L’intervento dei geometri elbani che ringraziano il Comune di Portoferraio per il ricorso al Tar contro il Piano Paesaggistico della Regione Toscana (Pit) è importante perché rivela chi siano i veri ispiratori di quell’atto di avventurismo istituzionale, ma la tempistica ci sembra davvero disgraziata, visto che la Toscana e l’Isola d’Elba sono ancora e per l’ennesima volta sotto la spada di Damocle del maltempo che mette drammaticamente a nudo la mala-gestione del territorio che trova all’Elba, il comprensorio toscano con il maggior numero di abusi edilizi, condoni edilizi, case “fantasma” e seconde-terze-quarte case pro-capite, uno dei suoi esempi più evidenti.
Quando Legambiente si riferisce ai vincoli non rispettati lo fa semplicemente osservando quanto è stato costruito in un territorio sottoposto a vincoli, alle aree che finiscono sott’acqua ad ogni pioggia, alle schiere di case chiuse e in vendita senza compratori, magari in Peep che avrebbero dovuto soddisfare un ipotetica emergenza abitativa e che invece sono in affitto e vendita nelle agenzie immobiliari, alle false prime case abitate per due mesi da milanesi, fiorentini, romani e tedeschi…
Noi sappiamo cosa ne pensa il citato Philippe Daverio dei condomini, residence e villaggi stile Brianza diffusi all’Elba e siamo sicuri che non li consideri come un “eccelso frutto del lavoro dell’uomo” e non li paragoni al marmo di Carrara del David di Michelangelo (a proposito, ora con il marmo ci si fa la polvere per il dentifricio…) o ai vigneti del Chianti, ma evidentemente quelle trasmissioni e dichiarazioni di Daverio i geometri elbani hanno preferito saltarle a piè pari, così come hanno preferito fare zapping sulle valutazioni di incidenza fotocopia per costruire nelle Zone di protezione speciale e Siti di interesse comunitari e sulle varianti e variantine ad hoc con le quali derubricare ed aggirare i vincoli , così come hanno sempre preferito tacere sugli abusi edilizi denunciati da Legambiente, anche quando sono finiti con rilievo sui media nazionali.
Sappiamo che il Piano Paesaggistico è molto corposo, ma l’impressione che abbiamo è che i geometri, che non si sono mai spaventati per strumenti urbanistici di comuni elbani da 2.000 abitanti altrettanto corposi, temano più le semplici cartografie, che mettono nero su bianco i vincoli che già ci sono, delle 3.000 pagine da presentare come spauracchio nelle discussioni da bar o da Consiglio comunale.
Dietro l’intervento dell’Associazione geometri elbani c’è, ed appare in tutta la sua evidenza, una concezione dell’economia basata sul cemento, la rendita e lo sfruttamento infinito del territorio, una concezione legittima (quando legittimamente viene attuata), ma vecchia e già superata dalla legge urbanistica della Toscana di recente approvazione e da quanto l’Unione europea e lo stesso governo italiano nel collegato ambientale dicono rispetto alla necessità inderogabile di fermare il consumo di suolo. I geometri chiamano la politica e l’opinione pubblica elbana ad una battaglia di retroguardia, fuori dalla storia, dalla nuova urbanistica e completamente estranea alle strategie di adattamento e resilienza ai cambiamenti climatici richiesti dall’Ue e dall’Onu. Quella dell’Age appare sempre più una battaglia per continuare a sfruttare il territorio in modo novecentesco, una concezione datata, come molte delle cose che si leggono nello spericolato comunicato di geometri elbani.
L’Age tiene a precisare di non essere una corporazione, ma evidentemente si riconosce in questa definizione generale data da Legambiente per indicare i veri ispiratori della caotica politica urbanistica elbana, i geometri fanno male a prendersela perché nella medioevale parola corporazione non c’è niente di offensivo, visto che basterebbe leggere il vocabolario Devoto-Oli per scoprire che corporazione significa “Associazione organizzata per la salvaguardia o il raggiungimento di fini economici nell’ambito di un determinato settore della produzione e del commercio”, che ci pare proprio il ruolo rivendicato dall’Age nel suo comunicato pro-ricorso al Tar del Comune di Portoferraio. Se poi l’Age preferisce essere definita con la più moderna definizione di “lobby” d’ora in avanti lo faremo.
Ci si permetta di dissentire sul fatto che l’Age dica di “non aver contribuito al saccheggio del territorio Elbano”, evidentemente abbiamo una diversa concezione del saccheggio, ma qualcuno le schifezze delle quali parlavamo prima deve averle progettate… Legambiente ha fatto sempre nomi e cognomi (ed anche gli indirizzi) per “ogni presunta responsabilità al saccheggio del territorio Elbano”, non altrettanto ha fatto l’Age che ha sempre taciuto, anche di fronte a fatti gravissimi, come “Elbopoli” o che hanno coinvolto anche professionisti locali.
Legambiente è più che convinta che “la tutela dell’ambiente non è una priorità degli ambientalisti”, dispiace però che i geometri elbani siano sempre stati dall’altra parte della barricata, tacendo sempre di fronte ad abusi, scempi ed ecomostri, contrastando pervicacemente gli strumenti che tutelano l’ambiente ed il paesaggio ed appoggiando calorosamente i Piani Strutturali proposti dai Comuni elbani che – se approvati così come proposti – avrebbero scaricato sull’Elba oltre 2 milioni di m3 in più di nuovo cemento. Anche allora ci pare che l’Age lamentasse addirittura troppi vincoli e chiedesse di poter costruire ancora di più…
A conclusione, vorremmo però fare noi una domanda agli amici geometri elbani: quale è il vincolo in più - ne basta solo uno - che porrebbe sul territorio elbano il nuovo Piano Paesaggistico della Regione Toscana? Aspettiamo risposta.
Legambiente è più che convinta che “la tutela dell’ambiente non è una priorità degli ambientalisti”, dispiace però che i geometri elbani siano sempre stati dall’altra parte della barricata, tacendo sempre di fronte ad abusi, scempi ed ecomostri, contrastando pervicacemente gli strumenti che tutelano l’ambiente ed il paesaggio ed appoggiando calorosamente i Piani Strutturali proposti dai Comuni elbani che – se approvati così come proposti – avrebbero scaricato sull’Elba oltre 2 milioni in più di nuovo cemento. Anche allora ci pare che l’Age lamentasse addirittura troppi vincoli e chiedesse di poter costruire ancora di più.
A conclusione, vorremmo però fare noi una domanda agli amici geometri elbani: quale è il vincolo in più - ne basta solo uno - che porrebbe sul territorio elbano il nuovo Piano Paesaggistico della Regione Toscana? Aspettiamo risposta.