Domenica 8 luglio, il Signor G. arriva, un po' camminando sugli scogli, un po' con le gambe in guazzo, alla Cala dei Frati - la spiaggia delle vergogne amministrative portoferraiesi - e si trova davanti ad uno spettacolo desolante: rifiuti di ogni sorta portati dal mare pezzi di cemento crollati dagli accessi "privati" a loro volta serrati da recinzioni indegnamente rugginose.
Il Signor G. dopo aver documentato con il suo cellulare una parte di quello che ha scoperto, in luogo di mettersi a prendere il sole, si fa una bella sfacchinata solitaria e ammucchia una discreta porzione di quei rifiuti. Passa per fortuna davanti alla spiaggia la barca del titolare dell'Agriturismo Casa Marisa che aiuta il Signor G. a completare l'opera caricando quella robaccia sul suo natante per portarla allo smaltimento.
Il Signor G. non sa di avere, con la sua "civile sudata", anticipato una visità dei ragazzi della campagna Vele Spiegate di Legambiente che avevano messo in calendario un simbolico approdo di protesta su quel litorale da effettuarsi in questi giorni.
Protesta più che giustificata perché quel luogo, quella porzione di costa sottratta - ormai da decenni - alla fruizione dei portoferraiesi e dei loro ospiti, è diventato un emblema di incapacità amministrativa, di dispregio del dettato delle leggi, di privata prepotenza esercitata sui diritti dei cittadini.
Sulla Cala dei Frati si è concentrata a più riprese l'attenzione - anche nazionale - dei mezzi di informazione, la protesta della gente "espropriata di fatto" di un suo bene, decine e decine di soggetti si sono attivati senza però che si riuscisse a rompere la gabbia che imprigiona del mare.
E se le precedenti amministrazioni portoferraiesi TUTTE hanno brillato per incapacità, promettendo la soluzione del problema e disattendendo puntualmente le promesse, l'attuale compagine di governo ferajese ha superato nella classifica della presa per i fondelli chiunque altro: dal 2014 si sono seguiti proclami del Sindaco, incontri tecnici con gli ambientalisti, perfino elaborazioni di progetti che se realizzati avrebbero consentito il sospiratissimo accesso al mare ai comuni mortali, ma nulla di concreto si è fatto e siamo giunti all'ultima (speriamo) estate di vita di una giunta già scassata in sé e squassata da intestini giochetti di potere.
Per riappropriarci della "nostra" Cala dei Frati occorrerà attendere almeno il prossimo giro.