Ormai è risaputo. Quanto Virgilio scrive, a proposito dei trecento guerrieri elbani che corsero in aiuto di Priamo nella guerra di Troia armati con il ferro " inesauribile" della loro Isola, è una bufala. La guerra di Troia narrata da Omero, ci dicono gli archeologi, avvenne nelle fasi finali dell'Età del Bronzo fra il 1250 ed il 1194 a.C, quando, fra l'altro, mancavano ancora tre o quattro secoli prima che le conoscenze siderurgiche dei Calibi giungessero nelle nostre contrade. Ma resta un fatto fondamentale, da quando queste conoscenze si diffusero dall'Anatolia e giunsero nel Mediterraneo centrale attorno al VIII sec a.C., i giacimenti ferriferi dell'Isola d' Elba assunsero un primario ruolo storico. L' isola divenne l' Ahetalia dei Greci; nome che andrà ad indicare tutta la penisola. l' Isola fuligginosa segnata dai mille fuochi dove si riduceva il minerale della Terra di Rio per estrarre il ferro.
Nel Seicento Niccolò Stenone, il grande naturalista danese, studiando i minerali dell'Elba enunciò i prodromi di quelle conoscenze sullo stato cristallino che ci hanno portato ai nanomateriali, ai tablet e alla genetica molecolare. La bellezza delle forme, lo splendore dei cristalli , la varietà dei colori e le caratteristiche chimiche e fisiche dei minerali elbani, li rendono preziosi campioni ricercati dai Musei naturalistici e collezionisti di tutto il Mondo, oltre che peculiari oggetti di studio scientifico.
Nel 1981 è stata chiusa l' ultima miniera elbana ed è iniziato un lungo cammino che ha portato alla istituzione della Società del Parco Minerario e Mineralogico dell'Isola d' Elba; il mezzo attraverso il quale gli antichi " giacimenti minerari" si sono trasformati in " giacimenti culturali" , contenitori di un patrimonio storico, naturalistico e scientifico, valorizzato con crescente successo internazionale, ai fini ecoturistici, e collezionistici.
Le quote sociali del Parco sono tenute dal Comune di Rio Marina per il 25 % e dalla Provincia di Livorno per il 75%. Questa ha deliberato di interrompere la sua partecipazione societaria, ponendo in vendita la propria quota, a base d' asta, per Euro 11.500 ( undicimila cinquecento). I Sindaci della Terra di Rio, hanno espresso la loro preoccupazione per questa operazione in grado di compromettere la missione e le attività societarie, aprendo nel contempo, scenari inquietanti di possibili, disordinate privatizzazioni, difficilmente gestibili.
E ' auspicabile che la disinvolta e ridicola messa in vendita sia un'altra bufala, ricordando, fra l'altro,che il 95 % del territorio ex minerario è protetto dal Parco Nazionale dell'Arcipelago Toscano, e che ,quando nel 2004 venne ventilata la vendita sul mercato delle aree minerarie dismesse per pianificare i debiti del Coni furono centinaia e centinaia le firma raccolte nel Mondo per sventare quella ipotesi. Come è stato.
Beppe Tanelli