Come una sorta di appuntamento fisso in questo periodo, tutte le mattine 3 o 4 barche da pesca calano le loro reti lungo la costa che va da Capo Poro fino alla punta di Fetovaia. Più che “lungo la costa” si dovrebbe dire “sotto la costa.”
Come si legge in una segnalazione arrivata a Legambiente Arcipelago Toscano, «Le imbarcazioni sono spesso a poche decine di metri dalla costa, salpando o calando tramagli. Prova di ciò è che la costa risulta letteralmente piena di piccole boe che segnalano la presenza delle reti, che costituiscono anche un pericolo per la navigazione perché poco visibili».
Infatti, queste imbarcazioni si spingono fino a poche decine di metri dagli scogli, calando le reti perpendicolarmente alla costa. Un fenomeno del quale non è d’altronde immune nemmeno il Golfo di Campo, dove la pesca a poche decine di metri dagli scogli è abbastanza usuale
Oltre al pericolo per la navigazione, poiché i segnali delle reti non sono luminosi e spesso non sono a norma, si continua a impoverire uno dei tratti di costa non solo più belli dell’isola ma anche più ricchi di pesce e di flora marina. Pescando così sotto costa infatti si distrugge l’habitat che permette al novellame di svilupparsi, con grave danno all’ambiente marino ma anche per la stessa pesca che distrugge le risorse ittiche e alieutiche su cui si basa.
Un mare reso sempre più povero è un danno prima di tutto per i pescatori che rispettano le regole.