Legambiente oggi consegna le Bandiere nere ai pirati del mare, per difendere l’integrità del nostro ecosistema marino e costiero. Due dei cinque vessilli vanno alle compagnie di navigazione protagoniste dei due più grossi incidenti accaduti nel mare dell’Arcipelago Toscano: il naufragio della Costa Concordia all’Isola del Giglio e la perdita di 200 bidoni contenenti sostanze tossiche al largo di Gorgona.
Ed ecco nel dettaglio le menzioni per le due bandiere nere:
A Costa Crociere, la compagnia di navigazione del gruppo Carnival Corporation proprietaria della Costa Concordia, la nave che ha fatto naufragio all’isola del Giglio. La vicenda della Costa Concordia ha evidenziato inadempienze e procedure sbagliate non solo da parte del Comandante, ma anche del gruppo stesso. La scarsa preparazione dell’equipaggio a fronteggiare situazioni d’emergenza, la prassi diffusa di molte navi del gruppo ad effettuare passaggi sottocosta ravvicinati in prossimità di aree di pregio e di coste protette, la gestione della situazione di crisi subito dopo l’impatto con gli scogli delle Scole (zona di massima protezione del Parco nazionale dell’arcipelago toscano) coinvolgono in maniera prepotente Costa Crociere. Il progetto di rimozione del relitto infine, non è stato oggetto di un adeguato processo di condivisione e informazione con il territorio, alla luce dell’evidente impatto ambientale che procurerà.
Alla Grimaldi Lines, la compagnia di navigazione armatrice del Venezia, l’eurocargo che, in una giornata di mare in tempesta che avrebbe dovuto far rinviare il viaggio, ha perso nei pressi dell’isola di Gorgona, nel Parco nazionale dell’Arcipelago toscano, due semirimorchi con un carico di 224 fusti tossici contenenti ciascuno 200 kg di cobalto e monossido di molibdeno (45 tonnellate totali). La società nelle ore successive all’evento non ha dimostrato trasparenza nella comunicazione della reale portata dell’evento e del suo successivo impatto ambientale.
Secondo Umberto Mazzantini, responsabile Mare di Legambiente Toscana, «Anche la Bandiera nera assegnata al Ministro dello Sviluppo Economico Corrado Passera, , ha a che fare con l’Arcipelago Toscano, sia per la possibile riaperture alle trivellazioni petrolifere tra l’Elba e Pianosa, che però deve fare i conti con la presenza del Santuario internazionale del mammiferi marini “Pelagos” che dovrebbe impedirla, sia per il “decreto inchini” che con le deroghe proposte poitrebbe riavvicinare le rotte delle grandi navi al mare protetto eed alle coste del Parco nazionale dell’Arcipelago Toscano. Infatti la Bandiera nera data al ministro ha come motivazione: «Per il Decreto Sviluppo, che ha riattivato le procedure per la ricerca e l’estrazione di petrolio dai fondali marini che erano bloccate dalla legge approvata nel 2010 dopo l’incidente nel Golfo del Messico, e per il Decreto Rotte, una legge monca che si occupa solo delle aree protette (e per le quali peraltro sono già operativi provvedimenti di deroga), ma non è riuscita a vietare i passaggi ravvicinati delle navi da crociera davanti a luoghi delicati e di gran pregio come ad esempio le coste non protette dell’isola di Capri, quelle di Pantelleria, di San Pietro o delle Eolie».
Per la Goletta Verde di Legambiente si preannuncia un’estate calda. Non sarà la temperatura a preoccupare particolarmente l’equipaggio dell’imbarcazione ambientalista, ma piuttosto tutte le malefatte dei nuovi pirati del mare, cioè di coloro che portano avanti un modello insostenibile di sfruttamento e fruizione del mare e delle coste. La storica campagna di Legambiente nel suo viaggio itinerante dalla Liguria al Friuli Venezia Giulia, in quasi due mesi di navigazione, porterà in giro per l’Italia le vertenze ambientali più pericolose che incombono sulla salute e l’integrità del nostro prezioso patrimonio marino.
“I pirati del mare non sono solo delle pittoresche suggestioni dei libri di storia - afferma Stefano Ciafani, vice presidente nazionale di Legambiente –. Come dimostrano le cinque bandiere nere che consegnamo quest’oggi sono una triste realtà, il lato peggiore di un modello di fare economia e politica che tarda a scomparire e che continua ad impattare negativamente sull’ambiente e sulla qualità della vita dei cittadini. Le bandiere nere che consegniamo oggi, rappresentano denuncie precise ma al contempo sono anche il simbolo delle minacce che incombono sul nostro mare e che vogliamo sconfiggere. Con Goletta Verde – conclude Ciafani - andremo all’arrembaggio dei pirati del mare puntando i riflettori sulle politiche che implementano il ricorso alle fonti energetiche fossili, sulla privatizzazione del demanio, su un sistema di portualità che trasforma le coste in giungle di cemento, sul trasporto marittimo senza regole e sulla mancanza di norme di sicurezza nella fruizione del mare”.
Legambiente anche assegnato altre due bandiere nere:
A Francesco Bellavista Caltagirone, l’imprenditore a capo di un impero nel mondo delle costruzioni coinvolto nei progetti dei porti turistici a maggior impatto ambientale lungo tutta la penisola, da Imperia a Siracusa, passando per Carrara e il megaporto della Concordia a Fiumicino.
A Raffaele Lombardo, governatore della Regione Sicilia, per aver assecondato e non rigettato la proposta di project financing della SIDRA finalizzata alla messa in sicurezza dei tratti di costa in erosione, ma che in realtà prefigura la "svendita" ai privati delle spiagge siciliane. A tutt'oggi gli uffici regionali hanno istruito o hanno in corso di valutazione la proposta. La Regione dovrebbe concedere in uso per 30 anni, estensibili a 50, il demanio marittimo sul quale un gruppo di società immobiliari interessate a sostenere l’iniziativa potrebbe realizzare attività turistiche di vario genere, incluse la costruzione di nuovi porti, aree commerciali, impianti sportivi e strutture ricettive.