Nei giorni scorsi Legambiente Arcipelago Toscano ha ricevuto una segnalazione che ha lasciato inceduli gli ambientalisti isolani – che pure sono abituati alle “stranezze” – nella quale, con tanto di foto si denunciava la “recinzione” di tratti di mare a Straccoligno, una spiaggia del Comune di Capoliveri. La segnalazione, alla quale ne hanno fatto seguito altre, spiegava che «Queste "panne" sono comparse nei giorni scorsi, posizionate esattamente davanti alle 3 concessioni che insistono sulla spiaggia. Il posizionamento che recinta il mare, impedisce di fatto il libero accesso sul bagnasciuga ( addio passeggiate caviglie in guazzo...). Fuori dalle barriere rimane la zona della foce del fosso di Straccoligno, adibita ad alaggio e quindi interdetta ai bagni, oltre una piccola zona di spiaggia libera, in un angolo rapidamente in ombra. Il mare in gabbia, ma per davvero stavolta....».
In una segnalazione inviata al Sindaco di Capoliveri, alla Capitaneria di Porto e per conoscenza a Parco Nazionale e CT/Cfs, Legambiente sottolinea che «Le strutture galleggianti realizzate a mare sembrano ben diverse dalle “reti antimeduse” (anche perché non chiudono l’intera baia ma solo il mare di fronte alle concessioni) e sembrerebbero configurare una “piscinizzazione”/ privatizzazione del mare di Straccoligno, estendendo di fatto nell’acqua – con un forte impatto visivo e di “deterrenza” - le concessioni esistenti a terra».
Gli ambientalisti fanno inoltre presente che «La costa di Straccoligno ricade nel Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano e nella Zona di protezione speciale Elba orientale (Direttiva Uccelli dell’Unione Europea), che è stata istituita anche per proteggere l’avifauna marina e che prevede chiare procedure per gli interventi sulla costa».
Il Cigno Verde chiede quindi alle istituzioni interessate «Quale sia la natura di queste impattanti recinzioni a mare» e «Se quanto realizzato sia conforme alle eventuali autorizzazioni e nulla-osta concessi dai vari Enti» ed ai «vincoli ambientali ricadenti sull’area»