Remigio Sabbadini ha il merito di aver investigato sul dialetto elbano pubblicando e commentando una vasta raccolta di toponimi, circa 650, cifra cospicua, considerato il fatto che sono stati eliminati quelli che apparivano di formazione recente. Comunque qualsiasi origine abbiano e qualunque sia il territorio su cui si trovano fissati, quando non siano di origine moderna, i toponimi ci appaiono tutti pervenuti alla forma attuale seguendo le stesse trasformazioni che avrebbero potuto seguire in Corsica. Zaccarì ne è una prova, nome preso dall’elenco del Sabbadini, che più diverge dal dialetto pisano-lucchese e più si avvicina al dialetto corso.
Zàccari (Capoliveri), cioè “zàcchere”, da connettere col corso “zàccalu” = cacherello, sterco caprino.
Quindi il toponimo deriva dall’uso di quel luogo, ovvero una specie di concimaia nelle vicinanze del paese. Se Barbetti avesse saputo tutto ciò non sarebbe caduto nel tranello che tutti sanno “merda porta merda”! Quell’orribile catastrofe che tutti i giorni siamo costretti a vedere e che nessuno ci invidia, costata ai capoliveresi un sacco di soldi, centinaia di migliaia di € solo per metterla in sicurezza, ma sicurezza per chi? Se ad ogni acquazzone o pioggia insistente il Barbetti per la sua sicurezza personale emette un’ordinanza di possibile sgombro delle abitazioni sottostanti !
Sono trascorsi 5 anni e l’opera è lì in bella mostra, mai una parola, un solo accenno dell’Amministrazione per un’adeguata soluzione e ora le promesse elettorali!
Spero che vinca la prossima “gara” elettorale la lista COSTRUIAMO IL FUTURO perché sull’utilizzo di quel luogo ha le idee chiare, anche se una cosa è certa ai capoliveresi costerà un fottio di soldi, come del resto la palestra “barata”, ecc; L’edificio che ospita il comune nuovo, l’edificio del Flamingo sono sicuri perché non li ha realizzati Barbetti.
Luciano Geri