Dall'articolo ACQUA: FALDE ELBANE PIÙ BASSE DEL 2017 TUTTAVIA PER A.S.A. "CE LA SI PUÒ FARE" pubblicato su elbareport.it il 19 luglio, appare chiaramente la crisi delle falde idriche dell’Elba.
Quello che fa sensazione è la moltissima pioggia che è caduta nei mesi scorsi e perfino poche settimane fa sull’Isola ed oggi, a pochi giorni di distanza si abbia già tale crisi.
Si è trattato di enormi, grandiosissimi volumi di ottima acqua caduta dal cielo e lasciata scaricare inutilizzata in mare ed ora a pochi giorni già arrivata la crisi.
Eppure le considerazioni da fare sono ovvie.
L’isola è piccola e quindi anche i bacini imbriferi che avrebbero dovuto contenere molta di quell’acqua non lo possono fare perché sono anch’essi piccolissimi e le conseguenze sono sotto gli occhi di tutti.
Vorrei descrivere, per rendere un’immagine facilmente comprensibile, la situazione delle falde del Veneto. Qui dove abito io abbiamo una falda artesiana ricchissima per una ragione diametralmente opposta. La falda sottende un bacino imbrifero posto sotto le Dolomiti a centinaia di km di distanza ma si tratta di bacini enormi larghi e lunghi decine e decine di Km ed alti
forse anche più di mille metri.
Sulle Dolomiti, sopratutto d’inverno cade moltissima acqua sotto forma di pioggia o di neve ma un grande quantitativo di tale acqua viene naturalmente immagazzinata nei ghiacciai ed in quei grandissimi ammassi ghiaiosi di cui ho detto i quali alimentano tutta la sottostante pianura con portate d’acqua tanto potenti da costituire dei grandi fiumi perenni che non si asciugano mai e da alimentare le falde con enormi portate pressoché costanti tutto l’anno.
E’ ben chiara la situazione elbana dove non esiste alcun corso d’acqua perenne dove le falde hanno portate modeste e diventa inutile continuare a fare pozzi nuovi; l'acqua è quella che è ed è inutile deprimerla con le pompe sommerse decine e decine di metri sotto il livello del mare perché l’acqua che vi si ritrova è salmastra essendo mescolata a quella del mare che viene appunto richiamata dalla forte depressione artificiale di falda.
Anche l'operazione di fermare i pozzi d’inverno credendo di rimpinguare la falda è un‘operazione sbagliata anzi dannosa perché l’unico modo per conservare i pozzi efficienti è farli lavorare indisturbati a portata il più costante possibile. Invece il fermare i pozzi significa turbare e modificare i filetti liquidi della falda provocando l'intasamento dei filtri e qualche volta anche idei franamenti sotterranei.
In realtà quando si costruiscono nuovi pozzi non si fa altro che sostituire quelli che si sono intasati diminuendo a propria portata.
C’è una costatazione che ha dell’incredibile: non si vuol capire che per ovviare alla descritta mancanza di grandi ammassi ghiaiosi all'Elba che costituirebbero dei veri serbatoi sotterranei bisogna pensare a costruire dei serbatoi artificiali.
Questa è la sola vera soluzione tutto il resto è fasullo.
Ad esempio io vorrei capire a cosa serviranno d’estate nelle giornate estive di siccità e di massima eccezionale richiesta idrica quando la rete avrebbe bisogno di una portata d’acqua di almeno 600 l/sec (seicento litri al secondo di richiesta istantanea nei momenti di punta) quale beneficio può derivare da un desalinizzatore che, essendo privo di proprio serbatoio di accumulo, è in grado di dare solo 40 l/sec (quaranta litri al secondo). E’ esattamente la stesa cosa di chi vuole alzare il livello del mare con secchi d’acqua.
Marcello Meneneghin