In questi giorni, grazie alla denuncia di Legambiente Arcipelago Toscano su segnalazione di alcuni cittadini, è balzata agli onori della cronaca l'installazione in sordina di una nuova antenna per la telefonia mobile in loc. Bagnaia, nella parte ricadente dentro il Comune di Rio.
Le foto a corredo della notizia mettono bene in evidenza la distanza dalle varie abitazioni e strutture ricettive della zona, distanza che non può certo dirsi di sicurezza. Qualcuno potrebbe chiedersi (già, ancora nel 2018) “Sicurezza da che? Se un'autorità qualsiasi ha dato il benestare a questa installazione vuol dire che è tutto in regola e non ci saranno rischi di alcun tipo per alcuno.”
Eppure da decenni vi sono studi e ricerche indipendenti che hanno attestato il rischio per la salute umana, animale e vegetale derivante da esposizione ai Campi Elettromagnetici Artificiali (CEM) quali quelli creati da linee elettriche, circuiti domestici, trasmissioni radiotelevisive, radar e, più di recente, da comunicazioni satellitari, telefoni cellulari, cordless, Wi-fi e tecnologie Wireless in generale e ripetitori per la connettività mobile.
Perchè tutti questi CEM dovrebbero rappresentare un pericolo, un rischio concreto per l'ambiente e la salute umana ed animale, soprattutto negli ultimi 2-3 decenni con l'espandersi incontrollato ed onnipervadente della telefonia mobile e delle tecnologie Wireless in genere? Le aziende e multinazionali di connettività mobile cercano in tutti i modi di contrastare gli studi indipendenti che attestano tali rischi, finanziando ricerche le quali sempre indistintamente assolvono queste tecnologie da qualsiasi rischio e questo, naturalmente, al fine di salvaguardare ed incrementare a dismisura, soprattutto con la paventata prossima attuazione del nuovo “trastullo” tecnologico del 5G per la connettività a livello globale (entro il 2019, massimo 2020), le ingenti risorse investite e gli immensi guadagni previsti.
Dunque, nel secolo scorso le uniche sorgenti di radiazioni non-ionizzanti erano quelle naturali: il campo elettrico e magnetico della Terra, i campi elettromagnetici prodotti dall'attività temporalesca (in particolare i fulmini), i debolissimi campi associati all'emissione del Sole, delle Galassie e ai raggi cosmici nel loro insieme. Queste sorgenti costituiscono il fondo o ambiente elettromagnetico naturale, in cui, dalla notte dei tempi, si sono evoluti ed adattati tutti gli organismi viventi, compreso l'essere umano. Il fondo naturale del campo elettrico, nella finestra delle alte frequenze – quelle radio – ha il valore medio di 194 microvolt per metro; ai fini di una valutazione sanitaria è utile indicare anche il fondo naturale espresso in densità di potenza per la quale a 194microvolt/metro corrisponde un'energia di 100pW/metroquadro (1picoWatt = 1 millimiliardesimo di watt). I CEM di radiofonia, telecomunicazioni, radar, telefonia mobile, ecc. bombardano senza tregua campagne, boschi, colline e monti e, in modo assai preoccupante, residenze, uffici, scuole e ospedali; il livello di intensità media dei CEM o della densità di potenza è cresciuto in alcune aree urbane in modo esponenziale dagli inizi del secolo scorso e in alcune zone si avvicina ai limiti della attuale normativa (6V/m) superandola nei cosìddetti punti caldi, (ad esempio nel paese di Guadagnolo oppure nei pressi di Montecavo, Comune di Rocca di Papa) con valori di campo elettrico fino ed oltre i 20V/m, cioè circa centomila volte il fondo naturale, e con valori della densità di potenza che possono raggiungere 1W/metroquadro, cioè circa dieci miliardi di volte il fondo naturale.
Coloro che si trovano esposti per molte ore a quei valori di campo sono in grado di stabilire un equilibrio rispetto a una situazione così drasticamente alterata? Come reagirà il loro organismo, i loro processi biologici, le loro funzioni? Minimizzare o negare gli interrogativi sulle conseguenze di questa alterazione non è una prova di buon senso scientifico, anzi non è una prova di buon senso tout-court.
Purtroppo nella valutazione dell'impatto sulla salute di questa situazione, a confondere le acque e le capacità decisionali della politica circa l'adozione o meno delle tecnologie wireless ed in particolare del prossimo scempio del 5G, ha pesato non poco l'approccio di indagine adottato negli U.S.A. dalle potenti industrie dell'energia elettrica prima, e dall'industria delle telecomunicazioni dopo, dato che queste, insieme all'industria militare, sono i principali produttori e utilizzatori dei CEM artificiali e, contemporaneamente, gli sponsor di quasi tutta la ricerca sull'argomento.
Il modello dell'interazione tra i CEM ed i sistemi biologici, importato dagli U.S.A. e a tutt'oggi accettato come unica metodologia scientifica valida da una parte del mondo accademico italiano e dall'Istituto Superiore di Sanità, prevede – erroneamente – che gli unici effetti biologici derivanti da questa interazione siano esclusivamente di tipo termico, dovuto a riscaldamento dei tessuti biologici, escludendo a priori la possibilità ed il rischio di effetti non-termici, esclusione basata sulla falsa credenza che il cosìddetto rumore termico, proprio di tutta la materia organica e vivente, renda inaccessibile a livello cellulare l'azione di un campo elettromagnetico esterno.
Il rumore termico agita tutta la materia e quindi anche i sistemi biologici; a questo rumore è associata un'energia che, secondo il modello predominante, costituirebbe una barriera non superabile da segnali di energia molto inferiore: In realtà questa teoria è stata ampiamente confutata da esperienze di laboratorio effettuate negli anni '90, riprodotte e quindi riproducibili, nelle quali sono stati rilevati su un sistema organico, anche se non biologico, effetti anche in corrispondenza ad un energia di CEM molto inferiore a quella del rumore termico.
Ad ogni modo la ricerca indipendente e quasi tutta la letteratura riguardante gli studi in vivo, in vitro ed epidemiologici da questa derivati, evidenziano effetti sulla salute umana ed animale quali:
- effetto sulle cellule in crescita, con particolare aumento del tasso di produzione delle cellule cancerose
- aumento dell'incidenza di particolari forma di cancro
- sviluppo di anormalità negli embrioni
- alterazioni delle sostanze chimiche del sistema nervoso, ad esempio la concentrazione di ioni calcio
- alterazione dei cicli biologici (ad esempio disturbi del sonno)
- declino dell'efficienza del sistema immunitario
- alterazioni nelle capacità d'attenzione e di apprendimento
- alterazioni comportamentali (iperattività, asocialità, aggressività, ecc.)
- sviluppo di ipersensibilità alla radiazione elettromagnetica (elettrosensibilità ed elettroipersensibilità)
Riguardo allo sviluppo di cellule cancerose e all'aumento di particolare forme di cancro, le prime evidenze risalgono agli anni '80 (Neil Cherry) con la correlazione certa fra i numerosi casi di leucemia infantile e i CEM prodotti dalle trasmissioni radiotelevisive emesse dalle Sutra Tower di San Francisco. Inoltre abbiamo visto come l'irradiazione da CEM artificiali, a partire da valori di circa 1 V/m (quelli prodotti da uno smartphone almeno fino a quasi 1 metro di distanza dalla testa, figurarsi quando si tiene all'orecchio) danneggi il DNA cellulare (test del Comet Essay; il filamento danneggiato del DNA fuoriesce dal nucleo come la coda di una cometa) tanto che in un primo momento questa attiva i geni dell'apoptosi (morte cellulare), ma se l'esposizione continua si attivano altri geni che inibiscono l'apoptosi mettendo la cellula danneggiata nelle condizioni di duplicarsi, producendo così cellule tumorali.
Tutto questo naturalmente vale anche per le esposizioni a qualsiasi tecnologia wireless ad oggi sul mercato.
Se il nesso fra aumento di determinati tumori della zona cefalica e uso di telefonini senza auricolare è stato già ampiamente provato da numerosi studi indipendenti (l'ultimo in ordine di tempo, fresco di quest'anno, è quello statunitense del National Toxicology Program) e sentenze di tribunale, abbiamo dovuto attendere un poco di più, per ovvie ragioni cronologiche in riferimento al momento in cui è entrato in commercio, per ciò che riguarda il Wi-Fi.
Ebbene gli studi più recenti, riguardanti anche le esposizioni ad irradiazioni da antenne e ripetitori per connettività mobile, riportano gli stessi effetti provocati dalle tecnologie wireless precedenti; a tal riguardo il più recente studio, durato una decina di anni circa, è arrivato a conclusione circa un paio di mesi fa, è stato effettuato dal nostrale Istituto Ramazzini di Bologna, una delle eccellenze italiane, riconosciuto a livello internazionale, diretto dalla Dr.ssa Fiorella Belpoggi. Tale studio effettuato prevalentemente su ratti e condotto con potenze decine di volte inferiori rispetto allo studio del National Toxicology Programm e dei limiti d'irradiazione attualmente vigenti nel nostro Paese, ha confermato e messo ancora più in drammatica evidenza gli effetti di tali CEM sulla proliferazione di tumori finora molto rari o pressochè sconosciuti come lo Schwannoma del cuore e il Glioma cerebrale.
Il bello è che gli attuali limiti di 6V/m non saranno più sufficienti – almeno così ci dicono - per sostenere la connettività del nuovo scempio Wireless denominato 5G e l'attuale Governo ha già in progetto, su pressione delle solite Lobbies delle compagnie di telefonia mobile, di innalzare gli stessi a 61V/m, avete letto bene, ben 10 volte gli attuali limiti già considerati dal mondo scientifico indipendente ben oltre i limiti di sicurezza, limiti valutati fra 0,2 e 0,6V/m. Tutto questo lascio a voi immaginare con quali rischi concreti e conseguenze sulla salute della popolazione in generale, ed in particolare per possibili danni a feti, neonati, bambini e per i soggetti elettrosensibili ed elettroipersensibili; riguardo a queste ultime due fascie ricordo che in Svezia da almeno un decennio o forse più l'elettrosensibilità è riconosciuta malattia professionale ed invalidante, al punto che sono stati là creati quartieri appositi CEM free per queste persone.
La nuova rete 5G, la cui sperimentazione in Italia è già iniziata dalla scorsa estate a L'Aquila, Prato, Roma e Milano e per la quale è stata già battuta l'asta pubblica per l'assegnazione delle frequenze a varie compagnie telefoniche (un bottino, per ora, per lo Stato Italiano di circa 2 miliardi di euro) senza che l'attuale Governo del “cambiamento” minimamente abbia preso in considerazione tutti i più recenti studi indipendenti, compreso quello, già citato, dell'Istituto Ramazzini, che da anni mettono in evidenza i gravi rischi concreti per la salute generale ma, anzi, utilizzando (non si è ancora capito se per gretta ignoranza o per convenienza.. e non saprei quale è fra le due alternative la migliore) a giustificazione dell'adozione di questa tecnologia studi vecchi anche più di 20 anni e quasi tutti finanziati e prodotti dalle multinazionali del settore o da ricercatori da queste pagati, potrebbe coprire almeno il 90% del territorio italiano già entro la fine del 2019, per entrare a pieno regime entro il 2020.
Tale tecnologia si avvarrà di due infrastrutture necessarie al suo funzionamento, 1) nuove stazioni radiobase a terra 2) satelliti artificiali posizionati a circa 300-350 km sulle nostre teste.
Riguardo al punto primo pregasi notare una cosa, le stazioni radio base dovranno essere posizionate a circa 15 metri l'una dall'altra e saranno montate su tetti di condomini e case, così come sui lampioni, e si andranno a sommare alle stazioni radiobase già presenti sul territorio per la connettività 3 e 4G; fate voi il conto di quante stazioni radio base per il 5G alla fine si conteranno, diciamo centinaia di migliaia, milioni?
Riguardo al punto 2 sappiamo già da tempo che per coprire l'intero globo con la nuova connettività occorrerano molti satelliti artificiali in orbita, ma molti quanti? Per il momento qualcosa come più di 12mila satelliti ma forse alla fine saranno anche 20mila e passa; è notizia di ieri che Elon Musk ha ottenuto di poter lanciare a tale scopo, tramite la sua società aerospaziale Space X altri 7500 satelliti oltre ai 4mila per cui aveva già ottenuto l'autorizzazione.
Tutto ciò non lascia preoccupato qualcuno? L'autorizzazione a lanciare questi satelliti si è ottenuta in cambio dell'impegno a non aumentare il traffico di detriti spaziali in orbita; no, non è uno scherzo. La verità è che lanciare tutti questi satelliti comporta il rischio concreto di danneggiare gravemente ed irreversibilmente il prezioso strato di Ozono che protegge la vita sulla Terra dai micidiali raggi ultravioletti provenienti dal Sole e, insieme all'incredibile numero di stazioni radio base a terra, intrappolare il globo intero, anche le zone più isolate ed irraggiungibili del pianeta, in una sorta di forno a microonde da cui nessuno avrà possibilità di uscire; di nuovo lascio a tutti voi immaginare le conseguenze.
Tutto ciò sono solo fantasticherie, esagerazioni, parto di menti dotate di particolare immaginazione?
A tal riguardo ricordo che solo pochi mesi fa, in riferimento alla paventata adozione a livello globale di questa sciagura tecnologica, della quale francamente non se ne sentiva particolarmente il bisogno, circa 180 scienziati e ricercatori indipendenti di 37 diversi Paesi, forti della letteratura scientifica disponibile sugli effetti biologici dei CEM derivanti da tecnologia Wireless e dal 5G, hanno indirizzato un accorato appello all'ONU, affinchè arrivi ad una moratoria e ad una sospensione nell'attuazione del programma di implementazione 5G, fino a che altri studi indipendenti non provino l'assoluta innocuità di questa tecnologia; in pratica hanno semplicemente chiesto che venga adottato il cosiddetto Principio di Precauzione, riguardo al quale già il Consiglio d'Europa con la raccomandazione n. 1815/2011 si era espresso consigliandone l'applicazione agli Stati Membri. Riguardo sempre al Principio di Precauzione, così si è espresso in Italia il Consiglio di Stato con la sentenza n. 02495/2015: Il richiamato principio di precauzione fa obbligo alle autorità competenti di adottare provvedimenti appropriati al fine di prevenire i rischi potenziali per la sanità pubblica, per la sicurezza e per l'ambiente, ponendo una tutela anticipata rispetto alle fase dell'applicazione delle migliori tecniche proprie del principio di precauzione. L'applicazione del principio di precauzione comporta dunque che, ogni qual volta non siano conosciuti con certezza i rischi indotti da un'attività potenzialmente pericolosa, l'azione dei pubblici poteri debba tradursi in una prevenzione anticipata rispetto al consolidamento delle conoscenze scientifiche, anche nei casi in cui i danni siano poco conosciuti o solo potenziali.
O, se preferite, come spiegava l'oncologo Lorenzo Tomatis dell'Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro: “Adottare il Principio di Precauzione e quello di responsabilità significa accettare il dovere di informare e impedire l'occultamento di informazioni su possibili rischi per la salute ed evitare che si continui a considerare l'intera specie umana come un insieme di cavie sulle quali saggiare tutto quanto è capace di inventare il progresso tecnologico.”
Oltre alla lettera su citata, in Italia anche l'ISDE, l'Associazione dei Medici per l'Ambiente, ha inviato una lettera al Governo chiedendo di sospendere l'adozione del 5G, in ossequio al principio di precauzione.
E su questo argomento dell'informare senza occultare i rischi insiti, il lato oscuro di questa tecnologia circa la salute pubblica generale, che posizioni hanno assunto in Italia la politica ed i mass media?
Non c'è alcuna posizione, nel senso che a tutti i livelli, non si fa altro che decantare le lodi e le “magnifiche sorti e progressive” di una tecnologia che per sua natura, come abbiamo visto, potrebbe portare ad una catastrofe sanitaria negli anni a venire. Negli Stati Uniti, di contro, pur avanzando l'applicazione del 5G, già circa 300 sindaci si stanno opponendo, sull'onda di denunce e diffide da parte della popolazione, all'applicazione nelle loro cittadine e l'argomento è stato molto dibattuto sulle tv in prima serata.
Qua in Italia pochi informati e volenterosi sparuti gruppi stanno organizzandosi pronti a far partire diffide legali nei confronti delle autorità che intendessero adottare il 5G nei loro territori e a breve partirà una campagna di informazione sui rischi del 5G sulla base dell'acquisto di spazi sui maggiori quotidiani nazionali, su carta e online, acquisto reso possibile da una raccolta fondi a cui molti stanno partecipando. La trasmissione Report di Rai 3 si occuperà dell'argomento lunedì 26 novembre in prima serata.
Inoltre si sono apertamente espressi contro l'adozione del 5G formazioni politiche come il Popolo della Famiglia e la Federazione dei Verdi.
Andrea Isolani
Per saperne di più su questo ed altro rimando, invitando tutti calorosamente, ad informarsi ai seguenti links:
Intervista al dr. Andrea Vornoli, collaboratore dell'Istituto Ramazzini nella ricerca sugli effetti biologici dei CEM: https://www.abruzzoweb.it/contenuti/tumori-e-5g-studio-conferma-il-legame-tecnologia-enorme-e-fuori-controllo-/667216-5/?fbclid=IwAR2bsU5FL8ntNLX-vhWjGfDP9kBsIwBTKLFTKlTdljRap4kNSjE5av3w8U8
Lettera Scienziati e ricercatori indipendenti inviata all'ONU per richiesta moratoria dall'adozione del 5G a livello globale (originale): https://www.5gspaceappeal.org/the-appeal/
Traduzione/riassunto della stessa lettera: http://www.infoamica.it/appello-per-fermare-le-telecomunicazioni-5g/
Info sulla campagna informazioni a livello nazionale sui rischi del 5G: https://www.produzionidalbasso.com/project/stop-5g-aiutaci-a-fermare-lo-tzunami-elettromagnetico/
Info su malattie di origine ambientale e sull'elettrosensibilità: www.infoamica.it