Eccovi la consueta carrellata di fine anno di fotografia naturalistica, dedicata al bacino delle antiche saline di San Giovanni che anche nei 12 mesi trascorsi ha offerto sorprese e occasioni per realizzare interessanti scatti agli appassionati di fotografia naturalistica e più tranquille osservazioni agli amanti del semplice birdwatching.
E’ opportuno ricordare che il parco delle Terme di San Giovanni e il bacino della ex-salina è l’ultimo fazzoletto rimasto della vasta zona dedicata alla produzione del sale esistente nei pressi di Portoferraio fino alla fine dell’ ‘800: oggi un luogo molto frequentato dal pubblico per passeggiate e attività sportive, risulta però ancora rifugio ed habitat per alcune importanti specie di uccelli e presidio di biodiversità marina e terrestre. Accanto agli sportivi e alle persone che tranquillamente passeggiano intorno alla laguna , la garzetta, l’airone e il martin pescatore, tra le specie più abitudinarie del luogo, continuano quasi incuranti la caccia ai pesci e crostacei che popolano lo specchio acqueo, procurandosi il sostentamento con le loro scaltre tecniche di pesca.
Ovviamente i momenti che offrono più possibilità di avvistamenti sono i periodi primaverili ed autunnali quando una grande quantità e varietà di migratori attraversa i nostri cieli sulla rotta Sud – Nord e viceversa. In quei periodi, e soprattutto nei momenti più difficili legati al passaggio di intense perturbazioni, i volatili effettuano soste per riposarsi e ristorarsi dalle fatiche del viaggio. E così quest’anno, all’inizio della primavera, dopo un momento di condizioni meteorologiche particolarmente avverse mi è capitato di riprendere un gruppo di sette aironi rossi volteggiare proprio sopra il bacino di San Giovanni. Essendo giunto dopo la pioggia e al ritorno del sole non posso dire se gli animali si fossero levati in volo dalla salina dopo una pausa di ristoro: dopo qualche attimo, momenti in cui sono riuscito a realizzare alcune foto, gli uccelli hanno puntato prima verso il faro di Portoferraio e poi si sono diretti con decisione verso Monte Grosso per continuare il loro viaggio verso settentrione.
Ben rappresentata alle Saline è la famiglia degli Ardeidi, che comprendono appunto gli aironi: quest’anno oltre ai già ricordati e abituali garzetta e airone cenerino ho potuto ritrarre infatti anche l’airone rosso, l’airone bianco maggiore e l’airone guardabuoi. I guardabuoi possono essere avvistati anche come svernanti all’Elba, ma alcuni gruppi più numerosi in migrazione si fermano abitualmente alle saline sia in primavera che in autunno.
A partire da fine agosto agli aironi più stanziali presenti a San Giovanni si è aggiunto un giovane esemplare di fenicottero, forse disperso durante lo spostamento del suo gruppo: l’animale ora sembra essersi ben ambientato nel bacino termale. Lo si può osservare mentre si nutre vagliando il basso fondo della laguna con la testa immersa, filtrando il fango con il particolare becco in grado di separare il cibo, consistente in alghe e piccoli organismi, dalla parte inorganica.
Tutto ciò ci ricorda l’importanza di questo pur limitato bacino di antiche saline, piccolo gioiello, l’ultimo rimasto dopo la “rivoluzione industriale” che ha interessato Portoferraio nella prima metà del XX secolo e che ha cancellato quel paesaggio solare dei bacini per la produzione del sale creati per volontà dei granduchi medicei.
Purtroppo, come ho già documentato in altre immagini, in questo importante habitat si trovano anche presenze meno gradite, come quelle dei rifiuti plastici, che rischiano di ingolfare la piccola laguna e minacciare ed il delicato equilibrio fin ora mantenuto.
E’ opportuno tenere presente inoltre che gli aironi, le garzette e gli altri uccelli sembrano essersi discretamente abituati alla presenza umana ma è comunque bene non spaventarli con eccessiva attenzione e disturbo e che i padroni dei cani tengano i loro amici al guinzaglio. Anche il fotografo naturalista poi deve anteporre sempre la protezione della natura e dei soggetti da fotografare dinanzi alla ricerca di immagini, anche a costo di rinunciare agli scatti.
Antonello Marchese
Guida escursionistica ambientale e fotografo naturalistico