"Leggo con attenzione il comunicato di Legambiente riferito agli "ancoraggi selvaggi" su Giannutri con particolare riferimento ai diving e alle boe che al momento gli stessi non stanno utilizzando;
il motivo per il quale le boe non sono ancora utilizzate è che l'istallazione è tuttora in corso, ovvero i lavori non sono completamente terminati; le boe sono state posizionate e dopo i sopralluoghi di rito effettuati per la verifica, a breve la loro posizione verrà calibrata definitivamente in modo da consentire il loro utilizzo così come previsto.
Una volta terminata l'istallazione, per l'uso delle boe dovrà essere messo in atto il meccanismo gestionale ed il regolamento per il loro utilizzo da parte dei diving così come avviene già all'isola di Pianosa e come la stessa Legambiente indica a riferimento; istallazione che ha portato notevoli risultati positivi.
Solo al termine di queste due fasi sarà possibile utilizzare il sistema e quindi evitare il dannoso ancoraggio segnalato da Legambiente. Per altro non è la prima volta che viene fatta questa segnalazione e proprio anche grazie all' attenzione posta dall' associazione ambientalista il Parco Nazionale ha messo in atto diverse iniziative, oltre all'istallazione delle boe, destinate alla salvaguardia dell' ambiente marino e terrestre di Giannutri.
In linea generale ritengo che l'attività di diving sia molto importante per la fruizione delle acque del parco, sia per l'economia sostenibile che sviluppa attorno all'area protetta, ma anche per la possibilità di fruizione e conseguente divulgazione sulle tematiche connesse alle emergenze ambientali, ma anche per il supporto che gli stessi operatori forniscono per la salvaguardia ed il controllo del mare; ricordo, solo per ultima, l'operazione fatta qualche mese fa e promossa proprio dai divng dell' Argentario che ha portato alla rimozione di centinaia di metri di reti abbandonate nelle acque di Giannutri.
L'occasione è buona per ricordare che nel prossimo autunno iniziremo a parlare della ri-progettazione del parco marino attorno a Giannutri, per trasformarlo da parco suddiviso in zona 1 e zona 2 ad area marina protetta classificata in zone A, B, C, D con relative varianti e norme, sullo stesso stile appena approvato per l'isola di Capraia. Quella sarà la sede opportuna per dare soluzione a molteplici problematiche legate alle norme delle zone 1 e 2 evidenziate negli anni. Su questo tema apriremo un confronto con tutte le parti interessate affinchè possano apportare il loro contributo al prossimo strumento di pianificazione delle acque del parco.
Stefano Feri, Consigliere Ente Parco Nazionale A.T."
Comunicato legambiente
Il Parco Nazionale dell'Arcipelago Toscano, di cui l'Isola di Giannutri fa parte completamente a terra e in gran parte – salvo due corridoi di ingresso - a mare punti ha finalmente messo delle boe per regolamentare il flusso di imbarcazioni che portano i sub a fare immersioni negli stupendi fondali dell'Isola. Peccato che praticamente nessuno ci si ormeggi e che, ancora peggio, nessuno rispetti le regole che vigono a Giannutri.
E' quanto è successo domenica 23 luglio 2017 quando nella zona di Punta Secca 4 imbarcazioni cariche di sub, invece di ormeggiare a turno alla boa posizionata per loro, hanno gettato direttamente l'ancora sulle rocce su un fondale di 1 metro e mezzo.
Un utilizzo selvaggio e indiscriminato dei fondali che sembra fregarsene delle telecamere posizionate dal Parco Nazionale. Intanto, furi dalla zona 2 del Parco a mare continua l'invasione delle barche e l'ancoraggio selvaggio sulla prateria di posidonia, habitat prioritario dell'Unione europea.
Il gruppo Legambiente di Giannutri sottolinea che «I danni che produce lo spostamento dell'ancora sono molto pesanti dato che strappano e rompono tutto ciò che incontrano. Ricordiamo che siamo in zona 2 del Parco Nazionale e che è assolutamente vietato un ancoraggio selvaggio di questo genere. Non si capisce perché a Giannutri questa pratica venga tollerata. Eppure sarebbe molto semplice regolare le barche che portano i sub a fare immersioni a Giannutri. Essendo state posizionate le boe per le immersioni basterebbe , come a Pianosa, scrivere un disciplinare nel quale è vietato l'ancoraggio libero sui fondali mentre è consentito solo quello direttamente alla boa, prevedendo una prenotazione e quindi un numero chiuso di imbarcazioni e di sub che possano ancorarsi e immergersi a Giannutri, soprattutto nello stesso punto. Sono regole di buon senso che esistono in molte Aree marine protette allo scopo proprio di proteggere gli splendidi fondali da cui i sub sono attirati. Chiediamo all'Ente Parco che queste regole vengano messe in atto e fatte rispettare anche a Giannutri, perché il degrado dei fondali dell'Isola prodotto dalle imbarcazioni di tutti i tipi sulle praterie di Posidonia oceanica, sulla Pinna nobilis, sul coralligeno e sui fondali in genere è sempre più evidente. Chiediamo anche una maggiore presenza della Capitaneria di Porto a Giannutri in modo da reprimere queste pratiche così impattanti che danneggiano la risorsa stessa su cui si basa il turismo subacqueo: l'integrità e la bellezza dei fondali marini».
Stefano Feri, Consigliere Ente Parco Nazionale A.T.