Si è tenuto nei giorni scorsi il Congresso di Federparchi chiamato a discutere di una situazione mai tanto grave come quella odierna. Mi riferisco naturalmente ai parchi di cui anche recentemente illustri personalità hanno chiesto a Mattarella di intervenire per salvarne la sopravvivenza.
C’era perciò da aspettarsi che finalmente il ministro dell’Ambiente Galletti che finora se l’è cavata con frasi di circostanza sul ruolo delle aree protette dicesse chiaro e tondo se il ministero intende fare finalmente qualcosa e che cosa. Avrebbe dovuto dirlo da tempo, magari alla Terza Conferenza nazionale richiesta da tanti parti che però ci si è badati bene dal convocare. Insomma una ragione in più per andarlo a dire al Congresso dei parchi dei cui guai si è interessata nuovamente anche la Corte dei Conti per i troppi parchi nazionali ancora senza piano. Guai che riguardano anche i parchi regionali per le difficoltà non certo solo finanziarie delle regioni. Nulla da fare. E’ vero che sono intervenute la Direttrice generale del ministero ed anche la sottosegretaria Degani ma non si va al di là dell’apprezzamento per quello che i parchi fanno in particolare per il turismo.
Ma che le aree protette marine dopo le tante chiacchere sul loro rilancio sono ancora li in attesa di decisioni in cantiere da molti anni come all’Arcipelago Toscano non mi pare abbia indotto il ministero a dire che farà qualcosa. Eppure in mare si sono perfino riprese le trivellazioni e il Santuario dei Cetacei non sembra ancora nonostante alcuni incontri anche internazionali e nazionali
dalla notte dei tempi.
Eppure ricordo che i congressi di Federparchi sono stati sempre o quasi occasioni di confronti seri anche poco diplomatici con i ministri o i loro rappresentanti come lo furono le due conferenze nazionali. Certo si tratta di una prova che riguarda anche i parchi e la loro capacità di proposta. In più di una recente occasione –vedi la discussione sulla legge al Senato- questa capacità di proposta non ha brillato. Una ragione in più perché la latitanza del ministro non sia considerata una assenza ‘giustificata’ perchè i parchi oggi non possono permetterselo.
Renzo Moschini