Già l’8 luglio 2008 l’equipaggio di Goletta Verde e gli attivisti di Legambiente Arcipelago Toscano avevano effettuato, al grido di "Non siamo souvenir!”, un blitz alle Ghiaie – la spiaggia “urbana" di Portoferraio che il 4 agosto è stato teatro di un flash mob contro le privatizzazioni. Negli anni successivi il Cigno Verde isolano ha più volte denunciato il malcostume dei turisti che si portano via come ricordo i rotondi sassi bianchi picchiettati di nero-bluastro che rappresentano la bellezza, il mito e la storia.
Infatti, quei candidi sassi picchiettati sprofondano non solo nel mare trasparente dell’area di tutela biologica delle Ghiaie-Scoglietto-Capo Bianco ma anche nella leggenda: Giasone ed i mitici eroi alla ricerca del Vello d’oro avrebbero tirato in secco la nave Argo proprio alle Ghiaie e le gocce del loro sudore avrebbero macchiato indelebilmente i ciottoli. Affascinati da questo racconto mitologico, legato alla fondazione della stessa Portoferraio, quasi tutti i turisti che fanno il bagno a Le Ghiaie si portano via un sasso come ricordo della bellezza del luogo e della sua storia. Ma, così facendo, mettono a rischio la conservazione a lungo termine di questo angolo incantevole dell’Elba.
Umberto Mazzantini, responsabile mare dii Legambiente Toscana, ricorda che «Legambiente chiede da anni al Comune di Portoferraio che vengano apposti dei cartelli multilingue per impedire questo distruttivo prelievo di mitici souvenirs dalle Ghiaie, ma a tutt'oggi i portoferraiesi che frequentano la spiaggia denunciano che il caso dei “sassi rubati” non solo non si è fermato, ma ha assunto nel tempo aspetti davvero inquietanti, con turisti che si portano via i sassi degli Argonauti a intere sacchettate, ignorando le proteste dei bagnanti e nella più completa indifferenza e assenza delle istituzioni interressate».
Legambiente si batte a favore del libero accesso a spiagge e litorali, ma ricorda a cittadini e turisti che l’asporto di sabbia, sassi e ghiaie non solo è illecito, ma impoverisce luoghi di grande pregio ambientale che sono patrimonio di tutti. In passato casi simili hanno costretto amministrazioni e comuni a introdurre ingressi a numero limitato, se non addirittura a chiudere, tratti di spiagge e coste soggetti al medesimo fenomeno. Una soluzione non certo possibile per una spiaggia come le Ghiaie che è e deve rimanere “popolare”. Qualcuno deve mettere fine a questo saccheggio di storia e bellezza che denunciamo da anni, ma le amministrazioni comunali portoferraiesi non sembrano molto interessate al fatto che i turisti si stiano rubando i sassi del mito degli Argonauti. Quando difendere la bellezza e l’ambiente non interessano e le spiagge diventano solo territori da monetizzare, questi sono i risultati.