Che i parchi tutti nazionali e regionali non se la passino bene è cosa nota. Dell’argomento se n’è occupata da poco anche Federparchi al suo congresso e altre iniziative si preannunciano. E’ poi da mettere nel conto che nelle 7 regioni rinnovate si insedieranno in questi giorni i nuovi consigli e giunte e l’argomento tornerà –ce lo auguriamo- all’o.d.g.
Una intervista di Sammuri appena riconfermato alla presidenza di Federparchi mi induce a tornare sul tema su cui avevo già detto la mia. E la ragione è che quando si parla del ruolo che i parchi debbono tornare a giocare appare sempre più obnubilata e confusa la loro missione. Ora, infatti, sarebbe soprattutto quella di diventare un ‘volano’ dell’economia come più volte si è detto. Oggi in crisi oltre all’economia c’è l’ambiente nel mondo. I parchi è in questa dimensione che devono poter svolgere pienamente il loro ruolo. Una dimensione in cui l’ambiente viene prima e sovrasta l’economia . A rendere poi più confuso il ruolo dei parchi nell’intervista di Sammuri è il riferimento alla esigenza di rivedere la legge 394. Ora se i maggiori parchi nazionali sono senza piano, spesso senza direttivo o senza direttore e se la aree protette marine non carburano a partire dall’Arcipelago Toscano, cosa c’entra la legge quadro? E togliere qualsiasi competenza alle regioni sulle aree protette marine come prevede la nuova legge del senato ne aiuterebbe il rilancio? Non diciamo sciocchezze. Il ruolo dei parchi sta già ben delineato nella legge che però è stata spesso ignorata a partire dal ministero o anche deliberatamente non rispettata. Certo ci sono dei problemi. Sammuri è alle prese ad esempio con la recente nomina e conferma del suo direttore da parte del ministero che ha sollevato una singolare protesta di alcuni sindaci. Ma visto che da sempre i direttori dei parchi regionali li assumono gli enti parco ( e non le regioni) perché nei parchi nazionali non si fa altrettanto?
Insomma non è la legge che non funziona ma è la politica, non soltanto a Roma, che non sa svolgere al meglio il suo mestiere. E anche i parchi non devono prendere abbagli inventandosi ruoli che non gli competono. Con il piano i parchi devono misurarsi con una molteplicità di problemi all’interno dei quali sta anche l’economia che deve conformarsi alle esigenze dell’ambiente. I disastri con cui dobbiamo fare i conti dipendono anche dall’economia che l’ambiente se l’è messo sotto i piedi.
Renzo Moschini