Pubblichiamo la lettera sulla situazione della Zona umida di Mola inviata da Umberto Mazzantini - rappresentante delle Associazioni ambientaliste nel Consiglio Direttivo del Parco Nazionale - al Presidente, al Direttore e al Direttivo del Parco Nazionale dell'Arcipelago Toscano e alle altre istituzioni interessate.
All’attenzione di:
Presidente Parco Nazionale Arcipelago Toscano
Direttore Parco Nazionale Arcipelago Toscano
Direttivo Parco Nazionale Arcipelago Toscano
Sindaco di Capoliveri
Sindaco di Porto Azzurro
Vice Prefetto di Portoferraio
Comando Carabinieri Forestali Parco Nazionale Arcipelago Toscano
Comando Capitaneria di Porto di Portoferraio
e p. c.
Presidente Comunità del Parco Nazionale Arcipelago Toscano
Egregi signori/e,
il giorno 4 agosto, intorno alle ore 18,00 mi sono recato a Mola – Zona B del Parco Nazionale, Zona di protezione speciale e Zona speciale di consevazione Elba Orientale – per un’escursione con i volontari che partecipano al progetto Vele Spiegate cofinanziato dal Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano e la situazione che si è presentata di fronte ai nostri occhi è stata davvero preoccupante.
La staccionata di legno posizionata dal parco per dividere la zona parcheggio da quella “naturale” è in pieno degrado, con interi punti ceduti e/o crollati. Il varco di accesso, del quale Legambiente e il sottoscritto hanno più volte chiesto la chiusura, sembra ulteriormente allargato, quasi a favorire l’ingresso illegale delle auto e di altri mezzi motorizzati e si divide ormai in due grandi stradoni, uno vicinissimo alla spiaggia e l’altro praticamente interno alla zona umida vera e propria, nei quali durante la nostra permanenza sono circolate decine di auto (e motorini), molte delle quali sostavano praticamente sulla spiaggia o accanto alla foce del fosso di Mola.
Il simbolo di questo tipo di degrado era sicuramente il signore che, alato un grosso gommone e portatolo nel bel mezzo della zona umida per poter fare tranquillamente quanto proibito, stava manutenendo la sua imbarcazione – naturalmente con accanto una grossa auto – compiendo tranquillamente quel che si dovrebbe fare in un’area attrezzata e non certo in una zona pubblica e tantomeno in una zona umida protetta dalle normative nazionali ed europee. Di fronte alle mie vivaci rimostranze il signore in questione ha detto che ora che era stato informato di essere in una zona B di un Parco nazionale dove non si potrebbero fare le attività che stava compiendo, se ne sarebbe andato solo quando aveva finito e che lo stavo disturbando.
Nonostante la spiaggia fosse stata ripulita meno di un mese fa dai volontari di Legambiente, la presenza di rifiuti è impressionante ed è evidente che la costa di Mola viene non solo interessata dallo spiaggiamento di rifiuti portati dal mare ma anche dall’abbandono continuo e volontario di rifiuti lasciati dai suoi frequentatori e proprietari delle imbarcazioni ormeggiate a pochi passi dalla riva o tirate in secca.
Sul lato di Capoliveri le vecchie imbarcazioni e pedalò e i relitti in via di disfacimento sembrano addirittura aumentati e niente sembra essere cambiato rispetto agli impegni presi da Parco Nazionale e Comuni nella riunione convocata dalla vice- Prefettura il 28 marzo 2017. Lo stesso assessore del Comune di Capoliveri alla Sviluppo e sicurezza baia Mola e ai rapporti con parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano nell’occasione ebbe ad assicurare un pronto intervento per la rimozione di barche abbandonate e relitti che invece continuano a restare dove sono, anche sotto il cartello posto dallo stesso Comune che vieta di abbandonare rifiuti e tirare in secca barche.
La cosiddetta “spiaggia dei cani” – che insiste nel territorio del Comune di Porto Azzurro, sembra svolgere la funzione esattamente opposta rispetto quel che probabilmente era stata pensata: infatti i cani liberi, senza museruola e guinzaglio, circolavano liberamente nella zona di Mola appartenente al Comune di Capoliveri, violando così quanto previsto dalla normativa in una zona B di un Parco Nazionale e provocando disturbo alla fauna.
La passerella di accesso alla torretta di osservazione è nuovamente impraticabile perché invasa dalla vegetazione, il sentiero che conduce all’area umida è praticamente invisibile e non segnalato e tutti gli elementi di criticità e pericolo sui ponti dei fossi, segnalati per anni e anche mesi fa da Legambiente, permangono e si sono ulteriormente aggravati.
Tutto questo in assenza di una cartellonistica di divieto ed esplicativa la cui messa in opera è stata più volte richiesta da Legambiente e dal sottoscritto e con i cartelli “naturalistici” presenti ormai quasi invisibili per la crescita della vegetazione.
Il 29 marzo scorso sono stati presentati dal presidente del Parco Giampiero Sammuri e dal progettista Arch. Nicola Gallo i progetti di valorizzazione dell'area di Mola (Capoliveri) che evidentemente non sono stati ancora attuati in alcun modo e che, se continuerà l’attuale disattenzione e abbandono di Mola, rischiano di intervenire su un’area così degradata da rendere molto difficoltoso il suo recupero, così come è chiaro che se i progetti non verranno accompagnati da una continua sorveglianza e da iniziative atte ad impedire gli attuali utilizzi impropri di Mola ogni “valorizzazione” rischia di essere vana.
E’ chiaro, come dimostrano i progetti “spot” attuati finora, e che sono costati ingenti finanziamenti pubblici, che per salvaguardare e valorizzare davvero Mola bisogna prima di tutto assicurare la vigilanza e il rispetto di norme e leggi in un territorio tanto fragile quanto indifeso e dove chiunque sembra convinto di poter fare quel che gli pare. Sono abbastanza stufo di sentirmi dire stiamo attuando un progetto, abbiamo approvato un progetto, mentre a Mola si continuano a commettere abusi e illegalità e a degradare habitat e a danneggiare flora e fauna protette…
Il Parco deve decidere immediatamente – e dimostrarlo con atti concreti - se a Mola valgono le leggi dello Stato, le direttive europee e quanto previsto dal Piano del Parco oppure se, di fronte a questo degrado e all’incapacità manifesta di difendere la più importante zona umida dell’Arcipelago Toscano, valgono di più i micro-interessi particolari e la convenienza politica e quindi avere il coraggio di chiedere che quel che resta della Zona umida di Mola venga scorporata dal Parco Nazionale per lasciarla al suo destino di inquinamento e illegalità.
Umberto Mazzantini
Consigliere del Parco Nazionale Arcipelago Toscano
indicato dalle Associazioni ambientaliste