Parte da Confesercenti una preziosa iniziativa che canalizza idee e critiche delle imprese della zona del portoferraiese.
Il documento, presentato alla stampa ieri, 7 maggio, è un sunto di quelle che sono state le risposte ad un questionario che Confesercenti Livorno ha proposto a 400 imprese della provincia, tra questi, selezionando quelle degli imprenditori elbani è stato possibile stilare una lista di necessità e problematiche riconosciute dei cittadini del capoluogo elbano.
Franco de Simone e Giorgio Leonelli per Confesercenti presenteranno quindi il documento ai candidati Sindaci sperando di poter creare una sinergia tra le necessità dell'amministrazione e i bisogni dei cittadini per il rilancio di piccole e medie imprese.
Le associazioni di categoria spingono affinchè si lavori per dare un'identità alla città, un'identità sulla quale comunicare, effettuando scelte armoniche, dagli arredi agli eventi. Particolare attenzione per La Porta dell'elba (porto), de Simone sottolinea la necessità di agire in tempi brevi per migliorare la funzionalità, l'organizzazione la pulizia e il confort che dovrebbero essere una priorità assoluta anche per gli altri comuni dell'isola.
L'idea su cui si basa questo documento può essere considerata come management cittadino, dove le amministrazioni si appoggiano alle associazioni di categoria per conoscere le problematiche e i dati effettivi del territorio, per avere un visione più ampia lavorare per il bene della comunità intera e non del cittadino che "grida" più forte, diviene, quindi, necessario garantire il confronto tra le esigenze degli operatori economici e gli strumenti di governo del territorio a disposizione dei comuni.
Ecco punto per punto il documento che Confesercenti sottopone ai candidati sindaci in previsione delle elezioni europee e amministrative 2014:
La città
Per mettere a punto delle proposte per la città non possiamo fare a meno di sottolineare come queste debbano inquadrarsi in un progetto complessivo che ha come punto di riferimento l’identità di questo luogo. Per mezzo della propria identità infatti una città comunica e parla di sé, della propria storia, della cultura, ecc..Le scelte che vengono fatte non possono ignorare questo aspetto perché possono contribuire a riattivare quel linguaggio comunicativo che sta alla base dell’organizzazione e quindi anche del successo economico e commerciale della città.
Per partire non possiamo fare a meno di inquadrare la crisi del centro storico, una tendenza in atto da almeno 15 anni, quindi solo in piccola parte legata alla situazione economica del paese Italia.
Probabilmente i motivi della crisi sono molteplici e non soltanto infrastrutturali, appare evidente infatti che nodi come quello del traffico, l’uso dei parcheggi, quello del mancato ammodernamento degli arredi e del sistema commerciale, l’alto costo degli affitti commerciali e la mancata valorizzazione dei contenitori storici e culturali, rappresentano sicure concause .
Come associazione non possiamo non ribadire che questi problemi vanno affrontati con il necessario coraggio ed includendo le azioni in un progetto ampio e graduale che tenga conto delle attuali difficoltà del commercio.
Un'idea, in questo senso, potrebbe essere un progetto di “management cittadino”, sul modello dei town center management inglesi, del quale potrebbero far parte Comune, banche, associazioni di categoria, società partecipate, rappresentanza dei proprietari dei fondi commerciali, ecc. e che si potrebbe occupare di studio dati sul commercio della città, indirizzi e consulenza di mercato per le nuove aperture di attività ed azioni riguardanti il marketing turistico della città.
Viabilità e parcheggi
Sulla viabilità e sui parcheggi è necessario intervenire per mettere a punto modalità di trasporto alternativo con incentivi all’uso del mezzo pubblico, attualmente assenti, e realizzazione di piste ciclabili, in linea con l’idea di una città più vivibile. Nel frattempo però occorre razionalizzare le aree fruibili per il parcheggio, soprattutto in centro storico dove le scelte sulla viabilità dovranno tener conto della stagionalità della presenza turistica; razionalizzazione che significa anche revisione, laddove necessario, dei parcheggi a pagamento con equa redistribuzione a livello comunale delle aree free parking (anche qui occorre tener conto della stagionalità).
Pensiamo che sia anche necessario un impegno della nuova amministrazione per favorire convenzioni tra imprese commerciali della città e società di gestione dei parcheggi a pagamento, in modo che le aziende siano messe nelle condizioni di poter inserire nei propri bilanci il costo dei biglietti nelle occasioni sempre più frequenti in cui questi vengono offerti alla clientela.
Occorre anche effettuare una verifica attenta dei parcheggi nei pressi delle spiagge. Se vogliamo che queste siano uno strumento della nostra industria turistica, è necessario realizzare i parcheggi in numero adeguato, oppure prevedere norme di viabilità che consentano ai nostri ospiti di frequentarle senza diventare poi oggetto di sistematiche azioni repressive. Anche questo approccio diventa parte del sistema “accoglienza” che incide sulla qualità di una vacanza e sul “ricordo” positivo o negativo che ci si porta di essa.
Arredi
Il problema del mancato ammodernamento (anche negli arredi) del sistema commerciale è diffuso e non riguarda il solo centro storico dove per altro si somma a una presenza di tipologie di vendita non pienamente in linea con l’attuale funzionalità dell’area. Questa infatti appare divisa tra la necessità di far fronte a categorie di consumo medio alte in estate (vedi clienti del porto turistico) e consumi limitati ai bisogni dei pochi residenti in inverno.
La questione è complessa e probabilmente non è risolvibile con i soli incentivi che potrebbe mettere a disposizione un Comune. La forte concorrenza dei quartieri commerciali periferici, la crisi economica e la stretta da parte delle banche sul credito alle imprese stanno poi peggiorando la situazione. Anche qui, un programma di sviluppo della città chiaro ed a medio - lungo termine, ed un riadeguamento delle regole sugli arredi e insegne, potrebbe consentire alle imprese di mettere in atto strategie aziendali favorevoli a investimenti in questo ambito.
Affitti commerciali
Il prezzo molto alto degli affitti commerciali è una piaga aperta, ne risulta testimonianza la presenza sempre maggiore di locali sfitti (situazione che genera per altro anche un diffuso degrado esteriore della città).
Su questo aspetto occorre intervenire quanto prima con un sistema articolato di disincentivi per gli immobili commerciali tenuti “a disposizione”. Il sistema potrebbe essere agganciato alle tasse sugli immobili, a quelle relative allo smaltimento dei rifiuti ed ai suoli pubblici, sui quali il disincentivo potrebbe essere legato a forti penalità in capo agli stessi, in caso di mancata gestione dei locali per un tempo troppo lungo. Sempre su questo fronte, molto interessante potrebbe essere la costituzione di un osservatorio comunale degli affitti commerciali. L’iniziativa potrebbe trovare la collaborazione di tutte le associazioni di categoria e costituire un valido punto di riferimento sia per le aziende che per i proprietari di immobili.
Valorizzazione delle emergenze storiche
Siamo in presenza di un sostanziale mancato sviluppo delle potenzialità turistiche della città e nello specifico di una mancata valorizzazione dei contenitori culturali e museali del centro storico soprattutto quello del sistema fortificato cinquecentesco. Qui a nostro avviso serve una managerialità di alto livello che sfrutti canali nazionali ed internazionali per sviluppare progettualità ed investimenti in comunicazione oltreché infrastrutturali.
Occorre anche tener conto del fatto che l’attuale funzionalità del centro storico è spesso in contrapposizione con lo sviluppo turistico della stessa area. Un esempio concreto è che l’assenza di percorsi turistici “protetti” (soprattutto dal traffico automobilistico) impedisce l’inclusione della città in molti pacchetti turistici.
La porta dell’Elba
Serve un azione volta a superare il degrado presente nell’area limitrofa alle banchine del porto, la cosiddetta “porta dell’Elba”. Azione che noi non vediamo così strettamente legata ai progetti del cosiddetto waterfront, che prevedono, nei risultati, tempi di risposta medio lunghi. In questo caso siamo in presenza di un intervento che riveste i crismi dell’emergenza in un area di ingresso alla nostra isola , cioè un luogo nel quale passano tutti i nostri ospiti estivi e non. Un area di servizio, oltreché di transito, le cui funzionalità, organizzazione, pulizia e confort dovrebbero essere considerate una priorità assoluta, per l’isola intera.
A riguardo, possono essere intraprese molte iniziative, per esempio l’attivazione di sinergie utili allo scopo, con soggetti più o meno coinvolti ( Port autority, gestione associata per il turismo, comuni dell’isola) e convenzioni con imprenditori. Tutto volto a migliorare: segnaletica turistica, monitor con informazioni per l’utenza in arrivo ed in partenza, luoghi protetti per l’attesa dei passeggeri, verde pubblico, parcheggi per chi deve lasciare l’auto in sosta per un certo periodo di tempo, maggiore pulizia.
Dopo di che, ben vengano, con l’adeguata attenzione da parte del pubblico, progetti come il cosiddetto porto cantieri, la stazione marittima, ecc. ecc.
Eventi, sagre e fiere
Senza aver affrontato quanto prima descritto, un piano degli eventi non è pensabile, ma è altrettanto vero che questi rappresentano spesso e volentieri quell’ossigeno di cui molte aziende ed esercizi pubblici abbisognano per superare periodi di scarso flusso economico.
Affrontare questo argomento con l’elenco delle manifestazioni che si vorrebbero fare ci appare un esercizio inutile, dato che sono molte le variabili di cui tenere conto (stagione, risorse, soggetti organizzatori, strategie, ecc.). Ci teniamo tuttavia a sottolineare quelle che secondo noi dovrebbero essere le linee guida di un progetto eventi della città (e del territorio tutto) e cioè:
1) organizzare iniziative armoniche con l’identità definita della città;
2) puntare ad eventi in linea con l’immagine complessiva dell’isola e con la strategia di promozione turistica adottata a livello comprensoriale (con particolare riferimento al turismo sostenibile);
3) sviluppare iniziative in sinergia con progetti comprensoriali (es. prog. Cicloturismo della Provincia, Walking festival, Elba no plastic, Paes, ecc.).
4) mettere a punto, concertato con le associazioni di categoria e i soggetti organizzatori direttamente interessati, un piano annuale delle sagre e delle fiere.
Piano del commercio su aree pubbliche
E’ sempre più improrogabile la realizzazione di un piano del commercio su aree pubbliche. Le norme e le esigenze del commercio su area pubblica sono cambiate molto negli ultimi anni, soprattutto a seguito della conferenza Stato Regioni del 05.07.2012, e il Comune di Portoferraio sta affrontando la situazione con regole ormai molto vecchie. Servono inoltre una riorganizzazione migliorativa del mercato settimanale, adeguate dotazioni igienico sanitarie, sempre per l’area mercato, e nuove regole di utilizzo degli spazi della città più in generale.
La concertazione con le associazioni di categoria: da concetto sempre più astratto a metodo politico
Chiediamo ai candidati di esprimersi chiaramente sul concetto di concertazione (cosa diversa dal consociativismo) e sulla necessità di riattivarla in modo più concreto rispetto a quanto è stato fatto negli ultimi anni. Dopo le cosiddette “liberalizzazioni” (secondo noi negative da ogni punto di vista) portate avanti in questi anni dai vari governi nazionali, lo strumento della concertazione ha subito anche a livello locale un drastico ridimensionamento: crediamo invece che lo strumento debba essere rilanciato con forza come unico momento di consapevole governo del territorio. Siamo convinti inoltre che un adeguato tavolo di confronto con le associazioni di categoria possa consentire un ragionevole dibattito ricco di analisi, spunti e idee, con soggetti che rappresentano inequivocabilmente una sintesi concreta delle istanze provenienti dal territorio e dal mondo del lavoro autonomo in particolare.
Conclusioni
Purtroppo non abbiamo molto tempo davanti: il nostro paese e le nostre comunità locali, al di là della crisi presente, rischiano di non poter essere in grado neanche di mettere in campo le condizioni strutturali minime e indispensabili per agganciare la ripresa qualora si appalesasse.
D’altro canto, il livello amministrativo locale è quello dove maggiormente produttivi possono essere taluni modesti interventi di sostegno e agevolazione per le piccole e medie imprese. Ecco perché con estrema determinazione rivendichiamo la necessità di riattivare concrete ed efficienti politiche di concertazione, che siano in grado di garantire il confronto tra le esigenze degli operatori economici e gli strumenti di governo del territorio a disposizione dei comuni.
L’appuntamento elettorale che ci attende nel corso di questa primavera diviene, in quest’ottica, un’occasione per dare un segnale preciso agli operatori economici ed all’economia locale nel suo complesso: bisogna, cioè, che le nuove amministrazioni siano in grado di dimostrare la volontà di condividere insieme agli attori economici del territorio un percorso di crescita, capace di prendere atto delle profonde modificazioni sociali ed economiche che hanno stravolto gli equilibri preesistenti e di traguardare un futuro certamente complesso, che metterà tutti, nessuno escluso, di fronte alle proprie responsabilità.