Le ricerche geologiche condotte nella penisola del Calamita da un team di ricercatori appartenenti all’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia e alle Università di Pisa, Bologna e Trondheim (Norvegia), hanno messo in luce la presenza di importanti strutture tettoniche (faglie) attive fra 7 e 6 milioni di anni fa, quando le rocce attualmente affioranti erano all’interno della crosta terrestre ad una profondità compresa fra 5 e 7 km. Le principali strutture tettoniche sono ben visibili in diverse località sia lungo la costa (Praticciolo, Punta Calamita, Punta delle Ripalte, Stagnone-Capo Calvo, Naregno) sia all’interno (Fosso Salcio, Fosso Pontimento).
La ricerca è di particolare interesse poiché l’attività tettonica delle faglie del Calamita si è modificata, in un intervallo di tempo di circa un milione di anni, in funzione delle variazione delle condizioni di temperatura delle rocce. Testimonianza di queste variazioni sono la presenza di strutture indicative di una transizione da deformazione “duttile asismica” in condizioni di alta temperatura (650° - 400°C) a deformazione “fragile sismica”” con rottura meccanica delle rocce in condizioni di bassa temperatura (300° - 200°C). Questo variazione del comportamento meccanico delle rocce denominato in geologia “transizione fragile-duttile”, avviene nella crosta terrestre a profondità di circa 10-15 Km e coincide con limite al di sotto del quale l’attività sismica è quasi del tutto assente.
L’importanza scientifica delle ricerche geologiche in corso risiede nella possibilità di esaminare in dettaglio direttamente sulla attuale superficie di affioramento le modalità di deformazione tettonica nei livelli superiori della crosta terrestre (profondità comprese fra 3 e 10 km) ed i meccanismi responsabili della generazione di attività sismica come quella recente in Appennino centrale. Sotto questo aspetto la penisola del Calamita costituisce un ottimo “laboratorio geologico naturale”.
I risultati delle ricerca presentati nel mese di dicembre al congresso internazionale AGU Fall Meeting (American Geophysical Union) di San Francisco, sono stati premiati con il terzo posto nella sessione speciale “Virtual Poster Showcase” portando il laboratorio geologico naturale della penisola del Calamita all’attenzione della comunità scientifica internazionale. Gli sviluppi futuri delle ricerche sono finalizzati ad accrescere le conoscenze geologiche sulle condizioni, normalmente inaccessibili, della deformazioni delle rocce all’interno della crosta ed in particolare a studiare in dettaglio i meccanismi deformativi in grado di produrre terremoti.
Il poster presentato all’AGU (per scaricarlo clicca QUI)
Giovanni Musumeci, Università di Pisa – Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Francesco Mazzarini, Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia - Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Samuele Papeschi, Università di Pisa – Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Nelle foto:
Punta Calamita: le rocce di colore chiaro in secondo piano sono la testimonianza di una delle principali strutture tettoniche caratterizzate da una deformazione duttile
Località Praticciolo: il livello di rocce grigie che attraversa il versante rappresenta una faglia con deformazione fragile