Faccio parte della schiera dei Sindaci che non hanno risolto il problema dell’accesso pedonale alla Cala dei Frati. Ma sono anche il Sindaco che non ha mai fatto promesse.
Primo perché sono sempre stato dell’opinione che l’Elba deve offrire a chi vi risiede e ai turisti una costa balneabile diversificata. Fatta di spiagge facilmente accessibili anche da terra, dotate di servizi o senza servizi come nel Comune di Portoferraio lo sono, ad esempio, le Ghiaie e Sottobomba. Ma fatta anche di piccole spiagge accessibili soltanto via mare. E per me il fascino della Cala dei Frati ( che non è affatto una spiaggia privatizzata, come spesso sento dire) sta proprio nel poterla “conquistare” giungendovi dal mare. A piedi o a nuoto dalle Ghiaie o dalla Padulella, con una canoa, un patino, una barca a remi. Starci per poco tempo o anche per una intera giornata. Nessuno ce lo può impedire.
E poi perché Tecnici di mia fiducia, mi hanno sempre sconsigliato, per più ragioni, il ripristino del vecchio passaggio pedonale.
La particolare pendenza e la fragilità del terreno, oltre alla necessità di rispettare la normativa vigente in materia di sicurezza, comporterebbero la realizzazione di opere di consolidamento tali che, unitamente alla scalinata, avrebbero un impatto ambientale notevole, oltre ad un costo molto probabilmente elevato e di non semplice quantificazione.
Inoltre il ripristino di un accesso dalla strada comunale che dalle Ghiaie porta alle spiagge della Padulella e di Capobianco,per la oggettiva impossibilità di reperire nelle vicinanze un’area da destinare a pubblico parcheggio, creerebbe ulteriori, pesanti difficoltà alla viabilità lungo quella strada, già abbondantemente “intasata” in estate, come ha fatto presente, opportunamente, anche il Sindaco Ferrari.
Se proprio l’Amministrazione comunale dovesse decidere di facilitare l’accesso a quella meravigliosa spiaggetta, forse potrebbe fare la scelta, prospettata dallo stesso Sindaco, di un percorso pedonale dalla spiaggia delle Ghiaie ( credo siano circa 200 mt. di costa). Potrebbe essere realizzato, in sostanza, una sorta di “ viottolo” con un’ altezza di poco superiore al livello del mare utilizzando anche le rocce esistenti o depositando, in assenza di rocce, ballini di cemento opportunamente collocati.
Contrariamente alla scalinata dalla strada comunale questa seconda soluzione, avendo uno sviluppo “orizzontale”, può risultare molto meno impattante dal punto di vista ambientale.
Peraltro mi risulta che, all’interno della ex Caserma della Guardia di Finanza, il Comune ha la possibilità di destinare, da quest’anno, ulteriori spazi a parcheggio pubblico. Realizzato, dunque, l’accesso pedonale dalle Ghiaie, potrà essere comodamente utilizzata tutta l’area di parcheggio della Finanza.
L’attuale Sindaco sembra determinato a rendere accessibile la Cala anche da terra. “Occorre garantire – sono sue parole - un accesso alla Cala da terra modificando l’attuale situazione che l’ha mantenuta in un regime di isolamento e verginità ambientale”. Chiaro. Ma si tratta ora di passare dalle parole ai fatti. Dalle generiche valutazioni tecniche, presentate dallo stesso Ferrari a dicembre dello scorso anno, ad una progettazione più in dettaglio che consenta di confrontare la fattibilità, i costi e l’incidenza ambientale della scalinata e del camminamento dalla spiaggia delle Ghiaie.
Incontri tra l’Amministrazione comunale e Legambiente ce ne sono già stati subito dopo le elezioni amministrative del 2014. Dopo un anno, ad aprile del 2105 l’Associazione ambientalista è tornata alla carica. Insomma dalle elezioni del maggio 2014, di tempo ne è già passato abbastanza.
Se si vuole “sverginarla” quella spiaggetta, si decida dunque su come farlo. Ci godremo finalmente l’ultima puntata di una storia infinita; ormai diventata una “calanovela” non più sopportabile.
Giovanni Fratini
Caro Giovanni
Finalmente… era troppo tempo che registravo una “pericolosa sovrapponibilità” con i tuoi punti di vista, finalmente su qualcosa mi trovo in pressoché totale dissonanza con quello che affermi, finalmente posso tornare a "litigarci" con te, come spesso accadeva tanti anni fa quando eravamo giovani e… facciamo “pieni di energie”.
Non a caso sulla “Calanovela” ci siamo a tempo debito già scozzati, e comincio col darti atto di coerenza e sincerità, assegnandoti la palma di “unico sindaco ferajese degli ultima 40 anni che non ci ha preso per il culo sulla Cala dei Frati” essendoti sempre dichiarato contrario al ripristino di un accesso da terra.
Ciò doverosamente premesso contesto in ordine crescente le tue considerazioni e suggerimenti sulla questione.
Intanto ignaro di chi siano i consulenti ai quali hai chiesto il parere e soprattutto quando glielo hai chiesto, ti faccio notare che chiedere il ripristino di un collegamento pedonale tra il pubblico Viale Einaudi e la Pubblica Cala dei Frati (CHE CONTINUERO’ A DEFINIRE PRIVATIZZATA DI FATTO) non significa necessariamente chiedere di ripristinare esattamente il vecchio percorso.
Osservo non da tecnico (ci mancherebbe!) ma da figliolo di Tardò, che a suo tempo costruì alcune delle scalinate – pubbliche e private - che collegano la viabilità o le proprietà alle spiagge sulla costa nord (e che stanno ancora là dopo 60 anni di erosione costiera), che creare un percorso, che in parte in parte utilizzi accessi (privati) esistenti, in parte si realizzi ex novo, non risulterebbe né opera di titanica ingegneria, né intervento determinante il prosciugamento delle finanze pubbliche.
Esprimo invece la mia preoccupatissima contrarietà alla linea che chiamerò Ferrari-Fratini (ma solo per farti un po’ incazzare, mi dicono infatti che l’ipotesi Ferrari l’abbia “buttata lì” senza crederci fino in fondo) dell’alternativo percorso “costiero” che utilizzi “gli scogli (!)” e “ballini di cemento” opportunamente collocati.
La maggior parte di quelli che ci leggono caro Giovanni non sa che cosa era “il bagno delle donne” la piccola deliziosa spiaggetta contigua alle Ghiaie ma separata da un separé di roccia a cui si accedeva comodamente dalla strada comunale, non lo sanno perché essa fu devastata e cancellata da quella orreenda gradonata cementizia che chiude a ovest le Ghiaie, un vero e proprio insulto ambientale (e le responsabilità nel caso furono tutte ascrivibili al demanio marittimo) finalizzato all’agevole collocamento in piano di forse venti sdraio di una sovrastante attività alberghiera. Un raccapricciante intervento consentito solo dalla scarsa sensibilità ambientale della cittadinanza di mezzo secolo (più o meno) fa, e che la ineluttabilmente erodente natura impiegherà un par di secoli a risanare. Ma cosa sarebbe quello che proponi se non la sua estensione?
Altro cemento sugli scogli NO, NO e ancora NO, così come non si possono prendere in considerazione lignee o comunque leggere passerelle costiere (in continuità con il troiaio dell’ex Bagno delle Donne) perché sarebbero impraticabili con appena un po’ d’onda e destinate ad essere giustiziate dalla prima maestralata oltreché, come ha già osservato la stessa Capitaneria, pericolosissime per la franosità delle non stabilizzabili rocce a monte.
Non ha poi valenza di argomento la tua obiezione sull’intasamento veicolare che provocherebbe il ripristino dell’accesso a mezza costa, il problema sarebbe caso mai quello della efficienza della vigilanza, della effettiva punizione dei parcheggiatori “a pene di segugio”, della opportuna segnaletica che indirizzi le auto verso le opportune aree di parcheggio, e che faccia capire che alle Ghiaie ed alla Cala dei Frati (quando sarà riconquistata dai cittadini) ci si potrà accedere solo mediante zampe, e festa finita.
Del tuo intervento insomma condivido solo l’esortazione a fare presto, parzialmente confortato dall’apprendere, proprio stamani, che (meglio tardi che mai) ci sarà presto un altro incontro tra Comune e Legambiente sulla questione.
Ripeto, con la stima di sempre, ma in disaccordo.
sergio rossi