Se il candidato a sindaco Ferrari si sente attaccato dall’altro candidato Lanera sulla vicenda del canile comprensoriale, se la prenda con quest’ultimo e non faccia strumentali polveroni, tirando in ballo il comune di Portoferraio, che ha sempre agito più che correttamente.
La polemica tra loro due nasce perché la Regione Toscana ha compensato, recuperandoli quindi dai comuni, oltre 50.000 euro, relativi al contributo ottenuto a suo tempo dalla Comunità Montana (anno 2006) per pagare gli interessi sul mutuo del canile. Il problema è che quel mutuo non fu mai acceso dall’Ente ed i soldi del contributo spesi per altre finalità.
Non ho motivo di dubitare che l’arch. Ferrari sia totalmente estraneo a questa vicenda, né mai, tanto per essere chiari, il centrosinistra si è sognato di dire diversamente in qualsivoglia sede, ma non vedo perché lui, che si sente ingiustamente attaccato, attacchi a sua volta del tutto scorrettamente chi non ha alcuna responsabilità.
Basti ricordare che, analizzando la complessa vicenda amministrativa della realizzazione del canile comprensoriale e la enorme mole di atti di cui si compone, appare del tutto evidente come il ritardo accumulato, a partire dal 2005, nella realizzazione dell’opera sia ascrivibile alle difficoltà che ha avuto il Comune di Capoliveri nel completare la procedura urbanistico-edilizia di reperimento dell’area necessaria, da mettere a disposizione dell’Ente Capofila, Comunità Montana e Unione di Comuni poi.
Quando poi la complessa vicenda di reperimento dell’area arrivò a compimento, nel 2011, il Comune di Capoliveri, con delibera di C.C. n. 20/2011 stabilì unilateralmente di essere esentato dal pagamento di ogni onere relativo alla progettazione, alla realizzazione ed alla gestione del canile, con ciò rendendo di fatto impossibile la realizzazione condivisa ed unitaria dell’opera, poiché una simile scelta appariva chiaramente ingiusta e penalizzante per gli altri comuni.
Non spetta a me dire chi sbagliò, ma ad una mia domanda, fatta molte volte pubblicamente, dentro e fuori le istituzioni, non ho mai ottenuto risposta: perché, a suo tempo, le aree interessate non furono semplicemente espropriate per pubblica utilità, senza infilarsi in una interminabile vicenda di urbanistica contrattata, che rese di fatto impossibile per la Comunità Montana operare con tempi accettabili?
A questa domanda bisognerà rispondere, se si vuole fare un po’ di chiarezza su questa triste e grave vicenda.
Roberto Peria - Sindaco