Stando alle ultime notizie il Parco di Portofino per iniziativa della regione ligure con un emendamento da presentare al Senato alla legge di riforma della 394 diventerebbe nazionale. Così dopo anni di attesa il parco terrestre sarebbe unificato all’area marina gestita separatamente da un consorzio. Prima di vederne le motivazioni bisogna però ricordare alcuni passaggi unici di questo parco nato nazionale in anni lontani poi regionalizzato che avrebbe dovuto così gestire anche l’area protetta marina prevista dalla legge 394. Ma quando si dovette mettere mano a questa integrazione il ministro Ronchi sostenne che essa dalla legge era prevista solo nel caso di parchi nazionali e Portofino non lo era più. L’interpretazione della legge era una balla come fu sanzionato poco dopo dalla Corte dei conti. Ma il Consorzio fu ugualmente istituito e l’area protetta marina da allora gestita separatamente dal parco terrestre come purtroppo è avvenuto un po’ dappertutto e pure nei i parchi nazionali ( vedi Parco dell’Arcipelago Toscano). Eccoti ora la novità con cui la regione Liguria che i suoi parchi regionali non li ha davvero gestiti con cura in base alla legge salta sul treno del Senato con un emendamento (!) per sbolognare il parco allo Stato per soldi.
Leggere che l’assessore ai parchi della Liguria confida in questo passaggio perché così Portofino avrà maggiore prestigio internazionale e quindi ‘clienti’ non sai se fa ridere o incavolare. Il parco di Portofino istituito nel 1935 avrebbe bisogno di tornare nazionale per attirare turisti quando quel territorio è diventato impercorribile in treno e in auto dà certo la misura di che razza di amministratori di parchi abbiamo in Liguria dove persino la gestione della Via dell’Amore la si vorrebbe privatizzare.
C’è solo da augurarsi che la Commissione del Senato che nella nuova legge in discussione ha già infilato fin troppe norme sballate e in particolare sulle aree protette marine si risparmi almeno questa bufala. Già nel 91 quando fu approvata la legge 394 ci fu un tentativo dello Stato di ‘accaparrarsi’ alcuni parchi regionali di prestigio come quello di San Rossore. Il ministro Galletti pensi a varare finalmente una politica vera per i nostri parchi che manca da anni e lasci perdere trofei fasulli.
Si è detto a giustificazione di questa sortita che i soldi che incasserà la regione da questa operazione saranno dedicati ai parchi regionali che a suo tempo la regione aveva già deciso di unificare in una operazione che suscitò tante proteste e che fu saggiamente accantonata. Fine sicuramente ‘nobile’ ma quante sono le regioni i difficoltà oggi nella gestione dei loro parchi per non capire che in molte potrebbero pretendere altrettanto dissestando un sistema già e non poco allo sbando?
Renzo Moschini