ARPAT ha partecipato alle riunioni istruttorie (tenutesi il 9 ed il 16 giugno) e quindi alla riunione decisoria del 25 giugno 2014 della Conferenza dei Servizi sul trasferimento del relitto della Costa Concordia alla destinazione finale per il suo smaltimento.
In tali sedi è stato evidenziato come ARPAT ha monitorato costantemente sia le operazioni di rimozione del combustibile sia le acque del Giglio e le altre matrici ambientali. Ha dato atto che le imprese che si sono susseguite ed hanno lavorato in tale ambito, lo hanno fatto in maniera responsabile. Ciò ha permesso di avere, grazie anche ai controlli pubblici dal gennaio 2012, una qualità delle acque sempre accettabile.
Nella Conferenza decisoria, ARPAT, preso atto che il parere richiesto poteva riguardare solo il progetto proposto e che venivano ribaditi tempi stretti per il rigalleggiamento ed il trasferimento a Genova, ha chiesto l'inserimento a verbale della seguente dichiarazione:Nella Conferenza decisoria, ARPAT ha chiesto l'inserimento a verbale della seguente dichiarazione:
"Ha comunicato il proprio disaccordo rispetto al metodo seguito, in quanto non sono state puntualmente verificate le possibili alternative tese a ridurre i rischi del trasporto, tuttavia, se la domanda richiede una risposta "secca" [il Presidente della Conferenza dei Servizi ha chiesto ai partecipanti di esprimersi in modo negativo, positivo, positivo con prescrizioni ndr], su un unico progetto che è per il trasferimento a Genova, stante la necessità di rimuovere la nave in tempi brevi, ha espresso parere favorevole a condizione che vengano rispettate tutte le prescrizioni e raccomandazioni contenute nel parere trasmesso il 24 giugno, prima tra tutte, la verifica della disponibilità del porto di Piombino a ricevere il relitto in tempi congrui con le operazioni di rigalleggiamento."
Parere ARPAT trasmesso il 24 giugno:
"Atteso che il presente parere è limitato alla materia ambientale e all'ambito territoriale di competenza dell'Agenzia e che, fermo restando l'impegno al monitoraggio, quest'ultima intende comunque evidenziare possibili problematiche di ambito più generale, proponendo nel contempo i relativi suggerimenti di cautela, come di seguito meglio specificato.
Atteso che la valutazione del rischio relativo alla galleggiabilità ed al sistema di funzionamento dei cassoni è di competenza di altri soggetti, si ribadisce, comunque, la vulnerabilità delle zone attraversate del Santuario dei cetacei e la preferenza per un tragitto più breve, ove siano disponibili altri porti quando il relitto sarà pronto per il trasporto.
Atteso che relativamente alla scelta del porto di Genova quale destinazione finale del relitto, fatta salva in proposito la valenza di eventuali atti delle Amministrazioni competenti, questa Agenzia prende atto delle motivazioni riportate dal proponente, con particolare riferimento:
alla necessità e urgenza di rimozione del relitto della nave Costa Concordia dalle acque del Giglio, considerato anche il notevole superamento del tempo previsto dal progetto iniziale per il suo allontanamento;
alle esigenze di urgenza della rimozione del relitto e continuità delle operazioni di traino con l’operazione di rigalleggiamento, ricordate in premessa nella stessa delibera del Consiglio dei Ministri del 16 maggio 2014;
alle condizioni di vulnerabilità, nei confronti delle condizioni meteo-marine, del relitto equipaggiato con i cassoni, nella situazione immediatamente prima del rigalleggiamento, evidenziate da Costa Crociere in occasione della Conferenza di Servizi del 16 giugno u.s.;
alla prevedibile indisponibilità dei porti di Piombino e Civitavecchia a ricevere il relitto nel momento immediatamente seguente la fase di rigalleggiamento.
A tale proposito si ricorda che ARPAT ha sempre sostenuto, sin dal primo parere espresso il 2 maggio 2012, che “ci si debba riferire ad un porto che riduca al minimo i tempi di trasporto ed i rischi connessi.”
Ritenuto che, nel caso in cui la data di inizio delle operazioni di refloating e delle conseguenti operazioni di traino, fosse compatibile con la piena disponibilità dell’impianto di Piombino o di Civitavecchia a ricevere il relitto, sarà necessario provvedere alla effettuazione di una nuova verifica della destinazione finale, per ridurre ulteriormente i rischi ambientali e di sicurezza relativi alle operazioni di traino.
Considerato che la fase del traino verso il porto di destinazione finale rappresenta una parte molto delicata del progetto, in quanto il convoglio dovrà attraversare il Santuario dei cetacei, dovranno essere analizzate, d’intesa con le Agenzie competenti (LaMMA e ISPRA), le migliori condizioni meteo per il coordinamento in sicurezza di tutte le operazioni.
Ritenuto che, a prescindere dalla configurazione giuridica rifiuto/non rifiuto, debbano essere fornite adeguate garanzie fidejussorie, per eventuali sversamenti o incidenti, a carico del proponente.
Ricordato che, a livello più generale, prima dell'inizio delle singole operazioni contenute nel progetto, dovranno essere ottenute tutte le relative autorizzazioni previste dalle norme vigenti, compresa l’Autorizzazione Integrata Ambientale relativa all'impianto di riciclaggio e quanto previsto in materia di gestione dei rifiuti, oltre a quelle relative al traino.
Preso atto, per quanto concerne le potenziali sorgenti di inquinamento ancora presenti sul relitto, di quanto riportato nella documentazione prodotta, sia a proposito delle operazioni di rimozione delle sostanze inquinanti effettuate dal momento del naufragio fino ad oggi, sia degli aspetti di sicurezza evidenziati da Costa Crociere, che hanno impedito la rimozione di parte di esse.
Ricordato che, a seguito della rimozione del relitto, si dovrà procedere al ripristino dell’area di cantiere al Giglio, come già previsto anche nella fase WP9 del progetto di rimozione del relitto, procedendo anche al completamento del programma di recupero biologico dei fondali e del monitoraggio dei relativi effetti.
Tutto ciò premesso:
Riteniamo che il piano di monitoraggio proposto, condivisibile nella sua impostazione, debba prevedere che il campione superficiale della colonna d'acqua sia prelevato in corrispondenza del pelo libero e non a meno 0,50 m, in analogia alle modalità adottate per il monitoraggio periodico finora svolto nell'area del relitto. Le modalità di prelievo, a livello operativo, dovranno essere comunque concordate con gli enti di controllo, in funzione delle condizioni meteomarine in essere.
Dovrà essere indicata preventivamente la potenzialità di rimozione degli idrocarburi degli skimmer utilizzati in coda al relitto e dimostrata la loro adeguatezza, sia per la tipologia di idrocarburi ancora presenti a bordo, sia in relazione all'evento incidentale credibile ritenuto più gravoso, del quale viene anche richiesta una valutazione quantitativa (magnitudo, probabilità). Analoga valutazione si ritiene debba essere effettuata con riguardo all'incidente credibile ritenuto più gravoso, riferito alle altre tipologie di sostanze a bordo del relitto.
Preso atto che dalla Relazione ambientale relativa al progetto di trasferimento, emerge che “dalle ispezioni visive condotte sulle casse del combustibile esse risultano aver mantenuto la loro integrità strutturale”, relativamente ai residui di combustibile ancora presenti nei tre serbatoi accessibili dall'esterno 1P, 1S, e 4P, si chiede tuttavia di verificare la possibilità e l'opportunità di effettuarne la rimozione tramite pompaggio.
Gli elaborati progettuali, almeno quelli pervenuti in Agenzia, non sono sottoscritti da figure professionali, portando solo il logo delle società incaricate: dovranno essere univocamente determinate le figure professionali abilitate che sottoscrivono formalmente le varie parti che compongono il progetto.
Come già evidenziato in occasione della conferenza di Servizi del 16 giugno u.s., ritenuto indispensabile il monitoraggio curato dal sistema delle Agenzie ambientali, con la collaborazione dell'Autorità Marittima, si conferma che il battello dell'Agenzia (M/N Poseidon) sarà in grado di seguire il convoglio sino a che non uscirà dalle acque del Giglio, per poi rientrare in porto in modo da poter conferire i campioni al laboratorio di Livorno. Successivamente si propone la presenza di ARPAT con ARPAL e ISPRA a bordo di imbarcazioni della Capitaneria, per effettuare da queste ultime i campionamenti. Il set di riferimento per campionamenti e analisi si ritiene debba essere quello consolidato da ARPAT negli ultimi due anni di monitoraggio delle acque esterne ed interne al relitto. "