“Spiagge Libere – La storia non ha padroni” c’era scritto sullo striscione che Legambiente ha srotolato sulla battigia in mezzo al settore della spiaggia delle Ghiaie dove, dopo le ultime criticatissime concessioni per gli stabilimenti balneari, sono stati confinati i portoferraiesi.
Appena i militanti di Legambiente e i volontari di Vele Spiegate in queste settimane stanno ripulendo le spiagge dell’Arcipelago, ai quali si erano uniti canoisti ed esponenti dei Comitati, di RIfondazione Comunista e Liberi e Uguali, sono entrati sulla spiaggia di sassi bianchi che il mito dice siano macchiati del blu scuro delle gocce di sudore degli argoanauti erano evidentemente attesi e alla foto di gruppo si sono aggiunti molti portoferraiesi in costume e in tanti hanno fotografato e detto che era ora che qualcuno facesse qualcosa di concreto e visibile per dare risalto alla rabbia di molti cittadini infastiditi per essere trattati come ospiti in casa loro, così come in molti – elbani e turisti . sui social network avevano espresso vicinanza e adesione al flash mob pur essendo impossibilitati a partecipare per motivi di lavoro o perché le loro vacanze all’Elba dovevano ancora iniziare o erano già finite. Non è mancato nemmeno chi si è presentato a flash mob finito perché aveva sbagliato orario…
Umberto Mazzantini, responsabile mare di Legambiente Toscana, ha spiegato brevemente il perché dell’iniziativa: «Noi non ce l’abbiamo con gli imprenditori che chiedono nuove licenze o ampliamenti: fanno il loro mestiere, ce l’abbiamo con gli amministratori che quelle licenze le concedono con leggerezza e generosità, ce l’abbiamo con chi trasforma un luogo pubblico come le Ghiaie, che è prima di tutto proprietà dei portoferraiesi, che sono da sempre la loro spiaggia, in un luogo privatizzato, nel quale i cittadini sono marginalizzati. Per noi gli amministratori devono pensare prima di tutto al benessere e alle esigenze dei loro cittadini, devono partire da questo. Non sempre è così. E’ grave che a Portoferraio la privatizzazione accelerata delle spiagge tocchi un luogo che appartiene al mito, alla storia e che è nell’unica area di tutela biologica marina dell’isola d’Elba, ma da anni denunciamo fatti simili a Marciana Marina con le spiagge del Bagno e della Baronessa, o a Marina di Campo con lo scandalo infinito di Galenzana, oppure con le spiagge rese irraggiungibili da privati nel riese o nel capoliverese, Anche se qui vicino c’è il simbolo di tutti i problemi irrisolti: Cala dei Frati. Noi stiamo con gli elbani, con i portoferraiesi e con i turisti che vogliono spiagge libere, che chiedono che siano rispettati piani strutturali, norme regolamenti e che vogliono liberare le spiagge chiuse o occupate da ingiusti privilegi».
Poi scandendo lo slogan “Spiagge Libere” intonato dalla “super-nonna” del Cigno Verde Luciana Gelli, il corteo di bagnanti e ambientalisti. ha percorso la spiaggia accolto da applausi, suoni di tromba e complimenti (anche se qualcuno – pochi - ha mostrato indifferenza e fastidio).
Dopo l’ultima foto ricordo, tutti si sono dati appuntamento per le prossime iniziative per liberare le spiagge e nel mirino sembra esserci una spiaggia che qualcuno considera un po’ troppo privata a Marciana Marina.