I ricercatori del progetto “Island conservation in Tuscany, restoring habitat not only for birds” (Resto con Life) hanno collocato a Pianosa i primi 6 nidi artificiali per cercare di attrarre la Berta minore (Puffinus yelkouan) , nidificante a Montecristo ma assente dall’isola piatta da più di 30 anni. Vicino ai nidi, prototipi realizzati con l’aiuto del Professor Tommaso Renieri dell’Università di Siena, verrà posizionato un attrattore acustico che, con l’emissione di richiami e canti, può facilitare il reinsediamento della specie.
La Berta minore è una specie endemica del Mediterraneo che ha un comportamento e abitudini simili a quelle della Berta maggiore (Calonectris diomedea), una specie pelagica con areale riproduttivo quasi totalmente circoscritto al Mediterraneo, dalla quale differisce per le dimensioni. Il team di Resto con Life spiega che «E’ un uccello che può percorrere anche lunghe distanze (a Malta sono stati registrati voli anche di 285 km) per procurarsi il cibo. Anche la Berta è fortemente minacciata dalla predazione sui nidi e sui pulli da parte dei ratti neri (Rattus rattus), e occasionalmente anche da parte di cani randagi e gatti inselvatichiti». Proprio i ratti avevano azzerato il successo riproduttivo della grande popolazione di Berte minori a Montecristo ma, dopo l’eradicazione dei ratti dall’Isola, avvenuta tra le polemiche di animalisti e anti-parco, ogni anno si involano più di 900 giovani Puffinus yelkouan. Sono probabilmente queste gipovani berte che si vuole invogliare a nidificare a Pianosa.
Intanto sull’isola piatta continua il monitoraggio delle colonie di Berta maggiore a Punta del Pulpito e Punta Brigantina e a settembre i ricercatori, dopo aver ispezionati 19 nidi, hanno trovato solo 3 pulli vicini all’involo e dicono che «Lo scarso successo riproduttivo è dovuto, in questo caso, alla presenza sull’isola del ratto nero, una specie aliena che preda uova e pulcini».
La Berta maggiore nidifica a Pianosa con circa 30-60 coppie, mentre sul vicinissimo e minuscolo isolotto della Scola, dove negli anni passati è stata realizzata con successo l’eradicazione dei ratti, il nucleo nidificante è costituito da circa 150-200 coppie. Recentemente la Calonectris diomedea è stata segnalata anche a Montecristo, con poche coppie individuate nella parte nord dell’Isola. Nidifica sulla terraferma ma passa la maggior parte del suo tempo in mare aperto per procurarsi il cibo. Anche per questa specie una delle principali minacce è rappresentata dal ratto nero, che preda uova e nidiacei.
Resto con Life è un progetto Life Natura cofinanziato dalla Commissione Europea che vede il Parco Nazionale Arcipelago Toscano come beneficiario coordinatore, insieme ai beneficiari associati quali l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, il Dipartimento di Biologia dell’Università di Firenze e l’Ufficio Territoriale per la Biodiversità del Corpo Forestale dello Stato che per 4 anni lavoreranno a migliorare lo stato di conservazione di habitat e specie rare, animali e vegetali nelle Isole di Pianosa, Elba, Montecristo e Giannutri.
Come spiegano al Parco Nazionale, si tratta di «Un progetto, ad ampio spettro di intervento, con un investimento complessivo di 3.123.670 euro, è finalizzato alla rinaturalizzazione di sistemi complessi, in parte modificati dall’intervento dell’uomo, per salvaguardare uccelli marini e avifauna nidificante nella macchia mediterranea, rettili endemici, boschi di leccio e ginepreti, dune costiere e vegetazione delle coste rocciose, stagni temporanei e pratelli con piante erbacee annuali tipiche di ambienti caldi-aridi».
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