In mezzo al normale evolversi del proprio lavoro capita talvolta, ancorché raramente, di imbattersi in qualcosa di particolare e, se la particolarità significa contribuire a far qualcosa di buono, allora quel lavoro diventa una cosa diversa, bella e più piacevole del solito.
Noi abbiamo recentemente avuto questa opportunità quando, tramite il CNR di Genova con cui da anni collaboriamo, siamo venuti in contatto con alcuni ricercatori dell'Ospedale Pediatrico Gaslini (una struttura di eccellenza al pari del ben noto e a noi più vicino Meyer di Firenze).
Questi ricercatori si occupano di crescita epiteliale, ovvero di tecniche per "fabbricare" tessuti, pelle e organi partendo da singole colture cellulari. È un lavoro complicato: tutti noi abbiamo sentito parlare ad esempio di “crisi di rigetto” e di “incompatibilità”, tanto per citare due fattori non del tutto risolti. Ma la formazione di epiteli è difficile già alla base ed è impostata su dinamiche cellulari molto complesse, senza la comprensione delle quali è impossibile pervenire a risultati sempre e comunque riproducibili.
A questi ricercatori abbiamo progettato un sistema in grado di "capire" automaticamente quando l'ultima cellula necessaria ha preso posto nell'epitelio e riempito l'ultimo buco presente. È importante rilevare questa condizione per fermare il processo esattamente al raggiungimento di singoli strati tissutali, che risultano ben osservabili con tecniche di microscopia e che permettono quindi un riscontro semplice e quasi immediato sulla bontà del metodo e dei composti utilizzati per la formazione dell’epitelio.
Lo strumento è un esempio concreto di applicazione dell’elettronica nel campo della Biofisica: la misura è infatti elettrica “classica” ma con la difficoltà di riuscire ad effettuarla senza, al tempo stesso, danneggiare l’epitelio che si sta formando, come avverrebbe utilizzando strumenti di misura commerciali, non certo perché inferiori tecnicamente, bensì perché nati per tutt’altre applicazioni. In questo è insita la peculiarità della soluzione trovata.
Dopo aver con successo prodotto un prototipo per singola coltura cellulare, stiamo ora realizzando la versione a 24 campioni, che permetterà analisi comparate su una griglia di tessuti, analisi sostanziali per nuovi avanzamenti nella ricerca. Sarà possibile far crescere 24 epiteli contemporaneamente in altrettante cellette, misurando singolarmente lo stato di accrescimento e intervenendo di conseguenza.
A noi piace pensare che le attività svolte con il nostro strumento portino presto a soluzioni in grado di curare meglio i bambini, magari colpiti da gravi ustioni o da malattie importanti. E proprio per il messaggio positivo che questo sottintende, muovendoci in un mondo solitamente pervaso di brutte notizie, ci è sembrato opportuno e “diversamente ottimista” divulgare e far conoscere un pezzetto di tecnologia nata all’Elba e in grado, forse, di far qualcosa di buono per la Società.
Marco Sartore
Elbatech srl