Si è recentissimamente conclusa la complessa procedura che ha portato la Regione Toscana ad esprimersi positivamente relativamente al “Progetto di coltivazione e ripristino ambientale per l'ampliamento della miniera "La Crocetta" situata in località Buraccio, nel Comune di Porto Azzurro (LI)”, proposto dalla società Eurit, per l’estrazione del caolino.
Il via libera della Regione è scaturito dopo attente ed articolate valutazioni tecniche – come ha ricordato recentemente dall’Assessore Federica Fratoni – che hanno riguardato molteplici aspetti: ambientali, paesaggistici, idrogeologici, sociali, infrastrutturali, naturalistici, ecc. Tali valutazioni hanno visto coinvolti i settori regionali: “Tutela della Natura e del Mare”, “Tutela, riqualificazione e valorizzazione del Paesaggio”, “Genio Civile Valdarno inferiore e costa”, “Programmazione Viabilità”, “Miniere”, “Forestazione Usi Civici. Agroambiente”, “Servizi Pubblici Locali. Energia e Inquinamenti”, ed i contributi di enti terzi quali la Soprintendenza Archeologica Belle Arti e Paesaggio, l’Autorità di Bacino Distrettuale dell’Appennino Settentrionale, l’IRPET, l’Ente Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano, l’USL Toscana Nord Ovest, Unione di Comuni Montana Colline Metallifere ed i Comuni di Porto Azzurro, Capoliveri e Portoferraio.
Si tratta, in sostanza, di ben 6 settori specialistici della regione Toscana, 6 enti terzi con compiti di tutela, vigilanza e controllo, e tre comuni.
La sintesi di tutto il complesso di valutazioni, pareri, prescrizioni, ecc. è sfociata nella delibera di Giunta con la quale la Regione Toscana esprime parere favorevole alla VIA, propedeutica alla Variante al Regolamento urbanistico ed al Piano strutturale del Comune di Porto Azzurro.
Parlare di “negazionismo ambientale” della Regione Toscana, come si legge nelle note stampa degli ambientalisti, denota una faziosità pregiudiziale, che non tiene conto dell’articolata istruttoria e della molteplicità degli enti consultati. Insistere sul danno ambientale significa, di fatto, mettere in discussine la competenza e l’obbiettività degli enti che hanno concorso alla decisione della Regione. Anche per tali motivi, non merita alcuna replica la pedestre ironia sull’ “importanza delle piastrelle”, non fosse altro per il rispetto che merita il lavoro delle maestranze interessate e dell’indotto collegato.
Non casualmente, nelle note di protesta, non vengono citate le opere di mitigazione e compensazione che la Regione stessa ha imposto alla società Eurit a garanzia del rispetto delle procedure di coltivazione.
La cosa importante è che sia possibile scongiurare la cessazione delle attività estrattive insieme alla garanzia che siano salvaguardate le esigenze ambientali. Il resto è polemica abituale che prescinde dalla necessità di coniugare attività produttive e sostenibilità ambientale che rappresentano fattori decisivi per la tenuta del sistema economica del territorio.
Elena Pozzoli
Media Relations
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