Buongiorno, sono una vs. lettrice e frequentatrice dell'Isola d'Elba da decenni e a livello familiare da ben tre generazioni.
Trovando pienamente corretto quanto citato nell'articolo "COSTE FERAJESI, SOPRA E SOTTO", vorrei sottolineare quante situazioni simili a quelle descritte nell'articolo siano effettivamente presenti sulla nostra amata isola.
Chiunque frequenti l'amata isola potrebbe facilmente addurre numerosi casi o esempi evidenti.
Intendo puntare l'attenzione su una sorta di "miopia" degli enti accertatori con competenza sul territorio e sull'ambiente, i quali mostrano di avere un "occhio sinistro" perfettamente funzionante.
Questo occhio, rivolto all'edilizia privata, utile a emettere lucrosi verbali sanzionatori, spesso frutto di cavilli o di astruse teorie e interpretazioni frequentemente smentite da altri enti competenti nel merito, ha undici decimi, o anche dodici, a seconda dei casi e dei soggetti coinvolti.
Poi invece vi è "l'occhio destro", quello rivolto alla reale tutela dell'ambiente e del territorio pubblico, ma infruttifero sotto il punto di vista dell'emissione di multe, sanzioni e verbali, ecco tale "occhio destro" è assai miope.
Se da un lato il privato è assillato di controlli per quanto concerne i regolamenti edili, boschivi, ed è immediatamente vessato da sanzioni robustissime qualora teoremi interpretativi, inerenti materie complicatissime come l'urbanistica, possano metterne in dubbio la regolarità di lavori che per la maggior parte dei casi vanno a beneficio del territorio medesimo, con ovvio vantaggio a favore della collettività, dall'altra parte il territorio demaniale, che siano spiagge, crinali o pendici montane, vivono fenomeni di abbandono o incuria, e in quel caso il controllo appare debolissimo, indubbiamente carente.
Lecito domandarsi se quindi l'attenzione è artificialmente rivolta quasi esclusivamente verso le aree di proprietà privata dove gli enti accertatori hanno l'autorità per emettere lucrosi verbali pecuniari, a vantaggio delle casse dei Comuni, verbali spesso frutto di teoremi interpretativi di dubbia legittimità, e allo stesso tempo i territori demaniali vivono situazioni di incuria e di degrado evidente.
Voglia codesta missiva "scuotere" la coscienza collettiva al fine che i corretti e sacrosanti controlli da parte degli Enti competenti si dirigano verso le situazioni di degrado del territorio che realmente necessitino di vigilanza, e non solo dove è possibile fare facile cassa.
Cordialmente,
Vanessa De Luigi
Gentile Signora Vanessa De Luigi
La ringraziamo per averci scritto e per averci esternato le sue considerazioni sulla questione, osservazioni in alcuni passaggi condivisibili, in altri – sempre a nostro opinabilissimo avviso – molto meno o (ci perdoni) per niente, e solo su questi ci soffermiamo.
In particolare dissentiamo sulla sua teoria dei “due pesi e due misure” che sarebbero applicati nel controllo delle aree (e soprattutto sulla realizzazione di opere sulle medesime).
Veda signora queste pagine elettroniche - che non è un mistero per nessuno, lavorano in simbiosi con Legambiente - essendo state pensate soprattutto come strumento di difesa degli interessi dei cittadini (intesi come singoli e come collettività), hanno raccolto molte esternazioni critiche nei confronti dei diversi soggetti governanti il territorio, ma, mentre sono rarissime le segnalazioni di atteggiamenti vessatori per “eccessi di zelo” patiti da privati per interventi di sbirreschi controllori o cavillosi burocrati … sono un oceano le lamentele di segno opposto, vale a dire quelle che denunciano se non una cecità totale (per tornare al suo paragone oftalmico) almeno uno stato di ipovisione da parte di alcuni dei controllori deputati e giurati, nei confronti di abusi edilizi, scempi, violenze ambientali e mi passi l’inelegante termine, anche autentiche porcate urbanistiche, talvolta consumate anche sotto il naso degli “indeflettibili controllori” .
Lei afferma – e gliene siamo infinitamente grati – di essere una lettrice di Elbareport , non occorre le ricordi quindi della vicenda dei finti ruderi, delle strade abusive collegate alla normale viabilità, degli ugualmente abusive demolizioni di coste (tutte made in Capoliveri) né della “cisterna” con porta, finestra e graziosa veranda di Fetovaia, delle illegittime interruzioni (ad interesse privato) di sentieri a Fonza e Galenzana (una località dove sono stati -ma dopo anni di proteste - posti sotto sequestro anche degli immobili), dei privatissimi pollai diventati appartamenti nel marcianese, dei “casi” in ordine sparso, delle Vaccarecce, di San Bianco, Capo Bianco, Ortano, Bagnaia, e potremmo, creda, continuare fino a riempire una pagina di esempi mala-urbanistica: talvolta tempestivamente scoperti e sanzionati (soprattutto ad opera del CFS) ma molto spesso beneficianti di provvidenziali distrazioni di presidi della legalità territoriale (soprattutto locali) tutti comunque derivanti da aspirazioni – frequentemente illegittime – dei privati.
Ciò premesso, se Lei ha da segnalare dei comprovati casi di atteggiamenti persecutori (anche concretizzatisi per eccesso di zelo), nei confronti dei diritti (pure ad edificare) dei privati cittadini, ce li segnali pure, per quanto modeste siano le nostre risorse, ci impegniamo a considerarli, informarci ed eventualmente intervenire.
La ringraziamo per l’averci scritto
Sergio Rossi