Dopo la conferenza dei servizi del 22 dicembre 2016 che bocciò il “Progetto di bonifica del sito loc. Puppaio” Legambiente Arcipelago Toscano chiese l’apertura di un confronto pubblico sul futuro di quell’area delle ex miniere di Rio Marina, «per evitare tra l’altro che scompaiano i “laghetti rossi” diventati il simbolo stesso delle miniere elbane e di un’area compresa nella World Heritahge list of geological sites of Unesco».
Un laghetto, quello temporaneo, è già stato cancellato e quello che invece si nota subito arrivando nella zona del Puppaio è la vecchia discarica illegale di rifiuti (situazione denunciata più volte da Legambiente) che contiene non solo gli inerti edili a cui era destinata e che avrebbero dovuto essere lavorati in loco per diventare materiale da riutilizzare in ambito edilizio e per la pavimentazione di strade, ma ammassi di materiali, anche pericolosi, e plastiche. Da quanto si leggeva negli atti dell’ex Comune di Rio Marina – ora unificato nel Comune di Rio - il tutto dovrebbe essere semplicemente ricoperto anche se dagli atti nella relazione geologica, commissionata dallo stesso Comune nel 2011, non vengono evidenziati nei laghetti rossi livelli di metalli fuori dalla norma: nel progetto esecutivo C, relazione tecnica Si legge, alla pagina 48 punto 17,che “Il sito nel suo insieme non presenta particolari fonti di contaminazione se non quelle praticamente naturali dovute al materiale in posto soggetto nel passato ad attività estrattiva”, sia a Puppaio 1 che a Puppaio 2. Inoltre per il progetto che si intende realizzare (pag. 49 punto 17) si prevede "un fallimento anche vicino al 50%”
Secondo Legambiente la bonifica più urgente resta quella della grande e indecente discarica del Puppaio, realizzata dentro un Parco Nazionale e nella Zona speciale di conservazione e Zona di protezione speciale Elba Orientale.
Legambiente chiede alla nuova amministrazione comunale e a tutte le istituzioni interessate di ripensarci: “Bonificare” una discarica semplicemente ricoprendo i rifiuti per “bonificare” un laghetto minerario sarebbe un evidente controsenso, sarebbe cancellare un pezzo di storia e bellezza, e già troppa storia e bellezza è stata cancellata in quell’area, a cominciare dalla demolizione del Dormentorio e dalla privatizzazione della spiaggia della Villa del Direttore, che chiude l’accesso anche ad un importante sito archeologico.
Legambiente Arcipelago Toscano ritiene le bonifiche assolutamente necessarie, ma ritiene altrettanto necessario – mentre circolano addirittura ipotesi di piste da motocross nell’ex area mineraria del Parco Nazionale – mantenere le caratteristiche che rendono quei luoghi unici al mondo, non rinnegando la loro storia e valorizzando le attività agricole, turistiche, escursionistiche e degli sport outdoor sostenibili che si sono faticosamente affermate.
Le bonifiche devono prima di tutto cancellare la vergogna delle discariche abusive, non i laghetti rossi: noi chiediamo che le particolarità ambientali dell’area – anche quelle “difficili” da gestire – siano assolutamente valorizzate e mantenute là dove possibile.
L’area mineraria ha bisogno di un progetto vero, condiviso, sostenibile, che guardi al futuro non cancellando le radici del passato, chiediamo al Comune di Rio Marina e al Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano di aprirsi al confronto e all’ascolto dei cittadini, delle associazioni e delle categorie economiche che hanno idee per la valorizzazione di un territorio tanto bello quanto ancora poco conosciuto.
E’ quello che ha chiesto un anno fa, il 3 aprile 2018, la tanta gente serena e festante ha partecipato all’iniziativa promossa da Legambiente in difesa dei laghetti rossi e per valorizzare un territorio unico, prefigurando quello che potrebbe essere uno sviluppo intelligente e rispettoso del versante nord est dell’Elba ora compreso in un unico Comune. Come risposta le ruspe hanno seppellito definitivamente il laghetto rosso effimero con un’operazione di dubbia utilità e risultato. Legambiente chiede che anche il secondo laghetto non faccia la stessa fine con la scusa di ricoprire una fetente e pericolosa discarica abusiva che invece va assolutamente e finalmente bonificata.
Chiediamo alla nuova Amministrazione Comunale di Rio e al Sindaco Corsini di esprimersi subito sul proseguimento di un progetto di bonifica insensato che seppellisce i rifiuti in un Parco e cancella gioielli della natura e della storia elbana invece di vederli come risorse per uno sviluppo turistico intelligente, e più in generale come doni del nostro passato al nostro futuro.