Sulla Strada Provinciale 26 circolano voci e proposte di soluzione che obbligano l’Amministrazione Comunale a una presa di posizione chiarificatrice.
Cominciamo col dire che gli sprofondamenti del terreno sono una caratteristica storica della zona del Piano, ma che la prima manifestazione che l’ha direttamente interessata risale al 2008.
Solo nel 2013, dopo interventi di semplice ripristino, la Provincia di Livorno con un finanziamento della Regione Toscana ha installato un impianto georadar che consente di monitorare l’intera zona.
Nei cinque anni dal primo episodio non si è purtroppo ritenuto di approfondire il fenomeno (entrato nel lessico collettivo come sikhole o “buco di lavandino”) con indagini sul territorio tali da circoscriverlo esattamente.
L’analisi geotettonica dell’area ha consentito di definire un perimetro grossolano soggetto a sorveglianza quotidiana che ci ha consentito di anticipare il fenomeno di sprofondamento verificatosi il 4 febbraio.
Ma ora bisogna passare dall’osservazione, quanto mai indispensabile ma non prorogabile all’infinito, all’analisi approfondita del territorio sottostante, possibile solo con indagini geoelettriche e gravimetriche, che permettano d’individuare con maggiore approssimazione la “mela marcia” e quindi i punti d’appoggio per una futura variante e per la stessa disciplina urbanistica della zona.
Per questo tipo d’indagine ha già iniziato il lavoro un’equipe guidata dal prof. Carmignani dell’Università di Siena e il Comune è alla ricerca dei relativi finanziamenti, in parte già assicurati da ASA: lo studio, stanziamenti permettendo, dovrebbe essere completato nel breve.
Fin qui l’analisi e le prospettive per una più approfondita conoscenza dell’estensione del fenomeno.
Riguardo al ripristino della viabilità, la cui consegna del cantiere è avvenuta mercoledì scorso, iniziamo subito col dire che nella gestione dei tempi della crisi il pressing esercitato dall’Amministrazione ha consentito di anticiparli di 15 giorni: una settimana per la convocazione della Regione e una settimana per la delibera del finanziamento, impegnato direttamente dal Presidente Rossi in occasione della sua visita del 21 marzo.
Altra questione riguarda l’occupazione temporanea delle aree interessate dal bypass, risolta, dopo l’approvazione del progetto, con una decretazione d’urgenza che, con la fattiva collaborazione dei proprietari interessati, ha lasciato aperta la porta a una trattativa utile ad evitare futuri aggravi sulla Comunità.
Qualcuno ha anche ipotizzato transiti estemporanei su passaggi esistenti fra la via del Villaggio Togliatti e la stessa Provinciale, ai quali aveva in concreto pensato anche l’Amministrazione, subito bocciati per l’oggettiva impraticabilità e anche perché in area di rischio.
Ulteriore tema sul quale la nostra Comunità ha molto dibattuto ai vari livelli è quello del passaggio dalla Lavanderia ILVA, e cioè perché non passare dallo stesso bypass dell’anno scorso o non renderlo accessibile perlomeno nel grande ponte di Pasqua, sì da attenuare i disagi del primo flusso turistico di primavera e, soprattutto, le difficoltà degli operatori economici?
Un ripristino del transito dalla lavanderia non è possibile perché è necessario realizzare una bretella a due sensi di marcia destinata a essere utilizzata per più tempo, secondariamente perché il suo riutilizzo causerebbe gravi difficoltà all’azienda in un periodo di piena attività, con rischi per gli 80 dipendenti impiegati.
Anche la soluzione estemporanea del periodo di Pasqua, per quanto accarezzata, non è risultata praticabile, perché interferirebbe col cantiere in corso e richiederebbe (come da preventivi richiesti per non lasciare nulla d’intentato) 35.000 euro d’investimento per la protezione degli impianti tecnologici sottostanti al piazzale, francamente irragionevole per un periodo di tempo così limitato.
Rimane a questo punto l’ipotesi, da tanti prospettata, e anche dall’Amministrazione immaginata, di una riapertura, magari a senso unico alternato, della Provinciale, dal momento che le rilevazioni georadar non manifestano segnali di movimento o di cedimento.
Posta la questione all’ente proprietario della strada, la Provincia di Livorno, la risposta è stata negativa per oggettiva pericolosità del tratto, alla quale l’Amministrazione Comunale di Rio Marina non ha alcuna possibilità di controbattere se non vuole violare una disposizione dell’Autorità preposta.
Questo, in estrema sintesi, il riassunto dei fatti come si sono svolti e articolati negli ultimi due mesi e che l’Amministrazione ha sempre cercato di gestire nell’interesse della propria Comunità.
Dispiace ed è solidale con gli Operatori Economici del territorio che contavano con questo grande ponte di primavera di rifarsi delle difficoltà incontrate, ma spera al contempo che i flussi turistici inevitabilmente perduti potranno essere recuperati più avanti anche col contributo del nutrito calendario degli eventi del Bicentenario Napoleonico che l’Amministrazione ha messo in campo in collaborazione con la Pro Loco di Rio Marina e Cavo.
L’AMMINISTRAZIONE COMUNALE DI RIO MARINA
Rio Marina, 16 aprile 2014 (immagine tratta da Il Vicinato)