Tralasciando il caso, purtroppo arcinoto, dei Cinghiali e dei Mufloni, animali che rientrano nell'elenco delle 100 specie invasive più dannose al mondo, stilato dalla IUCN e dalla ISSG, moltiplicatisi a migliaia, data la mancanza di predatori sul nostro territorio, e troppo piccolo per ospitarli, i più attenti osservatori avranno notato che, nel corso degli anni, sono improvvisamente comparse sulla nostra isola alcune specie animali prima del tutto assenti. Circa una quarantina d'anni fa arrivò la Tortora dal Collare o Tortora Orientale (streptopelia decaocto), originaria dell'Asia, che, in quegli anni, ebbe una spettacolare quanto inspiegabile espansione migratoria verso l'Europa, allargando di molto il suo areale, dove si è naturalizzata, tanto che, per esempio, all'Elba se ne possono oggi contare alcune migliaia stanziali. Questa migrazione non è stata, ovviamente, senza conseguenze e chi ha l'occhio allenato si sarà accorto che, sul nostro territorio, per esempio, è notevolmente aumentato il numero dei rapaci diurni, soprattutto di Poiane (buteo buteo), presenti un po' dovunque, ma soprattutto intorno al massiccio del Capanne, dove, recentemente, mia moglie ed io, abbiamo avuto occasione di osservarne, nello stesso momento, ben 7 coppie in volo. Sempre nello stesso periodo si ha notizia dell'introduzione di una coppia di Istrici, di cui il maschio rimase quasi subito vittima di un'auto, mentre della femmina si persero le tracce. Del tutto recentemente (da circa 3 anni) hanno fatto, quasi contemporaneamente, la loro comparsa le Gazze (pica pica), le Cornacchie Grigie (corvus cornix), i Corvi (corvus frugilegus) e le Taccole (coloeus monedula). Anche la comparsa di questi corvidi, che si stanno moltiplicando notevolmente, non è rimasta senza conseguenze: sono infatti soliti predare le uova e i pulcini dei Piccioni (columba livia) delle fortezze Medicee, quelli dei Fagiani (phasianus colchicus) presenti nella zona di Schiopparello e quelli dei Germani Reali (anas platyrhynchos), altra specie comparsa dal nulla, presenti nella zona delle Terme di S. Giovanni e probabilmente di altri uccelli. La scorsa estate, poi, per la prima volta, nella zona di S. Andrea, ho udito il frinire delle Cicale (cicadidae), descritte come assenti all'Elba perfino dal Carducci. Ugualmente di recente sono purtroppo comparsi, sicuramente importati attraverso piante infestate, il Cinipide Galligeno (dryocosmus kuriphilus), micidiale parassita del castagno (castanea sativa) ed il Punteruolo Rosso (rhynchophorus ferrugineus), altrettanto micidiane parassita della palma delle Canarie (phoenix canariensis). Non dimentichiamo, poi, la terribile Zanzara Tigre (aedes albopictus), la cui comparsa pare abbia determinato l'estinzione della più "mansueta" Zanzara Comune (culex pipien).Per quanto riguarda l'ambiente acquatico, in mare sono da tempo comparse specie di pesci, come il Pesce Serra (pomatomus saltator), l'Aluzzo o Barracuda Mediterraneo (sphyraena sphyraena), la cui concorrenza ha causato una drastica rarefazione delle spigole, e il Pesce Pappagallo (fam. scaridae) totalmente assenti non più di 20/25 anni fa nelle acque che circondano l'Elba. Ultimamente sembra sia stata documentata perfino la presenza di un Pesce Chirurgo (fam. acanthuridae), specie tipica del Mar Rosso. In alcuni specchi d'acqua dolce sono invece presenti le Gambusie (gambusia affinis) originarie del Mississipi, introdotte in passato per la lotta alla malaria.
Per quanto riguarda la comparsa e/o l'introduzione di piante, non considerando gli alberi situati nei giardini privati e le decine o forse centinaia di specie erbacee, tra le piante di alto fusto val la pena ricordare il Pino Marittimo (pinus pinaster), anch'esso annoverato fra le 100 specie invasive più dannose al mondo, piantumato all'Elba un po' dovunque, nell'immediato dopoguerra, "grazie" al cosiddetto "Piano Fanfani" (quelli, per intendersi, che sullo scollo del monte Perone rappresentano ormai dei tristi e pericolanti relitti vegetali), il Pino Insigne (Pinus Radiata) originario della California ed il Pino d'Aleppo (Pinus Halepensis). Un'altra pianta alloctona piantumata dalle squadre addette al rimboschimento una quarantina d'anni fa è l'Abete di Douglas o Douglasia (pseudotsuga menziesii), indigeno in Europa prima della glaciazione Wurm, poi sopravvissuto solo nell'America Settentrionale, da cui fu reintrodotto sul nostro continente intorno al 1830. Altre piante degne di nota, individuate più o meno recentemente, normalmente allignanti nella zona fitoclimatica del Fagetum, ma che, girando con occhio attento per i boschi dell'Elba, si possono incontrare in ottima salute a quote notevolmente più basse, sono il Maggiociondolo (Laburnum Anagyroides), il Sorbo degli Uccellatori (Sorbus Aucuparia), l' Acero Montano (Acer Pseudoplatanus), il Pino Nero (Pinus Nigra) ed il Pino Laricio di Corsica (Pinus Nigra Laricio) introdotti nella stessa epoca del Marittimo, il Frassino (Fraxinus Excelsior), il Faggio (Fagus Sylvatica), l'Abete Bianco (Abies Alba), il Lampone Selvatico (Rubus Idaeus), il Corniolo (Cornus Mas), l'Abete Rosso o Peccio (Picea Abies) normalmente allignante nella zona fitoclimatica del Picetum ed il Cedro dell'Himalaya (Cedrus Deodora) che in natura alligna a quote comprese tra i 1500 m. ad oltre 3000 m., ma che all' Elba vegeta e si riproduce benissimo intorno ai 500 m. Purtroppo molte di queste "preziose", in quanto rare, essenze vegetali sono continuamente messe a repentaglio soprattutto dai mufloni, che ne divorano le fronde più basse e ne danneggiano le cortecce, specialmente degli esemplari più giovani.