55.595 kmq di mare sotto scacco delle compagnie petrolifere: i numeri nel dossier di Legambiente
Itinerario Goletta Verde 2015:
Rovigno (Croazia), 20, 21 e 22 giugno; 22 e 23 giugno Trieste; 24 giugno Caorle (Ve); 25, 26 giugno Venezia; 27, 28 giugno Porto Garibaldi (Fe); 29, 30 giugno Cesenatico (Fc); 1 luglio Pesaro; 2 e 3 luglio Ancona; 4 luglio Giulianova (Te); 5,6 luglio Vasto (Ch); 7 luglio Termoli (Cb); 8 e 9 luglio Peschici (Fg); 11 luglio Polignano a Mare (Ba); 12, 13 luglio Otranto; 14, 15 luglio Corigliano Calabro (Cs); 16 luglio Roccella Ionica (Rc); 18 luglio Taormina (Me); 19, 20 luglio Isola di Lipari (Me); 21 luglio Termini Imerese (Pa); 22, 23 luglio Palermo; 24, 25 luglio Tropea (Vv); 26 luglio Maratea; 27 luglio Marina di Camerota (Sa); 28 luglio Pollica; 29, 30 luglio Ischia (Na); 1 agosto Ponza (Lt); 2, 3 agosto Ostia (Rm); 5,6,7 agosto Stintino (Ss); 9, 10, 11 agosto La Spezia; 12, 13 agosto Marina di Pisa; 15 agosto Talamone (Gr); 16 agosto Castiglione della Pescaia (Gr); 19 agosto Lacona, Isola d’Elba (Li).
Fermare la folle corsa all’oro nero e difendere il mare e le coste dell’Adriatico dall’assalto delle compagnie petrolifere. Goletta Verde quest’anno salpa dalla Croazia per creare un fronte comune contro le trivellazioni petrolifere nell’Adriatico, a partire dalle nuove richieste avanzate dalle compagnie, per scegliere un diverso sviluppo economico, sociale e ambientale per quest’area. Un appello promosso da Legambiente e lanciato oggi a Rovigno insieme alla coalizione ambientalista croata SOS Adriatico e numerose altre associazioni, sigle e cittadini. Il manifesto #StopSeadrilling - NO OIL è un impegno comune per il futuro del mare Adriatico che vede cittadini, associazioni, istituzioni, comitati ma anche pescatori e balneatori in prima linea. Flash mob e azioni di protesta sono in programma oggi in diverse città che si affacciano sull’Adriatico tra le quali Trieste, Caorle, Jesolo, Bibione, San Michele al Tagliamento, Rosolina, Ravenna, Ancona, Pescara, Polignano. Così come in contemporanea saranno organizzate iniziative in Croazia, Albania, Montenegro e Bosnia Herzegovina. Tutti potranno partecipare alla protesta disegnando il proprio striscione per chiedere lo stop alle estrazioni di petrolio. Un appello rivolto anche al popolo social che potrà interagire con l’hashtag #STOPseadrilling.
L’Adriatico, per le sue caratteristiche di “mare chiuso”, è un ecosistema molto importante e un ambiente estremamente fragile già messo a dura prova con 78 concessioni già attive per l’estrazione di gas e petrolio, 17 permessi di ricerca già rilasciati nell’area italiana e 29 in fase di rilascio in quella croata a cui si aggiungono 24 richieste avanzate per il tratto italiano, tutto questo per un’area di circa 55.595 kmq. A queste dobbiamo aggiungere il via libera rilasciato ad inizio giugno dal nostro ministero dell’Ambiente a due compagnie per compiere prospezioni su oltre 45mila kmq nell’Adriatico italiano. Le quantità di idrocarburi in gioco, però, inciderebbero ben poco sull’economia e sull’indipendenza energetica dello Stato. Tutto il greggio presente sotto il mare italiano, stimato in circa 10 milioni di tonnellate, sarebbe infatti sufficiente, stando ai consumi attuali, al fabbisogno energetico di sole 8 settimane. La maggior parte del guadagno andrebbe a compagnie private. Gli eventuali e possibili danni ricadrebbero sulla collettività.
Ma di questi fattori non sembra tener conto il governo italiano, come testimoniano i dieci decreti di VIA positiva su altrettante richieste fatte in Adriatico da compagnie petrolifere, emanati dai ministeri dell’Ambiente e dei Beni culturali solo da inizio giugno.
“La scelta di puntare su nuove attività di estrazioni di idrocarburi intrapresa da alcuni Paesi, Croazia e Italia in primis, è miope, di breve durata ed anacronistica - dichiara Giorgio Zampetti, responsabile scientifico di Legambiente -. Scelte che sono in assoluto contrasto con ogni strategia contro i cambiamenti climatici e che mettono a rischio tutta l'economia sana della zona. Per questo riteniamo necessario un tavolo che coinvolga l’Italia, la Croazia e tutti i Paesi Costieri per ragionare su una scala più vasta, al di là dei limiti territoriali nazionali, su quale deve essere il futuro del Mar Adriatico, con le popolazioni locali, le associazioni ed i portatori di interessi a beneficio della collettività. Oggi abbiamo la possibilità di investire per un grande futuro per questo bacino che metta al centro la tutela della biodiversità marina, il rilancio dell’economia legata ad una pesca sostenibile e la promozione di una nuova idea di turismo legato al mare che faccia della sostenibilità ambientale il suo punto di forza”.
Proprio la pesca è uno dei settori che sarà direttamente coinvolto dalle conseguenze delle attività estrattive e, a tal proposito, è utile citare gli studi del Norvegian Institute of Marine Research che calcolano una diminuzione del pescato anche del 50 per cento intorno ad una sorgente sonora che utilizza airgun. Così come coinvolto da questa insensata corsa all’oro nero sarà il settore turistico, un patrimonio importantissimo per l’economia di quest’area, che rischia di subire un notevole impatto negativo dal moltiplicarsi degli impianti estrattivi presenti e in arrivo nel mar Adriatico. A richiamare un’analisi riguardo l’impatto delle attività connesse alla ricerca e estrazione di idrocarburi in Adriatico è stato recentemente lo stesso ministero dell’Ambiente e della tutela del territorio e del mare, nel documento di osservazioni presentato nel corso della procedura di VAS transfrontaliera per il programma croato, con particolare attenzione alle conseguenze dell’inquinamento acustico sulle specie presenti. Come fonte principale di inquinamento acustico si cita la tecnica dell’airgun e le numerose normative, regolamenti e accordi internazionali che sanciscono la necessità di una riduzione del rumore sottomarino. Peccato che lo stesso ministero non abbia usato la stessa attenzione e rigorosità verso le acque di cui è competente e continui a rilasciare permessi senza una dovuta valutazione degli impatti nell’habitat costiero.
Per questo, le associazioni firmatarie del manifesto #StopSeadrilling - NO OIL chiedono che sia messa in campo un'azione per la tutela del mare Adriatico, con un impegno su vasta scala, fra tutti i Paesi costieri, con il concorso di tutte le realtà istituzionali, politiche ed economiche delle sue coste. A cominciare dall’istituzione dell’area sensibile nell’alto e medio Adriatico, per dare un quadro di certezza e di norme agli interventi necessari per la tutela e la valorizzazione di questa grande risorsa.
Dopo la tappa in Croazia la Goletta Verde salperà per un viaggio di due mesi - realizzato grazie al contributo del COOU, Consorzio Obbligatorio Oli Usati e dei partner tecnici Hach, Novamont e Nau! - che lambirà le coste di tutta Italia, dall’Adriatico allo Ionio, dal Tirreno al Mar Ligure, per un totale di 30 tappe, 2.000 miglia nautiche e 500 ore di navigazione. Sotto la lente d’ingrandimento della campagna di Legambiente, che quest’anno compie 30 anni, i problemi della depurazione dei reflui, il monitoraggio delle plastiche in mare (macro e microlitter), la lotta contro le illegalità a danno di mare e coste ma anche l’Italia più bella e il turismo sostenibile.
“Anche quest’anno – ha dichiarato la direttrice generale di Legambiente Rossella Muroni – le tappe di Goletta Verde saranno l’occasione per attirare l’attenzione sui problemi che affliggono il nostro mare e le coste ma anche una splendida opportunità per promuovere e valorizzare le eccellenze locali nel campo del turismo, dell’accoglienza e della cura del territorio. Perché non può esserci sviluppo vero e duraturo senza una coerente e sistematica azione di tutela e valorizzazione di quel patrimonio paesaggistico, turistico e culturale che tutto il mondo ci invidia”.
Come sempre il viaggio dell’imbarcazione è anticipato da un team di tecnici di Legambiente che conduce un monitoraggio scientifico a caccia dei punti più critici, denunciando le situazioni di insufficienza depurativa che mettono maggiormente a rischio le nostre acque. Analisi rese possibili anche grazie alle segnalazioni di cittadini e turisti inviate al servizio SOS Goletta che da quest’anno sarà disponibile anche negli App Store (fra pochi giorni) con un’applicazione utile per segnalare in tempo reale i casi d’inquinamento e per consultare i risultati delle analisi. Sarà possibile inoltre segnalare situazioni sospette tramite il form online o scrivendo a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.. Le denunce saranno approfondite e inviate alle autorità competenti.
Hanno sottoscritto il manifesto #StopSeadrilling - NO OIL, promosso da Legambiente:
Coalizione Italiana Parigi 2015: mobilitiamoci per il clima (Acli, Aiab, Aiig, Arci, Arci Caccia, Arci Servizio Civile, Asud, Auser, Cevi - Centro di Volontariato Internazionale di Udine, Cgil, Cia, Coldiretti, Cts, Federconsumatori, Fiab, Fiom, Focsiv, Fondazione Culturale Responsabilità Etica, Forum Italiano Dei Movimenti per l’acqua, Greenpeace, Isde-Medici per l’ambiente, Istituto Nazionale Urbanistica – Inu, Italian Climate Network, Kyoto Club, La Nuova Ecologia.it, Lega Pesca, Legambiente, Link, Lipu, Lunaria, Marevivo, Movimento Consumatori, Movimento Difesa Cittadino, Oxfam, Pro Natura, Rete degli Studenti Medi, Rete della Conoscenza, Rete per la Pace, Rinnovabili.It, Rsu Almaviva, Salviamo il Paesaggio, Sbilanciamoci, Sì Rinnovabili No Nucleare, Slow Food Italia, Spi – Cgil, Touring Club Italiano, Uil, Uisp, Unione Degli Studenti, Unione degli Universitari, Wwf Italia); Coalizione S.O.S. per l’Adriatico (Greenpeace Croatia, Green Action / Friend of the Earth, WWF Adria, Sunce, Green Istria); Greenpeace Slovenia (Slovenia); FOCUS (Slovenia); Anep (Albania); Legambiente Vlore (Albania); Green Home (Montengero); Adp-Zid (Montenegro); Mediterranean Center for Environmental Monitoring (Montenegro); Centar za zivotnu sredinu - (Bosnia Herzegovina); Association de volontariat Touiza de la wilaya D'Alger (Algeria); Ecodes (Spagna); France Nature Environnement (Francia); Osservatorio Balcani Caucaso ; Skupina 85 ; SIB - Confcommercio (Sindacato Italiano Balneatori); Lega Pesca; CNA Balneatori; Donnedamare; Zona22; Rete Imprese Marina del Parco di Viareggio; Consorzio Balneatori Marina di Levante – Viareggio; Energia per l'Italia; Green Italia; AdriaPAN - Adriatic Protected Areas Network, Avaaz.
I promotori del manifesto STOP SEA DRILLING lanciano insieme ad Avaaz una petizione online per chiedere al Governo di invertire la rotta. La petizione sta già raccogliendo migliaia di firme e sarà presentata al Ministro Galletti durante gli Stati Generali sui cambiamenti climatici il 22 giugno a Roma: http://www.avaaz.org/trivelle
Goletta Verde è una campagna di Legambiente
Main partner: COOU - Partner tecnici: Hach, Novamont, Nau! - Media partner: La Nuova Ecologia, Rinnovabili.it
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