Una nuova ricerca pubblicata sulla prestigiosa rivista PLOS ONE dimostra che l’eradicazione di specie invasive su isole è una azione di conservazione che può dare un forte contributo per ridurre la crisi della biodiversità che sta colpendo il pianeta. Queste nuove analisi sono state realizzate da un team di oltre 50 esperti mondiali afferenti a 40 istituzioni, tra i quali anche un ricercatore italiano dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA).
Ci sono circa 456.000 isole al mondo che ammontano solo il 5.6% della superficie della Terra, eppure queste ospitano ecosistema unici e una grandissima quantità di esseri viventi, con tantissime specie endemiche che non si trovano in nessuna altra parte sul pianeta.
Ma le isole hanno anche il più alto tasso di estinzione: il 75% di estinzioni di rettili, uccelli e mammiferi avviene sulle isole. La principale causa di queste estinzioni sono specie invasive, che sono arrivate sulle isole e hanno causato la scomparsa delle specie presenti in quell’habitat spesso unico al mondo.
Lavorare per conservare gli habitat insulari è una necessità per la conservazione della natura e un’opportunità unica. Diversi studihanno già evidenziato che eradicare mammiferi alieni invasivi come ratti, gatti, capre e maiali dalle isole è un’azione di conservazione particolarmente efficace.
Ma da quale isole cominciare?
In questo nuovo studio sono state identificate 107 isole sulle quali è prioritario attivare progetti di eradicazione entro il 2010 e 62 isole con progetti da iniziare entro il 2030; lo studio dimostra che tali interventi porterebbero importanti benefici per il 9,4% delle specie insulari minacciate a scala mondiale.
L’articolo scientifico, intitolato “Globally Important Islands Where Eradicating Invasive Mammals will Benefit Highly Threatened Vertebrates”, ha analizzato i dati relativi a 1.279 isole con 2.823 popolazioni di 1.184 specie di uccelli, mammiferi e anfibi elencati come minacciati o criticamente minacciati di estinzione nella Lista Rossa delle specie in pericolo dell’IUCN, la più ampia fonte di informazioni sullo stato di conservazione delle specie di animali, funghi e piante a scala mondiale. Con il supporto di 54 esperti di tutto il mondo è stato quindi analizzato in quali casi fosse possibile rimuovere le specie invasive presenti nelle isole studiate prima del 2020.
Il Dr Piero Genovesi dell’ISPRA, co-autore della ricerca, afferma che “Attraverso la Convenzione sulla Biodiversità delle Nazioni Unite e gli Obiettivi per uno Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite, la comunità globale ha concordato di fermare la perdita di biodiversità e di evitare le estinzioni entro il 2020. L’eradicazione di specie aliene invasive dalle isole prioritarie attraverso questa ricerca fornirebbe un contributo significativo verso il raggiungimento di questo obbiettivo importante. È anche essenziale informare meglio e di più tutti i settori della società, e ISPRA - in collaborazione con Federparchi, diversi parchi nazionali, Legambiente, Regione Lazio, Università di Cagliari, NEMO e TIC – coordina il progetto Life ASAP proprio sulla comunicazione in materia di specie invasive”.
Nicola Baccetti di ISPRA aggiunge “Anche in Italia questo tipo di intervento ha portato a risultati straordinari. L’eradicazione di ratti realizzata a Montecristo e in altre isole del nostro Paese ha permesso di proteggere specie molto minacciate come la Berta minore”.
Giampiero Sammuri, presidente del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano e Presidente di Federparchi sottolinea “Le aree protette sono particolarmente colpite dalle specie aliene invasive. In particolare nelle piccole isole italiane gli interventi di eradicazione realizzati hanno prodotto un risultato immediato ed importante per il miglioramento della conservazione di specie animali e vegetali, molte delle quali endemiche. È essenziale promuovere più interventi per tutelare le aree naturali protette del nostro Paese da questa minaccia”.
Nick Holmes, Direttore scientifico dell’organizzazione Island Conservation e principale autore dello studio, afferma che “l’eradicazione di mammiferi invasivi dalle isole rappresenta un potente mezzo per eliminare una minaccia chiave per le specie insulari, impedire le estinzioni e conservare la biodiversità Questo studio rappresenta una preziosa valutazione globale dei luoghi dove esistono queste opportunità future di conservazione e fornisce supporto al processo decisionale su dove si deve intervenire per evitare le estinzioni”.
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Collaborazione globale
L’articolo è stato coordinato da biologi della conservazione di Island Conservation, il Coastal and Conservation Action Laboratory dell’ University of California a Santa Cruz (UCSC), BirdLife International, e dalla Commissione Species Survival (SSC) del Gruppo Esperti Invasive Species dell’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN), tra i quali un ricercatore di ISPRA.
Opportunità di migliorare lo stato della biodiversità
Lo studio mette in evidenza le opportunità di recupero ambientale in varie aree critiche del mondo, tra le quali:
• Isola di Floreana, Arcipelago delle Galapagos, Ecuador: L’eradicazione dei gatti selvatici e dei ratti invasivi eliminerebbe la minaccia di predazione non nativa del Petrello delle Galapagos, specie di uccello marino minacciata criticamente che depone le uova in tane, ed è dipendente da quest’isola per poter nidificare e riprodursi in sicurezza. L’eradicazione dei predatori invasivi permetterebbe inoltre la reintroduzione di 13 specie estinte localmente.
• Gough Island, Arcipelago di Tristan da Cunha, Terrirori d’Oltremare del Regno Unito. L’Isola di Gough fornisce l’habitat vitale per la nidificazione di un specie, come l’Albatro di Tristan e il Fringuello di Gough, specie criticamente minacciate di estinzione, e il Petrello di Schlegel, specie minacciata, attualmente a rischio per la predazione del topo domestico invasivo. L’eradicazione di questa popolazione murina rappresenta un’azione critica per proteggere queste specie minacciate a livello globale e questo sito Patrimonio dell’UNESCO.
• Alejandro Selkirk Island, Juan Fernandez, Cile. L’eradicazione di capre e gatti selvatici e dei roditori invasivi eliminerebbe delle minacce chiave/importanti per la perdita di habitat e la predazione del Rayadito di Masafuera, un piccolo uccello canterino, criticamente minacciato, endemico di questa isola remota e che vive solo li. L’azione di recupero di quest’isola porterebbe benefici anche a numerose altre specie vegetali e animali a rischio da specie invasive.
Informazioni generali - Perchè le isole?
Le isole rappresentano una necessità di conservazione e un’opportunità uniche. Le isole ammontano solo a una minima parte della superficie terrestre emersa e ospitano un tasso di estinzione e di minaccia per unità di superficie sproporzionatamente elevato. Per questa ragione, investire limitati fondi per la conservazione nelle isole fornisce un utile elevato sul capitale investito.
• Ci sono 465,000 isole nel mondo, che tuttavia coprono solo 5.3% della superficie terrestre emersa globale.
• Le isole hanno rappresentato l’epicentro delle estinzioni: dal 1500, hanno ospitato il 75% delle estinzioni di specie di uccelli, mammiferi, anfibi e rettili.
• Le isole forniscono rifugio alle specie altamente minacciate, attualmente ospitano il 36% delle specie di uccelli, mammiferi, anfibi e rettili classificati come criticamente minacciati nella Lista Rossa dell’IUCN.
Le specie aliene invasive sono una causa importante delle estinzioni di specie sulle isole, in particolare i mammiferi invasivi.
• Molte specie insulari sono minacciate come diretta conseguenza di specie aliene invasive, mammiferi invasivi in particolare. I gatti e i ratti (invasivi) sono le specie invasive che causano maggiori danni sulle isole.
• Le specie invasive divorano le uova, i giovani e anche gli esemplari adulti di piante e animali nativi, diffondono seme invasivi, e distruggono la vegetazione.
Le isole rappresentano una speranza per la conservazione della biodiversità, perché possono permettere di evitare moltissime estinzioni proteggendo la diversità della vita del nostro pianeta
È dimostrato che l’eradicazione di mammiferi invasivi dalle isole rappresenta un efficace strumento di conservazione
• Sono state tentate oltre 1.200 eradicazioni di mammiferi invasivi sulle isole, con un successo medio del 85%.
• Le isole più grandi e remote e tecnicamente ardue/difficili vengono liberate con successo dalle specie invasive ogni anno.
• Molti di questi investimenti hanno notevoli storie di risanamento svolto con successo, compreso il recupero di specie minacciate a livello globale.
I partners
ISPRA L’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale è ente pubblico di ricerca dello stato italiano, sottoposto alla vigilanza del Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. ISPRA si occupa di protezione ambientale, delle emergenze ambientali e di ricerca. L'ISPRA collabora con l'Agenzia europea dell'ambiente, la Convenzione Biodiversità delle Nazioni Unite e con le istituzioni ed organizzazioni nazionali ed internazionali operanti in materia di salvaguardia ambientale. Sul tema delle specie aliene invasive ISPRA ospita le principali banche dati mondiali, comprese quelle coordinate dall’IUCN.
Island Conservationè l’unica organizzazione global no-profit con la missione ti evitare le estinzioni attraverso la rimozione delle specie invasive dalle isole. Lavoriamo laddove concentrazione di biodiversità e estinzioni di specie sono maggiori: le isole. L’eliminazione della minaccia primaria - vertebrati invasivi introdotti- è uno degli interventi più critici per salvare le specie vegetali e animali minacciati e risanare l’ecosistema dell’isola/insulare. Una volta rimosse le specie invasive, le specie native e gli ecosistemi insulari possono migliorare il loro stato di conservazione, spesso con pochi interventi addizionali. Ad oggi, abbiamo risanato con successo 63 isole nel mondo, a beneficio di 1,173 popolazioni di 468 specie e sottospecie. La sede centrale di IC è a Santa Cruz, CA (USA) con uffici sul campo in British Columbia, Cile, Ecuador, Hawai’i, New Zealand, Palau, e Puerto Rico.
Coastal Conservation Action Lab a UCSC: Il nostro laboratorio mette insieme scienza e azione per risolvere problemi di conservazione. Usiamo la scienza per identificare e stabilire le priorità nei problemi di conservazione. Lavoriamo inoltre con agenzie e ONG per sviluppare e testare le soluzioni economicamente convenienti che potrebbero essere applicate. Molto del lavoro è centrato sugli uccelli e sugli ecosistemi insulari, ma potremmo applicare il nostro approccio a qualunque ecosistema laddove il nostro intervento potrebbe fare la differenza.
BirdLife Internationalè il partenariato più grande del mondo per quanto concerne la conservazione della natura. Siamo 120 partners BirdLIfe nel mondo – uno per paese – e stiamo crescendo con 13 milioni di soci e sostenitori, oltre 7.000 gruppi locali di conservazione e 7.400 addetti. La visione di BirdLife è un mondo ricco di biodiversità, dove la gente e la natura vivono in armonia. Siamo dell’idea che la gente locale, che opera per la natura a casa loro, ma connessi a livello nazionale e internazionale attraverso il nostro partenariato globale, sono la chiave per sostenere tutta la vita su questo pianeta. Questo approccio unico locale-a-globale porta un impatto elevato e alla conservazione nel lungo termine
BirdLife è riconosciuto come il leader mondiale nella conservazione dell’avifauna. Base scientifica aggiornata da feedback (pratici) di progetti sul campo in siti e habitat importanti ci permette di sviluppare con successo dei programmi di conservazione per gli uccelli e tutta la natura.
L’IUCN è un’unione composta unicamente da organizzazioni governative e delle società civile. Fornisce conoscenze e strumenti alle organizzazioni pubbliche, private e non–governative che permettono al progresso umano, lo sviluppo economico e la conservazione della natura di coesistere.
Creata nel 1948, l’IUCN rappresenta attualmente il più grande e diversificato sistema di network ambientale, imbrigliando le conoscenze e le risorse e raggiungendo oltre 1.300 organizzazioni membri e alcuni 13.000 esperti. E un fornitore leader di dati sulla conservazione, sulle valutazioni e le analisi. Il suo ampio insieme di soci permette all’IUCN da giocare il ruolo di incubatore e di depositario delle pratiche, strumenti e disciplinari internazionali migliori.
L’IUCN fornisce una spazio neutrale nel quale diversi portatori di interesse, inclusi governi, ONG, scienziati, imprenditori, comunità locali, organizzazioni di popoli indigeni e altri, possono lavorare insieme per forgiare e sviluppare soluzioni per fare fronte alle sfide ambientali e raggiungere lo sviluppo sostenibile.
Collaborando con molti partner e sostenitori, l’IUCN sviluppa un portfolio ampio e diversificati di progetti di conservazione in tutto il mondo. Associando la scienza più recente alle conoscenze tradizionali delle comunità locali, questi progetti operano per fare regredire la perdita di habitat, risanare gli ecosistemi e migliorare il benessere delle gente.
www.iucn.org
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L’IUCN SSC Invasive Species Specialist Group (ISSG), presieduto da Piero Genovesi di ISPRA, è un network globale di 218 esperti scientifici e politici su specie aliene di 48 paesi, che operano nell’ambito della Species Survival Commission (SSC) dell’IUCN. ISSG ha l’obiettivo di ridurre le minacce verso gli ecosistemi naturali e le specie native in essi contenute aumentando la consapevolezza sulle minacce rappresentate dalle specie aliene invasive e sui modi per evitarne l’introduzione e per controllarle.
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