Con la delibera di giunta “Aree da destinare a parcheggio temporaneo a servizio delle spiagge per il periodo della stagione balneare dal 15.05.2016 al 39.09.2016 - atto di indirizzo” del 18 febbraio il Comune di Portoferraio chiede ai proprietari di terreni o a altri soggetti aventi diritto, di manifestare l'interesse per l'affidamento per uso parcheggio pubblico a pagamento di aree poste in prossimità delle principali spiagge di Portoferraio e preferibilmente esterne al perimetro del Parco Nazionale dell'Arcipelago Toscano.
La delibera, proposta dall’assessore alla mobilità e traffico, prende atto che nello strumento urbanistico vigente non sono state identificate aree per garantire una adeguata dotazione di parcheggi correlata alla affluenza sulle spiagge di Portoferraio. Per questo sollecita gli interessati a fornire aree che, “senza interventi significativi”, ovvero solo tramite taglio erba e piccoli arbusti (fino all’altezza di 1,5 m), realizzazione di semplice rampa in terre e ghiaie adeguatamente stabilizzate, possano essere utilizzati a servizio delle spiagge. Anticipa che nel prossimo piano strutturale, peraltro già adottato senza alcuna partecipazione della cittadinanza ma non approvato, si potranno trasformare questi parcheggi in opere pubbliche.
Legambiente Arcipelago Toscano ha scritto al Sindaco di Portoferraio, all’assessore al territorio della Regione Toscana e al Presidente del Parco Nazionale Arcipelago Toscano evidenziando che: «La Delibera pare priva del parere di regolarità tecnica previsto dall’art. 49 TUEL 267/2000 e rilasciato dal responsabile del servizio interessato perché fittiziamente un atto di indirizzo sebbene comporti importanti modifiche sull’uso del territorio».
Secondo il Cigno Verde isolano, «E’ evidente che la delibera non è armonizzata con la normativa urbanistica del Comune di Portoferraio, e in particolare con l’Art. 11 Vincoli sovraordinati – Invarianti del Regolamento urbanistico, e con il piano di indirizzo territoriale (PIT) con valenza di piano paesaggistico approvato con la Deliberazione Consiglio Regionale 27 marzo 2015, n.37, , che definisce per l’ambito 16. Colline Metallifere e Elba gli Obiettivi di qualità e le direttive di disciplina d’uso del territorio».
Gli ambientalisti ricordano al sindaco portoferraiese Mario Ferrari (centro-destra) un’altra vicenda quella emersa con un’altra ordinanza, quella n. 1847 del 31 agosto 2015 “contingibile e urgente per la tutela della pubblica incolumità e della sicurezza urbana”, con la quale il Comune di Portoferraio prorogava il permesso al parcheggio abusivo di Capo Bianco, dove, secondo un sopralluogo effettuato a giugno dallo stesso Comune di era stata ordinata «la sospensione dei lavori e l’uso dell’area di parcheggio con annessa viabilità presso l’area (…) per aver attuato un cambio di destinazione d’uso in assenza di titolo edilizio della citata particella di terreno. Una vicenda già segnalata da Legambiente già nel marzo 2015. Il Sindaco allora prorogò fino al 30 settembre 2015, «l’utilizzo della viabilità in uscita dalla proprietà della soc. Futura sas e del relativo terreno per la sosta degli automezzi» accampando come ragione un presunto stato "di emergenza", ma premiando così ulteriormente chi ha commesso violazioni accertate. Visto che non pare il Comune stia approntando o autorizzando da quelle parti aree di sosta,
Allora Legambiente Arcipelago Toscano si chiese come l’Amministrazione Comunale e il vice-prefetto, che avevano sollecitato la soluzione del “condono” temporaneo pensassero di affrontare l’estate 2016, «quando "l'emergenza” si ripresenterà puntualmente».
L’associazione domandava: «Si pensa di risolvere il problema: limitando il traffico su viale Einaudi? Si appronterà finalmente un servizio efficiente di trasporto pubblico verso le spiagge della “Costa Bianca”, magari dando il via ai necessari lavori di messa in sicurezza e riaprendo Cala dei Frati? Oppure si andrà avanti con nuove "eccezionali" concessioni "temporanee" o sanando in qualche modo un parcheggio abusivo?». La risposta data fino ad ora dal Comune sembra andare nella seconda direzione, ignorando ancora una volta la necessità di un nuovo modello di trasporto turistico e di accesso sostenibile a spiagge e coste, infliggendo così nuove ferite – non escludendo nemmeno di farlo dentro il Parco Nazionale – all’ambiente costiero.
Allegato – PIANO PAESAGGISTICO TOSCANA
Livello d'ambito 16. Colline Metallifere e Elba del piano di indirizzo territoriale (PIT) con valenza di piano paesaggistico approvato con la Deliberazione Consiglio Regionale 27 marzo 2015, n.37,
Obiettivo 4
Tutelare l’alto valore del paesaggio costiero dell’Isola d’Elba, Pianosa, Montecristo e delle isole minori (Cerboli, Palmaiola, isolotti satelliti elbani e di Pianosa) costituito da peculiari caratteri geomorfologici delle coste rocciose, da un complesso ecomosaico di interesse conservazionistico e da un significativo patrimonio insediativo di valore storico e identitario
Direttive correlate
Gli enti territoriali e i soggetti pubblici, negli strumenti della pianificazione, negli atti del governo del territorio e nei piani di settore, ciascuno per propria competenza, provvedono, ai sensi dell’art. 4 della Disciplina del Piano, a:
4.1 - conservare l’integrità del sistema costiero roccioso di elevato valore naturalistico caratterizzato da una notevole diversità morfologica (con elementi peculiari come le forme derivanti da processi di alterazione dei graniti e le morfosculture dell’erosione eolica), cromatica e geologica e dalla presenza di numerosi habitat e specie vegetali endemiche, migliorando livelli di sostenibilità ambientale del turismo costiero;
4.2 - arginare ulteriori processi di urbanizzazione, definire i confini degli insediamenti, conservare e qualificare i margini urbani e promuovere interventi di riqualificazione e recupero delle aree compromesse, con particolare riferimento alle aree ricadenti in zone di valore naturalistico per la presenza di agroecosistemi tradizionali (Capoliveri, Rio Marina – Rio nell’Elba), di aree umide (Mola, Schiopparello e delle Saline di San Giovanni) e di habitat costieri (Capoliveri, Portoferraio e nelle fasce costiere di Lacona);
4.3 - salvaguardare e valorizzare il sistema delle torri costiere, dei fari e degli approdi di valore storico e identitario, dell’Isola d’Elba e delle isole minori che caratterizzano e connotano il paesaggio e le visuali “da” e “verso” il mare, il sistema dei centri portuali storicamente insediati e le fortezze in posizione dominante (Portoferraio, Porto Azzurro), poste in stretta relazione funzionale e visiva con gli insediamenti del litorale continentale dell’ambito;
4.4 - salvaguardare l’integrità storica e culturale dei centri e dei nuclei antichi e le visuali panoramiche da essi offerte, con particolare riferimento agli scorci panoramici di alto valore paesaggistico di Capoliveri, Marciana, Rio nell’Elba, delle frazioni inerpicate di Campo nell’Elba;
4.5 - tutelare e valorizzare i paesaggi rurali insulari caratterizzati dalla permanenza della struttura agraria tradizionale, con particolare riferimento ai vigneti terrazzati di Rio nell’Elba e Rio Marina e ai mosaici complessi di impronta tradizionale nella parte montuosa occidentale di Pomonte;
4.6 - mantenere la leggibilità degli assetti e dei rapporti tra usi e trame agricole dell’isola di Pianosa in quanto paesaggi rurali di grande valore identitario contraddistinti da un complesso sistema di muri a secco filari e alberature;
4.7 - tutelare, recuperare e valorizzare la rete dei sentieri e dai tracciati di crinale e lungo costa e le visuali panoramiche percepite verso il mare, le isole e la costa continentale.