 gennaio 2012 scriveva: «I Sigg.ri Capi dei CTA sono infine preposti a sollecitare, dove necessario, gli enti gestori dei parchi nazionali, affinché i rispettivi regolamenti integrino sia il divieto di svolgimento di manifestazioni motoristiche di ogni genere, sia più stringenti misure di limitazione del transito fuoristrada ordinario, mediante un’attenta valutazione della viabilità secondaria presente nei parchi nazionali, come indicata agli artt. 2 e 3 del Nuovo Codice della Strada (D.Lgs. 30 aprile 1992, n. 285), che consideri lo stato di fatto di vicinali, mulattiere, carrarecce e sentieri ai fini delle rispettiva destinazione ai soli transiti compatibili con la tutela del suolo e delle emergenze naturalistiche (vegetazionali e faunistiche), storiche e paesaggistiche dell’area protetta».
E’ esattamente il contrario della «Pazza idea» a base di combustibili fossili che per due giorni scorrazzerà in un’area protetta e che è l’esatto contrario della sostenibilità che un Parco nazionale dovrebbe promuovere e tutelare, un vulnus incomprensibile al quale bisogna mettere riparo il più presto possibile, per questa ed altre manifestazioni motoristiche, ristabilendo con la norma adeguata il rispetto dei fini di un Parco nazionale, che non possono certo essere quelli di far “trasferire” centinaia di moto in una Zona B che fa parte di una Zona speciale di conservazione dell’Unione europea.