Si è tenuta la giornata di pulizia delle coste dell’Isola di Giannutri. Nata da un’idea di Legambiente Arcipelago Toscano in collaborazione con il Consorzio dell’Isola di Giannutri, ha avuto il sostegno del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano che per il 2015 ha finanziato progetti volti alla cura del territorio. L’Operazione Coste Pulite a Giannutri ha ottenuto anche il patrocinio del Comune dell’Isola del Giglio, di cui l’isola fa parte.
«I rifiuti ritrovati così composti: 80% plastica (bottiglie e contenitori, cassette per il pesce, buste di plastica) 15% di vetro (bottiglie) 5% da metallo e carta. La quasi totalità è stata trovata lungo le due cale dell’Isola: Cala Spalmatoio e Cala Maestra – dice Emanuele Zendri, responsabile di Legambiente Arcipelago Toscano per Giannutri - Pochissimi sono stati i rifiuti trovati lungo il resto dell’Isola se non quelli portati direttamente dal mare. Questo è sicuramente dovuto alla regolamentazione del Parco Nazionale, vigente dal 2008, che permette la visita dell’Isola solo a un numero determinato di persone e accompagnate da guide del Parco».
Non tutto però, è andato per il meglio. Lungo il sentiero che porta a Cala Brigantina, infatti, sotto alcune pezzi di vetro, scavando, sono stati trovati dei sacchi di plastica interrati. I sacchi contenevano plastica, metallo e vetro in grande quantità. La plastica che conteneva i rifiuti era in gran parte deteriorata tanto che ormai apparivano quasi in superficie. Sicuramente i sacchi sono stati interrati parecchi anni fa a vedere lo stato della plastica e del contenuto all’interno. Legambiente chiede quindi, all’Ente Parco ed al Comune dell’Isola del Giglio di attivare subito un’azione di monitoraggio per determinare se sono presenti altre zone dell’Isola con rifiuti interrati e una immediata bonifica dei siti.
«Ricordiamo a tutti – dice Maria Frangioni, presidente del Circolo del Cigno Verde dell’Arcipelago Toscano - che Giannutri oltre a far parte del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano è Zona speciale di conservazione (Zcs ex Sic) e Zona di protezione speciale (Zps) secondo le direttive europee Habitat e Uccelli. Non è quindi, a maggior ragione, tollerabile accettare lo scempio dovuto ai delinquenti che diversi anni fa hanno pensato di smaltire questi rifiuti nascondendoli sottoterra per oggi regalarceli ancora più pericolosi».