Prendiamo atto di quanto scritto dal Dott. Feri rallegrandoci del fatto che finalmente anche l'Isola di Giannutri avrà un campo boe per le barche che portano i sub a fare le immersioni in questi splendidi fondali e soprattutto un regolamento con l'obiettivo di proteggerli.
Purtuttavia non capiamo ancora di più, perché questo tipo di comportamento venga tollerato dall'Ente Parco. Esiste per caso una qualche deroga che il Parco Nazionale dell'Arcipelago Toscano ha fatto ai diving per permettergli di ancorarsi in questo modo barbaro?
Eppure, come lo stesso Feri scrive, il Parco, grazie alle nostre denunce, è a conoscenza di queste situazioni ormai da anni, perché allora non interviene?
Non crediamo che il Dott. Feri pensi che siccome alcuni diving virtuosi e rispettosi dell’ambiente organizzano la pulizia dei fondali di Giannutri allora altri sono autorizzati a tenere questi comportamenti.
Infatti, non tutti i diving sono uguali e c'è anche chi non si ormeggia in questo modo barbaro. Quelli che rispettano le regole e tutelano la risorsa sulla quale si basa la loro attività rischiano di passare per degli sprovveduti?
Siamo perfettamente d'accordo che i sub sono una risorsa e soprattutto sono un veicolo per poter sensibilizzare i turisti sulla incredibile biodiversità marina dell'Isola di Giannutri, ma questo a patto che tutti rispettino l'ambiente, altrimenti quelli che non lo fanno trasformano solo in un danno per l’ambiente sottomarino e per i loro collegi/concorrenti più coscienziosi.
Il Dott. Feri gentilmente potrebbe risponderci su come il Parco intende prevenire e reprimere da subito un ancoraggio selvaggio e non più tollerabile? Gliene saremmo, e con noi l'ecosistema marino di Giannutri, enormemente grati.
Legambiente Arcipelago Toscano - Gruppo Giannutri