Il 2012 di Federparchi- Europarc Italia: bilancio tra luci e ombre. Le innovazioni per i Parchi nazionali, lo stop delle aree protette regionali e una promessa per il futuro: il disegno di legge 1820 D'Ali.
Si è chiuso un anno ricco di avvenimenti per Federparchi – Europarc Italia e il sistema delle nostre aree protette. Tra maggio e giugno, gli associati si sono riuniti nel Parco regionale della Maremma per il VII Congresso della federazione. Un incontro in cui, tra dibattiti e tavole rotonde, si è deciso che la Federparchi dovesse tornare alle origini, ad associazione di categoria.
Ma i Parchi italiani continuano a procedere a tre velocità diverse. I Parchi nazionali, grazie al lavoro della Direzione generale per la protezione della natura e del mare del ministero dell’Ambiente, hanno visto aumentare le risorse a loro disposizione. Un risultato importante, anche considerato il più generale contesto di tagli generalizzati. Altro successo, la definizione delle piante organiche: non è stato messo in mobilità nemmeno uno dei dipendenti dei Parchi nazionali. Anzi, sono stati salvati 53 posti scoperti. Da sottolineare anche la fine della querelle sull’indennità dei presidenti dei Parchi nazionali. La questione è stata risolta dalla commissione Ambiente del Senato, grazie all’iniziativa promossa dai senatori Ferrante e Della Seta. Il presidente è il rappresentante legale dell’Ente, con tutto quello che comporta. La carica non poteva e non può essere considerata onorifica e quindi gratuita.
A fronte delle tre vittorie ottenute per i Parchi nazionali, si devono registrare le criticità emerse nel 2012 per le Aree marine protette e i Parchi regionali. Dopo un iniziale taglio sui budget per le AMP, si è riusciti a ripristinare lo stanziamento, pur essendo questo fortemente ridotto rispetto a quello previsto per il 2011. Disastroso l’anno dei Parchi regionali: molti i tagli ai budget da parte delle Regioni. Preoccupanti, poi, alcune modifiche normative: in Piemonte abbiamo assistito alla riduzione del numero degli enti , in Emilia-Romagna alla totale cancellazione. Il tutto senza un percorso di concertazione. Eravamo stati facili profeti: la situazione è peggiorata. Purtroppo anche la Regione Liguria si sta muovendo in questo senso, ma grazie all’attività della federazione e del suo coordinamento regionale si sta cercando di evitare il taglio.
In questo senso, la federazione è disponibile a discutere con qualunque Regione che voglia ragionare seriamente di un riordino del sistema, esaminandone costi e benefici.
L’ultimo evento che ha interessato il sistema dei parchi è stata l’approvazione all’unanimità, in sede deliberante, da parte della commissione Ambiente del Senato, del disegno di legge 1820 D’Alì. Una base fondamentale da cui ripartire dopo il rinnovo del parlamento e che contiene innovazioni molto importanti: dall’estensione del potere regolamentare del Parco alle aree contigue allo snellimento delle procedure per l’approvazione degli atti di pianificazione, dalla conferma rafforzata del divieto di attività venatoria nei parchi all’inserimento degli Enti tra i beneficiari delle royalties per le attività che si svolgono al loro interno, dalla concessione gratuita ai Parchi dei beni demaniali con possibilità di concederli a terzi e riscuotere il relativo canone alla riduzione del numero dei consiglieri, della giunta, e alla definizione dello status e dei poteri del Presidente, del ruolo di vigilanza del ministero dell’Ambiente e di un comitato nazionale delle aree protette.
Da queste basi può ripartire un confronto per migliorare ulteriormente questo testo già buono. Federparchi è più che disponibile a discutere con tutti i soggetti interessati, tra cui le associazioni ambientaliste, per concordare eventuali modifiche o integrazioni da sostenere insieme.
Dal sito www.Parks.it