Ho letto sulla stampa l’appello del Pd di Rio Marina e Cavo al Parco, perché affronti il problema dell’eccessivo numero di bottiglie di plastica all’Elba. Condivido in pieno la preoccupazione espressa, peraltro si tratta di un problema di livello internazionale che interessa i rifiuti a terra e soprattutto in mare, già segnalato e documentato da ricerche e dalle maggiori associazioni ambientaliste. Il Parco è sensibile a questo tipo di tema pur non avendo una competenza diretta sul problema dello smaltimento rifiuti. Già da tempo l’Ente usa materiali di plastica riciclata, promuove azioni di sensibilizzazione sul tema, incentiva il volontariato per la pulizie delle spiagge, partecipa e contribuisce ad eventi educativi con le scuole e i diving e a partenariati come ad esempio quello con ESA per le Olimpiadi del riciclaggio.
L’azione di coordinamento proposta a carico del Parco di “promuovere, uniformare e coordinare un bando per la messa in opera, nelle principali piazze di ogni paese elbano, di distributori automatici d’acqua alla spina “… e “di coinvolgere anche Coop, Conad e le altre catene di distribuzione presenti sull’Isola, per installare i recuperatori di bottiglie di plastica “, sebbene “ a costo zero per il Pnat” , implicherebbe l’attribuzione al Parco di un’autorità e di prerogative che l’Ente non possiede: quella cioè di coordinare i comuni su materie di loro competenza.
L’ottimo potrebbe essere trasformare il problema in una opportunità imprenditoriale per qualcuno che voglia investire in un’ attività di trasformazione della plastica in loco. E in parallelo rendere l’acqua delle case effettivamente potabile e di buon sapore come in altre citta’ italiane per promuovere risparmio e scoraggiare l’acquisto di bottiglie di plastica.
Il Parco si rende comunque disponibile a collaborare ed a promuovere iniziative e partenariati fattibili nel rispetto delle relative competenze.
Giampiero Sammuri