Domenica scorsa, mia moglie ed io, abbiamo percorso, come spesso facciamo, il bellissimo sentiero di Pedalta, che si snoda da sopra la fortezza pisana di Marciana fino al Romitorio di S. Cerbone.
Purtroppo questo sentiero, che in questa stagione, fino a poco tempo fa, si poteva percorrere completamente all'ombra di maestose chiome di castagno, da circa tre anni lo si può percorrere sotto il sole, poiché le fronde di dette piante sono preda di un parassita che ormai tutti conoscono, il cinipide del castagno, il quale ne compromette gravemente il regolare sviluppo fino a farle seccare.
E' una tristezza vedere queste piante, una volta rigogliose e simbolo di forza (i nostri vecchi dicevano "forte come un castagno") annichilite, quasi scheletrite dalla malattia. Alla ricerca del mitico Boletus Pinophilus (altrimenti detto Pinicola e volgarmente Maggiolino data l'epoca della sua comparsa), la cui presenza è accertata all'Elba, ma mai rinvenuto da noi, ci siamo inerpicati, a tratti, per le balze lungo il sentiero.
Attraversati cinque uviali e giunti al laghetto della forestale, dove, assieme ai girini, sguazzano allegramente decine di gambusie (gambusia affinis) (chi ce le avrà portate?), introdotte all'Elba intorno agli anni venti del secolo scorso per la lotta contro la malaria, essendo voracissime di larve di zanzara e tuttora presenti in alcuni specchi d'acqua, ci siamo avventurati sulla balza dirimpetto, cercando di individuare il pregiato micete. Superata una gabbia per la cattura dei cinghiali, aggirandoci sotto uno spettrale castagneto, abbiamo intravisto, più in alto, un tratto di bosco lussureggiante.
Pensando si trattasse di castagni risparmiati dal cinipide, siamo saliti per verificare ma, con grande sorpresa, ci siamo accorti di essere entrati in un grande, bellissimo bosco puro di olmi (ulmus minor), piante non frequenti, in genere isolate, di cui non conoscevamo l'esistenza, miracolosamente scampato alla grafiosi, una vera "pestilenza" causata da un ascomicete che, invece, ha decimato a milioni gli olmi di tutta l'Europa, fino quasi alla totale estinzione. L'Elba è veramente uno scrigno di tesori naturali che non finisce mai di stupirci, cerchiamo di preservarla, per noi e per chi verrà dopo di noi.